Articolo pubblicato il 17 Maggio 2025 da Gabriele Maccauro
Pochi mesi fa lo abbiamo visto alla Berlinale con il suo Blue Moon – vincitore dell’Orso d’argento per la miglior interpretazione da non protagonista con Andrew Scott – ma Richard Linklater non ha intenzione di fermarsi. Nouvelle Vague, il suo secondo film del 2025 e lettera d’amore nei confronti di Jean-Luc Godard e di tutto il cinema francese, sarà infatti presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes. A seguire, trama e recensione del film.
La trama di Nouvelle Vague, diretto da Richard Linklater
Il 2025 è l’anno di Richard Linklater. Dopo aver presentato Blue Moon al Festival Internazionale del Cinema di Berlino – dove si è aggiudicato l’Orso d’argento per la miglior interpretazione da non protagonista con Andrew Scott – il regista texano si posta in Francia per partecipare al concorso del 78esimo Festival di Cannes, casa ideale del suo Nouvelle Vague. Ma di cosa parla? la trama del film è più semplice che mai, considerando il fatto che tratta la produzione e lavorazione di Fino all’Ultimo Respiro, film del 1960 diretto da Jean-Luc Godard e che ha prepotentemente influito nella nascita, per l’appunto, della nouvelle vague.

La recensione di Nouvelle Vague, presentato in anteprima a Cannes78
Neanche tre mesi fa il suo Blue Moon vinceva alla 75esima Berlinale l’Orso d’argento per la miglior interpretazione da non protagonista con Andrew Scott, lì dove aveva già trionfato nel 1995 con Prima dell’Alba e nel 2014 con Boyhood. Questa volta però, per Richard Linklater non era abbastanza e allora eccolo in un altro festival fondamentale dove, in occasione della sua 78esima edizione, presenta in concorso il suo secondo film dell’anno: Nouvelle Vague. Dove se non a Cannes. Un tributo d’amore ad una delle correnti cinematografiche più importanti nella storia della settima arte e, in special modo, ad uno dei suoi massimi esponenti, ovvero Jean-Luc Godard.
Ma Nouvelle Vague è molto più di un semplice omaggio: è il racconto sincero di uno dei momenti più rilevanti nella storia del cinema, ovvero come Godard sia passato dal ruolo di critico a quello di regista e della lavorazione del suo primo lungometraggio, Fino all’Ultimo Respiro. Ogni frame trasuda amore, ogni inquadratura è studiata in modo maniacale ma senza risultare fredda o manieristica, anzi, calda e zampillante come la volontà di un gruppo di giovani di riscrivere la storia del cinema. Nonostante Godard sia il vero protagonista, nel film ci sono tutti, da Truffaut a Chabrol, da Melville a Rivette e Bresson, passando poi per tutti i suoi collaborati, colleghi critici, i due magici protagonisti Belmondo e Seberg e anche il nostro Rossellini.
Richard Linklater è regista sapiente, dosa alla perfezione ogni scelta ed evita di cadere nel più grande degli errori, ovvero limitarsi a riportare un determinato momento storico edulcorandolo. Nouvelle Vague è un film vero, si ha la sensazione di trovarsi dinanzi ad un documentario o, meglio ancora, di essere riportati indietro nel tempo per vivere quei momenti, momenti in cui in Godard è stato più volte attaccato per le sue idee da regista, momenti in cui Jean Seberg è stata più volte vicina ad abbandonare la lavorazione del film e dove ogni singolo personaggio vive. Non si poteva chiedere di meglio ad un regista che ha già dato tantissimo al cinema ma che, ancora una volta, ricorda a tutti la sua grandezza. Un premio nel palmarès di Cannes78 è tutt’altro che utopia.