Articolo pubblicato il 23 Maggio 2025 da Gabriele Maccauro
Il Festival di Cannes 2025 giunge ormai al termine. Dopo giornate intere passate in sala e dopo aver visionato ogni film del concorso ufficiale, è arrivato il momento di rilassarsi per un attimo e giocare, cercando di immaginare quale potrebbe essere il palmares di questa 78esima edizione, i cui premi verranno assegnati durante la cerimonia di chiusura di sabato 24 maggio. Da tanti considerata un’edizione minore rispetto agli ultimi tempi, Cannes78 ha però potuto contare su un programma di grande livello e su alcune pellicole che, ne siamo certi, rivedremo anche nei prossimi mesi, soprattutto quando inizierà la cosiddetta Award Season che ci porterà ai premi Oscar. Ma quindi, chi vincerà la Palma d’oro quest’anno? A seguire, le nostre previsioni su chi pensiamo vincerà e chi vorremmo che vincesse i vari riconoscimenti che quest’anno verranno consegnati dalla giuria presieduta da Juliette Binoche.
Chi vince la 78esima edizione del Festival di Cannes?
Inutile sottolineare come questo non sia che un gioco visto che, al netto di voci di corridoio che possono circolare nelle varie sale stampa, non c’è davvero modo di scoprire in anticipo chi verrà premiato. Proviamo però, in base a ciò che sappiamo ed alla reazione delle sale – soprattutto del Grand Théâtre Lumière dove si tengono le anteprime con il cast in sala – a dare forma ad un possibile palmares, parlando dunque sia di chi pensiamo possa vincere, sia di chi invece vorremmo che vincesse. A differenza dei premi Oscar, qui i premi sono molti meno (così come a Venezia, Berlino o Locarno) dunque vige la regola non scritta di assegnare solo un premio per film. In realtà, è capitato diverse volte che una singola opera ottenesse due riconoscimenti anche se, di solito, nessuno dei due è mai la Palma d’Oro: basti pensare allo scorso anno, quando Emilia Pérez di Jacques Audiard vinse sia il premio della giuria che il Prix d’Interprétation Féminine, assegnato in questa specifica occasione all’intero cast. Infine, bisogna anche capire quanto la giuria sia in linea perché se così non fosse, potrebbero spuntare nomi a sorpresa magari considerati inizialmente come seconde scelte ma che possano finire per mettere d’accordo tutti, oppure titoli spinti da alcuni per il massimo riconoscimento possibile, ma affossato da altri, che finisce dunque per ottenere un premio “minore”. Insomma, prevedere chi possa vincere è complicato e lo è infinitamente più dei premi Oscar dove, tra gilde e riconoscimenti precedenti, spesso e volentieri si arriva alla cerimonia di premiazione con delle idee piuttosto chiare.
Iniziamo dunque parlando dei premi attoriali. Tra gli uomini, le interpretazioni che hanno lasciato il segno sono di certo minori rispetto alle donne quest’anno ma, considerando in quale opera hanno lavorato, sono quattro i nomi per noi più papabili: Tahar Rahim in Alpha, Joaquin Phoenix in Eddington, Wagner Moura in O Agente Secreto e Guillaume Marbeck in Nouvelle Vague. Il film di Ari Aster è certamente il più debole dei tre ed è complicato possa ambire a qualcosa di più, inoltre Phoenix ha già vinto il Prix nel 2018, dunque resta più che altro una suggestione. Julia Ducournau si presenta qui con una Palma d’oro all’attivo, nonostante l’opera abbia deluso buona parte della critica (ma la giuria?), considerando come invece quello di Kleber Mendonça Filho sia stato apprezzato un po’ da tutti, ipotizziamo possa ambire a qualcosa di più grande. Nouvelle Vague è stato amato un po’ da tutti ma un film del genere difficilmente potrà portarsi a casa premi enormi, mentre uno al miglior attore – che sarebbe poi Jean-Luc Godard – è tutt’altro da escludere.
- Chi vince: Guillaume Marbeck – Nouvelle Vague
- Chi vorremmo che vincesse: Tahar Rahim – Alpha
Tra le donne sembra invece esserci molta più competizione. Abbiamo innanzitutto Renate Reinsve e Inga Ibsdotter Lilleaas nel quotatissimo Sentimental Value, con la prima che ha però già trionfato nel 2021 sempre con un film di Joachim Trier. Ci sono poi le nostre Valeria Golino, Matilda De Angelis e Elodie in Fuori che, anche senza essere stato amato particolarmente dalla critica internazionale, potrebbero addirittura ambire ad un Prix all’intero cast, sperando in una spinta da parte di Alba Rohrwacher in giuria. C’è poi Zoey Dutsch in Nouvelle Vague, anche se vediamo più forte il protagonista maschile dell’opera. Ecco allora che si arriva alla vera favorita, ovvero Jennifer Lawrence in Die, My Love: attrice premio Oscar e regista, Lynne Ramsay, che a Cannes è già stata nel 2018 vincendo ben due riconoscimenti per You Were Never Really Here. Un film perfetto inoltre per la campagna Oscar e, anche per questo, difficile da immaginare fuori dal palmares. Noi però puntiamo su una totale outsider, ovvero sulla esordiente Nadia Melliti in La Petite Derniere di Hafsia Herzi. Se fossimo stati a Venezia, qui sarebbe stato un premio Marcello Mastroianni praticamente assicurato.
