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La stanza degli omicidi è un film noioso, stanco e fintamente irriverente

La stanza degli omicidi è un film di genere commedia e thriller con protagonisti due attori del calibro di Uma Thurman e Samuel L. Jackson: segue la recensione.
Recensione film La stanza degli omicidi 2023

La stanza degli omicidi è un film che mescola due generi, integrando tra loro la commedia e il thriller. Diretto da Nicol Paone, il lungometraggio presenta una durata di circa 98 minuti e un cast che vede come protagonisti attori del calibro di Uma Thurman, Samuel L. Jackson e Joe Manganiello. Distribuito dalla Universal Pictures nelle sale italiane a partire da giovedì 6 giugno 2024, La stanza degli omicidi è riuscito a mantenere alto il livello come da premessa, oppure no? La recensione del film.

La trama di La stanza degli omicidi, film con Uma Thurman e Samuel L. Jackson

La stanza degli omicidi sembra promettere un certo mix tra la leggerezza delle commedie degli equivoci e la tensione dei gangster movie, ma effettivamente di cosa parla il film con Uma Thurman e Samuel L. Jackson? La trama del lungometraggio diretto da Nicol Paone:

Si tratta della storia di tre personaggi: un sicario di nome Reggie (Joe Manganiello), il suo capo Gordon (Samuel L. Jackson) e un mercante d’arte Patrice (Uma Thurman). Quest’ultima sta attraversando un periodo buio nel suo campo a causa delle scarse vendite e con il rischio che la sua galleria fallisca. Inoltre, la donna ha anche un grosso debito da saldare, quello con il suo fornitore di droga, al quale offre un’opera d’arte al posto dei soldi che gli deve. Questo dipinto, però, attira l’attenzione del capo dello spacciatore, Gordon, che vede nella galleria di Patrice un ottimo punto di riciclaggio del denaro sporco. Nonostante inizialmente sia titubante, la gallerista accetta lo stratagemma che le propone il boss, ma affinché tutto vada nel verso giusto hanno bisogno di più opere d’arte. È così che Gordon chiede al sicario Reggie di produrre dei dipinti per riempire gli spazi, ma l’opera dell’assassino genererà grande scalpore nel mondo dell’arte, rischiando di mandare il piano all’aria.

La recensione di La stanza degli omicidi, un film fintamente irriverente che non ha idee per costruire una satira

Non c’è niente di peggio che guardare un film e non provare assolutamente niente, nessuna tipologia di emozione, nemmeno un eventuale fastidio. La stanza degli omicidi è un progetto che vorrebbe nelle intenzioni porsi come una satira, ma il soggetto non viene mai sviluppato e resta visibilmente e verbosamente su carta. Infatti, il vero dramma non è quello vissuto dai protagonisti, bensì quello a cui si apprestano gli spettatori nell’osservare l’ennesimo stantio, inefficace e anacronistico tentativo di raccontare il mondo dell’arte, il suo mercato e la collocazione dell’identità degli autori in proporzione alle loro creazioni, con tanto di retorica costruita ad hoc. Fare satira, e farla bene, non è certamente scontato ed è altrettanto vero che non basta avanzare delle personalissime ipotesi circa un argomento per riuscirci. Non c’è niente di cinematografico nel lungometraggio di Nicol Paone, anzi, è uno di quei rari casi dove il montaggio è pressoché inesistente, le immagini compaiono sul grande schermo uno dopo l’altro senza verve, senza guizzi e soprattutto senza alcuna voglia di far emergere le emozioni che teoricamente chi guarda dovrebbe provare.

Resta infatti un mistero la finalità di La stanza degli omicidi, dato che tutto appare statico e inconcludente, fuori tempo massimo nella sua insopportabile stanchezza. Dall’inizio alla fine l’unica evoluzione alla quale ci si può interessare è la storia del sicario interpretato da Joe Manganiello, più nello specifico l’esternazione della sua frustrazione tramite l’arte concettuale poiché si ritrova prigioniero di una condizione da cui vorrebbe allontanarsi il prima possibile. Ecco che la galleria di Patrice (la vera stanza degli omicidi?) offre uno spazio alle opere di un killer a pagamento, si trasforma in una possibilità, una sorta di speranza per ottenere la tanto desiderata redenzione approfittando del fatto che la violenza e la morte, in rapporto all’apparenza dell’arte, sono in grado di smuovere gli istinti primordiali delle persone.

Tuttavia, allo script di Reggie/Bagman non sussiste alcuna esplorazione più approfondita dell’accennato mondo criminale, e di fatto il potenziale gangster movie non fuoriesce mai: ci sono solo dialoghi su dialoghi, location che si alternano ad altre location, espedienti narrativi fiacchi per cercare di riempire i circa 98 minuti di durata. Il risultato finale è un mix di sequenze goffe con battute futili, esagerate, così come è fuori contesto il perenne overacting di Uma Thurman e i restanti attori che formano il cast. La somma degli addendi genera esclusivamente un sentimento, ossia la noia, provata per tutto il film, e dunque la satira resta cristallizzata in uno squallido prodotto che tenta in tutti i modi di impartire una lezione speculativa sul mondo dell’arte ma non ha la minima ispirazione su come farlo.

La stanza degli omicidi potrebbe essere una commedia degli equivoci divertente e graffiante, eppure non mette in scena altro che personaggi macchiettistici, finta irriverenza e un tono vistosamente sbilanciato tra il serioso e il parodistico, così da terminare la visione con l’impressione di aver osservato un film concettualmente smodato e cinematograficamente nullo. D’altronde “stiamo facendo arte, è questo che penseranno i collezionisti”, si dice nel lungometraggio, così come si è qui pensato di fare un film senza però avere una reale esigenza, tantomeno delle idee. Il finale regala l’unico discreto livello di intrattenimento, giusto per 10 minuti, poiché figura un minimo d’azione e il montaggio parallelo risulta utile a spiegare la realizzazione dell’ingegnoso piano della mercante d’arte e del sicario. Peccato che sarebbe dovuto essere più l’inizio del film che la fine.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 2 recensioni)
Locandina film La stanza degli omicidi
La stanza degli omicidi
La stanza degli omicidi

La stanza degli omicidi mescola la commedia con il thriller, e narra le strambe vicende di tre personaggi in combutta tra loro: un sicario, il capo di uno spacciatore e una mercante d'arte. Il loro piano avrà vita breve o riusciranno a farla franca?

Voto del redattore:

4 / 10

Data di rilascio:

06/06/2024

Regia:

Nicol Paone

Cast:

Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Joe Manganiello, Maya Hawke, Debi Mazar, Larry Pine, Matthew Maher, Tom Pecinka, Anthony Cipriani, Nikolai Tsankov, Ethan Herschenfeld, Neal Davidson, Ernest DiLullo Sr., Noam Shapiro

Genere:

Commedia, thriller

PRO

L’idea di rapportare l’arte al crimine, così da poter realizzare potenzialmente una commedia degli equivoci
L’accennato script del personaggio del sicario/artista
98 minuti sono troppi, il film è sempre statico e inconcludente
L’overacting di tutto il cast
I personaggi macchiettistici
La finta irriverenza e la volontà di fare satira senza avere però idee