Sound of Falling è un film pretenzioso e involontariamente derivativo

Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Sound o Falling è l’ultimo lungometraggio diretto dalla regista tedesca Mascha Schilinski, ma merita davvero la visione?
La recensione del nuovo film di Mascha Schilinski, Sound of Falling

Articolo pubblicato il 14 Maggio 2025 da Gabriele Maccauro

Nonostante il suo nome non sia particolarmente noto, intorno all’ultimo lungometraggio della regista tedesca Mascha Schilinski si è creata molta curiosità da parte di pubblico e critica. Presentato in anteprima all’interno del concorso del 78esimo Festival di Cannes, Sound of Falling è stato scritto dalla stessa Schilinski e prodotto da Lucas Schmidt, Lasse Scharpen e Maren Schmitt per Studio Zentral e ZDF. Ad occuparsi della fotografia troviamo Fabian Gamber mentre le musiche, che giocano un ruolo fondamentale nel film, sono di Michael Fiedler ed Eike Hosenfeld. A seguire, trama e recensione di Sound of Falling.

La trama di Sound of Falling, diretto da Mascha Schilinski

Tra i film intorno cui si è creata la maggior aspettativa tra quelli presenti all’interno del concorso del 78esimo Festival di Cannes, Sound of Falling è il nuovo film di Mascha Schilinski, con la regista tedesca che ne firma anche la sceneggiatura. Prima di passare alla sua analisi e recensione, è bene però spendere due parole circa la sua trama, così da dare maggior contesto prima della lettura. Sound of Falling racconta la storia di quattro ragazze che vissute in periodi storici differenti: Alma, Erika, Angelika e Lenka. Le quattro hanno delle vite differenti, ma in qualche modo sono connesse tramite la fattoria dell’Almark, dove trascorrono la loro giovinezza: nel racconto della loro storia e del loro presente, il passato emerge gradualmente e si fa vivo in tutte e quattro le ragazze.

Una scena di Sound of Falling, diretto da Mascha Schilinski

La recensione di Sound of Falling, presentato in anteprima a Cannes78

Nonostante possa sembrare una passeggiata, curare la selezione di un festival cinematografico è tutt’altro che semplice, soprattutto se ti chiami Cannes. Oltre a visionare centinaia e centinaia di opere, nello scegliere quelle che poi effettivamente entreranno a far parte del programma ufficiale, c’è bisogno di considerare diversi fattori sociali e politici, cercare non solo di comprendere il presente, ma anche di omaggiare il passato e prevedere per quanto possibile il futuro. Ci sono però degli elementi che, inevitabilmente, finiscono per essere molto spesso presenti, se non sempre di certo per determinati lassi di tempo: negli ultimi anni per esempio, Cannes porta fuori concorso un grande titolo blockbuster dal grande appeal (quest’anno Mission: Impossible – The Final Reckoning). Allo stesso tempo, ci sono habitué da rispettare (vedi gli onnipresenti fratelli Dardenne) e nuove promesse da lanciare e, in questo senso, si tenta di osare mostrando titoli alle volte divisi, alle volte scandalosi, ma sempre di grande attrazione. L’anno scorso abbiamo visto The Girl with the Needle e, guardando per un attimo in casa nostra, la stessa Mostra del Cinema di Venezia negli ultimi anni ha proposto titoli come Die Theorie Von Allem e Harvest. Quest’anno è il turno di Sound of Falling, scritto e diretto da Mascha Schilinski e diciamocelo, non è andata particolarmente bene.

Durante i suoi esagerati 149 minuti di durata, sono diversi i momenti in cui allo spettatore viene da chiedersi cosa stia sbagliando: ci si perde tra immagini e parole e ci si convince di essere in difetto. Questo fino a quando non si realizza che, ad aver complicato le cose, non è stata altro che la stessa Schilinski. Sound of Falling è infatti un film pretenzioso e compiacente dove scelta sembra essere stata fatta per dimostrare qualcosa: le doti tecniche, il sapiente uso della macchina da presa. Chi lo sa. La verità è che, nonostante una fotografia straordinaria ed un uso del suono eccezionale, Sound of Falling si perde, è involontariamente derivativo – dal cinema di Zulawski ad Aftersun, ce n’è per tutti i gusti – e, col passare dei minuti, diventa opera narcisa, perdendo di vista l’obiettivo ultimo, ovvero raccontare una storia che si possa definire tale.

Le basi c’erano tutte ed il modo in cui tutto si disgrega gradualmente ha il sapore di occasione persa. Superbo, vanitoso, esagerato: Sound of Falling sembra quel compagno di classe dal grande potenziale ma che non si applica, ti dà segnali di grande cinema e poi te li butta giù per osare, aggiungere ed aggiungere senza rendersi conto che sarebbe davvero bastato togliere, centellinare, rallentare per poter chiudere un’opera di altissimo livello. Questo non è però successo e, nonostante non mancheranno i suoi estimatori, ciò non è abbastanza per convincerci e la forma, senza sostanza, resterà sempre un guscio vuoto.

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La locandina del nuovo film di Mascha Schilinski, Sound of Falling
Sound of Falling
Sound of Falling

Presentato in anteprima in concorso al 78esimo Festival di Cannes, Sound of Falling è l'ultimo lungometraggio scritto e diretto della regista tedesca Mascha Schilinski.

Voto del redattore:

4.5 / 10

Data di rilascio:

14/05/2025

Regia:

Mascha Schilinski

Cast:

Hanna Heckt, Lena Urzendowsky, Laeni Geiseler, Susanne Wuest, Luise Heyer, Lea Drinda, Florian Geißelmann, Greta Krämer, Claudia Geisler-Bading, Zoë Baier, Kostantin Lindhorst, Luzia Oppermann, Gode Benedix, Filip Schnack, Martin Rother, Andreas Anke, Liane Düsterhöft, Lucas Prisor, Ninel Geiger, Helena Lüer, Anastasia Cherepakha, Bärbel Schwarz

Genere:

Drammatico

PRO

Il comparto tecnico
La pretenziosità
L’eccessiva durata