Articolo pubblicato il 19 Maggio 2025 da Gabriele Maccauro
Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Dossier 137 è l’ultimo lungometraggio diretto dal regista francese Dominik Moll ed arriva a distanza di tre anni dal precedente La Notte del 12. Con protagonista Léa Drucker, il film è un thriller crime estremamente attuale e capace di parlare ad ogni tipo di spettatore. Per Moll è la terza presenza sulla Croisette dopo Harry, Un Amico Vero (2000) e Due Volte Lei (2005). A seguire, trama e recensione di Dossier 137.
La trama di Dossier 137, diretto da Dominik Moll
Per la terza volta in carriera, Dominik Moll partecipa al concorso ufficiale del Festival di Cannes. Questa volta lo fa con Dossier 137, un thriller crime di grande impatto ed attualità ma, prima di passare all’analisi e recensione del film, è bene spendere due parole sulla sua trama, così da dare più contesto:
“Durante una manifestazione sfociata in violenza, un giovane rimane gravemente ferito da una palla esplosiva, e spetta proprio a Stéphanie ricostruire i fatti e identificare eventuali responsabili tra le forze dell’ordine. Ma ciò che inizialmente appare come un’indagine di routine prende presto una piega inattesa”.

Léa Drucker in una scena di Dossier 137, diretto da Dominik Moll
La recensione di Dossier 137, presentato in anteprima a Cannes78
Che il cinema francese sia in grado di raccontare la contemporaneità come pochissimi altri, non è di certo una novità. Lo fanno da sempre e, soprattutto, riescono a farlo ancora oggi, in un momento storico in cui, nonostante ce ne sia una grande necessità, non tutti ci riescono, come ad esempio l’Italia. Lo abbiamo sottolineato parlando per esempio del film d’apertura di questo Festival di Cannes – Partir un Jour – che, nonostante forse non meritasse di inaugurare questa 78esima edizione, è un film semplice (non semplicistico) attento a catturare i lati socio-politici di una piccola realtà francese e, di conseguenza, del paese intero. Una qualità che, come osservavamo, in questo momento manca al nostro cinema ma che, nonostante questa criticità, risulta invece un passo in avanti rispetto a Dossier 137.
Parte dell’annuale quota francese del Festival di Cannes, il nuovo film di Dominik Moll è puro impegno civile che si tratta un fatto di cronaca che ha scosso la Francia. Dossier 137 racconta infatti la storia di come un membro dell’Ispettorato generale della Police Nationale (IGPN) – che si occupa del controllo della condotta della polizia francese – nel ricostruire gli scontri avvenuti durante un corteo che hanno portato un membro dei gilet gialli ad essere ferito da una flash-ball con un proiettile non letale, si rende conto di come un suo collega abbia abusato del proprio potere. Le basi per un thriller crime appassionante c’erano tutte dunque, ma purtroppo la tematica non fa il film e, dopo l’ottimo La Notte del 12, Moll fa un brusco passo indietro.
Sì perché in Dossier 137 lo spettatore ascolta passivamente i dati fatti di cronaca, privo della possibilità di ricoprire una posizione dinamica: è chiaro dal primo all’ultimo minuto chi siano i buoni e chi i cattivi, chi vada applaudito e chi condannato, creando così una barriera tra autore e pubblico impossibile da superare. Ecco allora che il cinema italiano, in questo senso, non è poi così indietro. Inutile star qui a sottolineare che non andrebbe di certo appoggiato un criminale, ma questo è cinema e quella di immedesimarsi nei personaggi, covare dei dubbi e portarsi dietro degli interrogativi per l’intera durata del film non dovrebbe essere una possibilità quanto più un obbligo. Non tutto è bianco o nero e parte del nostro cinema – come gran parte del cinema asiatico o mediorientale – riesce invece a rappresentare buoni che non sono poi così buoni e cattivi che non sono poi così cattivi. Dossier 137 è invece un lungometraggio non solo ripetitivo ma che, al netto di una messa in scena di livello, non riesce a creare quel fondamentale legame tra chi l’opera la fa e chi ne fruisce.