- Chi vince: Jennifer Lawrence – Die, My Love
- Chi vorremmo che vincesse: Nadia Melliti – La Petite Derniere
Passiamo ora al Prix du Scénario per la miglior sceneggiatura. Anche in questo caso, le opzioni sono diverse. In primis, due film già citati come Nouvelle Vague e O Agente Secreto, ma anche Sentimental Value, Jeunes Mères (mai e poi mai sottovalutare i fratelli Dardenne a Cannes) e Renoir di Chie Hayakawa. Considerando sempre la possibilità di portarsi a casa altri riconoscimenti, qui ci sentiamo di andare sul film di Kleber Mendonça Filho, andando quasi a replicare il successo brasiliano di Walter Salles all’81esima Mostra del Cinema di Venezia con Io Sono Ancora Qui.
- Chi vince: O Agente Secreto – Kleber Mendonça Filho
- Chi vorremmo che vincesse: Nouvelle Vague – Michèle Halberstadt, Laetitia Masson
Il premio della giuria segue logiche ancor più diverse rispetto ai premi precedenti ma c’è un nome che spicca su tutti gli altri e che sembra convincere un po’ tutti, nonostante il suo film non abbia riscosso un successo esagerato. Stiamo parlando di Sirât, l’ultimo lungometraggio di un pupillo di Cannes come Óliver Laxe. Il regista spagnolo di nazionalità francese ha presentato sulla Croisette tutti i suoi precedenti lavori, andando praticamente sempre a premio: il debutto all’interno del concorso ufficiale potrebbe dunque essere l’occasione giusta per dargli un premio che ne certifichi il valore e, tra tutti, quello della giuria sembra il più indicato. Nonostante questo, occhio sempre ai fratelli Dardenne, che a Cannes vincono praticamente sempre e detengono – insieme a pochi altri – il record di due palme d’oro e, soprattutto, a Sound of Falling, film di Mascha Schilinski da molti amato, che potrebbe puntare all’Oscar per il miglior film internazionale e che sembra perfetto per questo tipo di premio.
- Chi vince: Sound of Falling- Mascha Schilinski
- Chi vorremmo che vincesse: Sirât – Óliver Laxe
Generalmente considerato come il terzo premio più importante, il Prix de la Mise en Scène è quello che viene assegnato ogni anno alla miglior regia e qui si fa davvero complicata, dunque cerchiamo di trovare un nome considerando come buoni quelli fatti poc’anzi per le precedenti categorie e, in questo caso, sentendoci di escluderli, dunque senza che nessun titolo quest’anno si porti a casa due riconoscimenti (anche se sarebbe bellissimo ci riuscisse Alpha). Iniziamo con il riportare titoli citati in precedenza e che non abbiamo premiato proprio perché ci aspettiamo puntino a qualcosa di più: Die, My Love (della già premiata a Cannes Lynne Ramsay) e Sentimental Value su tutti. A questi, vanno aggiunti senza ombra di dubbio Sergei Losnitza, il cui Two Prosecutors ha ricevuto il plauso della critica internazionale, Kelly Reichardt con The Mastermind, Jafar Panahi con Un Simple Accident, Alpha di Julia Ducournau ed i soliti fratelli Dardenne con Jeunes Mères. Qualcosa ci dice che sia fuori dai giochi, ma abbiamo amato Resurrection e, se dipendesse da noi, Bi Gan non potrebbe tornare a casa a mani vuote e questo Prix potrebbe essere quello giusto.
- Chi vince: Alpha – Julia Ducournau
- Chi vorremmo che vincesse: Resurrection – Bi Gan
Al secondo posto tra i premi più importanti c’è il Grand Prix speciale della giuria, riconoscimento che spesso serve o per lanciare una giovane promessa – l’anno scorso accadde così con Payal Kapadiya – oppure per consacrare il lavoro registico ma anche politico di un autore. Quest’anno, pensiamo possa essere il secondo caso. Nonostante i già citati Sentimental Value o Jeunes Mères (rimasti fuori da ogni nostra previsione fino a questo momento, sia di chi pensiamo possa vincere, sia di chi vorremmo), il titolo che più ci sembra possa meritare questa medaglia d’argento è Un Simple Accident, il ritorno di Jafar Panahi con uno dei suoi migliori lavori di sempre, lui che è poi presente a Cannes dopo essere stato in carcere da luglio 2022 a febbraio 2023 e che realizza questo titolo, per la prima volta dal 2010, da uomo libero.
- Chi vince: Un Simple Accident – Jafar Panahi
- Chi vorremmo che vincesse: Un Simple Accident – Jafar Panahi
Ed eccoci alla Palma d’oro, il premio più importante di Cannes e forse il riconoscimento cinematografico più importante al mondo insieme al Leone d’oro di Venezia. I fratelli Dardenne sono di certo quelli che guardano a questo premio con più riguardo visto che, in caso di vittoria, batterebbero un record storico diventando gli unici ad essersi mai portati a casa ben tre palme, ma dubitiamo possa essere questa la volta buona. Secondo le nostre logiche ed i premi assegnati giocando fin’ora, dovremmo dunque citare Two Prosecutors di Sergei Losnitza o un titolo fino a questo momento mai citato, ma parliamoci chiaramente, abbiamo le idee piuttosto chiare. Sentimental Value di Joachim Trier è il film che mette d’accordo tutti, di un regista già premiato qui nel 2021 e sempre più in ascesa, con un cast strepitoso, una scrittura di livello, una regia perfetta e con tutti i crismi del caso. Poi, quei 19 minuti di standing ovation che lo fanno diventare il terzo più applaudito di sempre dietro solamente a Il Labirinto del Fauno di Guillermo Del Toro e Fahrenheit 9/11 di Michael Moore. Inoltre, è il titolo che sembra più forte anche per una eventuale corsa all’Oscar, con l’Academy che ormai da anni si sta aprendo sempre più a titoli internazionali e guarda con attenzione ai premiati di Cannes e Venezia.
- Chi vince: Sentimental Value – Joachim Trier
- Chi vorremmo che vincesse: Sentimental Value – Joachim Trier