Articolo pubblicato il 25 Luglio 2024 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 19 aprile 2024, mentre in Italia direttamente sulla piattaforma digitale Amazon Prime Video il 25 luglio dello stesso anno. Ispirato a fatti realmente accaduti e tratto dalla biografia Cacciatori di nazisti: La vera storia degli uomini che hanno inseguito e catturato i più crudeli criminali del Terzo Reich, scritto da Damien Lewis; diretto da Guy Ritchie, con protagonista Henry Cavill (Batman v Superman – Dawn of Justice) affiancato da Eiza Gonzales (Alita – Angelo della battaglia). Ma qual è il risultato de Il ministero della guerra sporca? Di seguito la trama ufficiale e la recensione del film.
La trama de Il ministero della guerra sporca, di Guy Ritchie
Di seguito la trama ufficiale de Il ministero della guerra sporca, diretto da Guy Ritchie:
“Seconda Guerra Mondiale: L’unità di combattimento top-secret, composta da un gruppo eterogeneo di furfanti e cani sciolti, parte per un’audace missione contro i nazisti, servendosi di tecniche di combattimento assolutamente non convenzionali e decisamente “sporche”. Il loro approccio temerario alla guerra ha cambiato il corso della storia, gettando le basi per i Servizi Aerei Speciali britannici e le moderne missioni segrete.”

La recensione de Il ministero della guerra sporca, con Henry Cavill
La Seconda Guerra Mondiale ha trovato enorme spazio di rappresentazione nella cinematografia mondiale, ma, nonostante ciò, una storia inedita ambientata in quel periodo è stato possibile raccontare. Infatti, grazie alla desecretazione di documenti di stato britannici, avvenuta nel 2016, è potuto emergere un nuovo aspetto, a dir poco sorprendente, all’interno di una delle fasi più drammatiche del conflitto.
Una vera e propria squadra suicida viene ingaggiata dal governo di Sua Maestà, in via non ufficiale, per adempiere ad una missione pericolosa che l’esercito regolare non potrebbe portare a termine; un soggetto fumettistico che trova quindi radici nella realtà vissuta e nella storia, con individui presi dalle carceri, a cui viene affidato il destino di un’intera nazione, forse addirittura del continente intero. La pellicola diretta da Guy Ritchie si presenta come uno spy movie all’interno del contesto bellico, in un’ambientazione quasi insolita rispetto ai classici spazi del fronte studiati nei libri o manuali di storia, strutturandosi sostanzialmente in due linee narrative: la parte d’intelligence e la parte sul campo diretto, in cui avvengono i conflitti a fuoco e gli scontri diretti.
Un’operazione commerciale estremamente semplice, in cui non si cerca altro che l’intrattenimento dello spettatore, un’essenzialità di partenza dove i personaggi non sono altro che delle pedine, senza alcun tentativo di dare loro una caratterizzazione o una spiccata personalità. C’è da ammettere che comunque l’obiettivo è nel complesso raggiunto: lo scorrimento della durata è ben fluidificato da un ritmo costante, eliminando tempi morti o giri a vuoto mentre le sequenze d’azione sono accettabili, così come la messa in scena, ricostruendo in maniera soddisfacente l’epoca a livello di costumi e scenografia, anche se va detto che il trucco di Winston Churchill ricorda più il Dick Cheney di Vice – L’uomo nell’ombra (2018), senza però cercare tecnicismi virtuosi o manovre pindariche particolari, anzi tutto si svolge nella piena normalità, rischiando a lungo andare quasi la piattezza.
Funziona il tono generale da commedia, poiché il film vuole chiaramente divertire, appoggiandosi proprio ai suoi personaggi borderline per evitare di prendersi troppo sul serio, infatti, i nazisti diventano una serie di birilli da buttar giù come al bowling, con per fortuna un umorismo delicato, più british che USA, non risultando quindi sguaiato o esageratamente sopra le righe; un attore come Henry Cavill si dimostra più a suo agio in ruoli di questa natura, in cui non viene richiesto uno sforzo espressivo determinante, giocandosi le sue carte tramite il phisique du role.
Tornando al discorso della semplicità, è facile immaginare quanto la trama sia prevedibile, di conseguenza per tutto lo svolgimento non si dubita mai del destino dei protagonisti, nonostante si inserisca qua e là alcuni momenti di difficoltà o imprevisti, ma sono veramente timidi, cosicché la situazione ritorna subito stabile e senza chissà quali incertezze. Prodotto tipicamente “usa e getta”, capace quantomeno di trasmettere spensieratezza nelle circa due ore, poco più, di visione, lasciandosi una discreta possibilità di essere rivisto ogni tanto, cadendo però nel dimenticatoio in breve tempo.