Articolo pubblicato il 17 Giugno 2024 da Andrea Boggione
Uno dei prodotti televisivi più bizzarri e curiosi del catalogo streaming di Apple TV+ è senz’altro “Sugar”, una miniserie ideata da Mark Protosevich, diretta da Fernando Meirelles (“City of God”, 2002 e “I Due Papi”, 2019) e Adam Arkin (“Justified”, 2010-2015, “Next”, 2020 e “The Offer”, 2022) con protagonista Colin Farrell. L’attore irlandese per l’occasione riveste i panni di un detective affascinante quanto problematico di cui vengono raccontate le particolari vicissitudini in cui finisce, in un modo o nell’altro, per imbattersi. Di seguito la trama ed una breve recensione della serie Apple TV+ con Colin Farrell.
La trama della serie tv “Sugar”
Ambientata in una moderna Los Angeles, “Sugar” racconta la storia del detective privato John Sugar (Colin Farrell), un grandissimo appassionato di cinema, in particolare modo di quei film della cosiddetta Golden Age di Hollywood, che viene assunto dal magnate e produttore cinematografico Jonathan Siegel, interpretato da James Cromwell, per ritrovare su nipote Olivia (Sydney Chandler). La donna, segnata da un turbolento passato, è misteriosamente svanita nel nulla, proprio come tante altre volte, ma ora la faccenda appare decisamente più seria.
Sugar parte con le indagini, seguendo il suo incredibile quanto inconfondibile fiuto e stile, e lungo le indagini si imbatte in altri parenti di Olivia: dal fratellastro David (Nate Corddry) al padre Bernie Siegel (Dennis Boutsikaris). John, a bordo della sua corvette è alla ricerca del bandolo della matassa spaziando tra segreti, confessioni, bugie e depistaggi, senza farsi mancare una buona dose di violenza, sparatorie e scazzottate in piena regola. Riuscirà l’affascinante detective dal travagliato passato a ritrovare Olivia e svelare il mistero che ruota introno alla sua scomparsa?

La recensione di Sugar, la serie Apple TV+ con Colin Farrell
Tra innumerevoli citazioni e rimandi ad alcuni grandi titoli cinematografici di un tempo, John Sugar, seguendo la sua profonda passione per il cinema ed il suo infallibile intuito, si appresta ad accettare un nuovo caso dalla sua alquanto misteriosa datrice di lavoro Ruby, interpretata da Kirby Howell-Baptiste. Una nuova missione apparentemente tranquilla è legata alla sparizione di una donna, ma che, con il passare delle puntate, assume una forma sempre più contorta dove pare difficile districarsi e raggiungere l’obiettivo finale o, quantomeno, delle risposte.
Colin Farrell regala al pubblico l’ennesima ottima performance calandosi perfettamente nei panni di questo investigatore privato, un gentiluomo che odia la violenza, anche se più di una volta è costretto a farne uso per proteggersi o proteggere le persone a cui tiene, dall’incredibile fascino, ma segnato da un misterioso passato. Ogni caso che segue diventa per lui una seconda pelle, ma quello legato alla scomparsa di Olivia sembra ricoprire un ruolo molto importante per la sua carriera: sono fin troppi i segreti legati a questa facoltosa famiglia, tutti possono essere considerati dei papabili sospettati, ma dove si nasconde la verità?
Giocando spesso con un bianco e nero gestito alla perfezione, la serie si districa tra i meandri di una storia e di un mistero che si complica sempre di più. Se dal punto di vista narrativo qualche episodio può risultare eccessivamente lento o ridondante, dall’altro lato l’incredibile carisma di un attore navigato come Farrell mantiene viva la curiosità dello spettatore che viene indirizzato dal protagonista verso la meta preposta, senza tralasciare piste false, percorsi più travagliati, un grande ed apparente complesso cerchio che, alla fine, mostra e dimostra la realtà dei fatti.
La serie targata Apple, nei suoi otto episodi, riesce a dare vita ad una storia intrigante che mescola i generi, toccando mete più astratte, ma senza scadere nella banalità o nel mero esercizio di stile. Tutto sul finale acquisisce un senso ed un significato più che logico, un classico colpo di scena non propriamente inimmaginabile, ma sicuramente in linea con lo stile del racconto e che restituisce quell’elemento inaspettato che dona ulteriore curiosità al mistero. Prende forma una detective story atipica e classica allo stesso tempo, un gradito omaggio al mondo della settima arte, tecnicamente raffinato e ricco di spunti, con un personaggio con cui è possibile empatizzare dal primo all’ultimo minuto.

Una storia neo-noir ricca di eleganza e bizzarrie
Proprio come diversi altri titoli della piattaforma, “Sugar” dimostra il livello qualitativo di gran parte del catalogo di Apple TV+, una storia neo-noir ricca di eleganza e bizzarrie che racconta di un uomo che non si tira mai indietro e che, nonostante le difficoltà, tenta sempre di raggiungere la verità catturando lo sguardo del pubblico. Il resto del cast funziona, trascinato da un grandioso Colin Farrell grazie ad un ruolo costruitogli addosso e che lui “indossa” alla perfezione che, per i meno appassionati, potrebbe apparire talvolta sopra le righe, ma che in realtà sprigiona tutto lo spirito e l’animo di un personaggio eccezionale.
“Sugar” si ritaglia uno spazio speciale all’interno del catalogo della piattaforma streaming poiché rientra tra quei prodotti televisivi che hanno il potenziale per raccontare ancora di più, cambiando registro stagione dopo stagione, ma trattandosi di una miniserie la storia si chiude con l’ottava ed ultima puntata. È vero la serie si conclude ed il cerchio si chiude, ma le possibilità di espandere la storia o dare vita ad un prodotto di genere antologico ci sono eccome, basti pensare al ruolo del protagonista e della sua professione da detective. Un gran peccato, anche se non è mai detta l’ultima parola visto quanto accaduto con “L’ultima cosa che mi ha detto” (2023), inizialmente catalogata come miniserie, ma che di recente è stata rinnovata per una seconda stagione.