Articolo pubblicato il 4 Ottobre 2024 da Gabriele Maccauro
La recensione di Ari-cassamortari, nuovo film diretto da Claudio Amendola e sequel diretto di Cassamortari, diretto dallo stesso regista e attore romano nel 2022. Il film, che vede un nutrito cast di volti noti, è disponibile sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video a partire dal 23 settembre 2024. A seguire, trama e recensione di Ari-cassamortari.
La trama di Ari-cassamortari, nuovo film italiano disponibile su Amazon Prime Video
Prima della consueta analisi e recensione, è bene spendere due parole sulla trama del film, per quanto minima ed essenziale. Ari-cassamortari racconta la storia della famiglia Pasti i quali membri, dopo l’affare Arcangelo, si sono guadagnati il titolo di becchini dei VIP. Grazie al loro lavoro, si ritroveranno in lizza per la vittoria di un premio molto ambito nel campo, ovvero il Vespillone d’oro. La commissione incaricata di valutare a chi conferire questo titolo trova però una falla nei conti dell’azienda dovuti, come verrà svelato molto presto, a dei movimenti bancari sospetti di uno dei fratelli, invaghito di una donna con cui comunica solamente online. Inizierà così un tentativo da parte di tutta la famiglia di sistemare i conti, ma sulla loro strada si metterà un nuovo mistero che scuoterà la vita dei fratelli Pasti.

La recensione di Ari-cassamortari, diretto da Claudio Amendola
Negli ultimi decenni l’Italia ha dimostrato di avere due enormi pregi: uno è senz’altro quello di riuscire, grazie ad un’industria in salute ed alla voglia di realizzare art for art’s sake, opere cinematografiche capaci di lasciare il segno non solo nel mercato nostrano, ma anche in quello internazionale. L’altro è l’ironia.
Il 23 settembre ha debuttato, nel silenzio più assoluto e senza uno straccio di promozione, direttamente su Amazon Prime Video, il nuovo lungometraggio diretto da Claudio Amendola, Ari-cassamortari, sequel del film da lui stesso realizzato nel 2022. L’ennesima occasione persa per il cinema italiano, che preferisce rimanere immobile ad osservare la propria costante caduta senza tentare di rimarginare la propria ferita. Neanche un passaggio in sala per un’opera senza pubblico di riferimento, inadatta praticamente ad ogni tipo di spettatore e destinata ad essere dimenticata prima ancora di essere vista e dei quali difetti – di tecnica, scrittura, recitazione – diventa obsoleto parlare. Più utile riflettere su cosa rappresenti Ari-cassamortari e su come uscire da questo loop che affligge il nostro cinema da più di 30 anni.
Nonostante l’era dei cinepanettoni sia ormai tramontata, il pensiero cinematografico è rimasto bloccato lì. Ari-cassamortari è solamente uno dei tanti titoli che ogni anno produce il belpaese senza che ci sia dietro la voglia di fare arte dove tra l’altro, per arte, non si intende il cosiddetto “mattone polacco”, considerando che la commedia all’italiana è nota in tutto il mondo, dimostrando come il nostro fosse un cinema capace di dare alla luce opere di ogni tipo, rivendicato la forza di una risata. Oggi non c’è più nulla: ci sono i grandi maestri e chi combatte per avere anche solo la possibilità di fare cinema in questo paese, dove però tutto ciò che sta nel mezzo risulta essere una zona grigia. Escludendo categoricamente premeditazione o una natura autolesionista del nostro movimento, ecco allora che davvero non si comprende cosa stiamo facendo.