Entra ufficialmente in produzione il cortometraggio Mr. Fischer’s Chair, progetto scritto e diretto dal galiziano Xosé Zapata e dedicato alla figura del giocatore di scacchi Bobby Fischer. A sorprendere il pubblico internazionale è però la notizia di chi sarà il narratore del racconto: nientemeno che Woody Allen.

Perché scegliere Woody Allen?

L’idea di avere Woody Allen come narratore del proprio cortometraggio era presente da tempo nella mente del regista Xosé Zapata, che ha però sempre pensato fosse impossibile da realizzare, visto che il leggendario regista statunitense non voleva più ricoprire il ruolo di attore e considerando anche il fatto che aveva già lavorato ad un progetto simile nel 1998, quando doppiò Z nel lungometraggio della DreamWorks Animation Z la Formica. Consapevole però del grande amore per gli scacchi del regista di Io e Annie e Manhattan e trovando dei punti di contatto tra la sua vita e quella di Fischer – entrambi ragazzi ebrei di Brooklyn divenuti leggendari nel proprio campo – Zapata scrisse comunque alla sua collaboratrice Helen Robin, pensando che non avrebbe mai ricevuto risposta. In realtà una risposta arrivò eccome e fu invece il regista galiziano a non rispondere per giorni, tanto ero lo stupore nello scoprire che Allen si era dimostrato interessato al ruolo.

Paradossalmente, fu proprio Xosé Zapata a sottolineare come fosse impossibile portare a termine il progetto, soprattutto per una questione economica, ma Woody Allen non solo non si fece problemi, ma si propose inoltre di aderire al progetto in quanto co-produttore, supervisionando così l’intero progetto.

Di cosa parla Mr. Fischer’s Chair, il cortometraggio di Xosé Zapata

Concepito come un primo passo verso un lungometraggio dedicato interamente all’infanzia del giocatore di scacchi Bobby Fischer che dovrebbe intitolarsi The Game of the Century, Mr. Fischer’s Chair è un cortometraggio di 7 minuti scritto e diretto dal galiziano Xosé Zapata, cui Woody Allen presterà la voce, oltre ad esserne co-produttore.

Mr. Fleischer’s Chair racconta delle accuse rivolte a Bobby Fischer dalla delegazione moscovita che sostenne come, attraverso delle sostanze non meglio specificate, la mente e le prestazioni di Spassky venissero alterate. Un’accusa che oggi sembra assurda ma che, in piena Guerra Fredda, bastò per alzare un polverone mediatico e che portarono, di conseguenza, a studi approfonditi sulla sedia che dà il titolo al cortometraggio.