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David di Donatello 2024: i momenti salienti della cerimonia

Conclusa la cerimonia della 69esima edizione dei David di Donatello è il momento di fare u resoconto dei momenti più salienti della serata. Nell’articolo tutte le informazioni a riguardo.
I momenti più salienti della cerimonia dei David di Donatello 2024

Si è svolta negli Studi di Cinecittà la sessantanovesima edizione dei David di Donatello, tra vincitori e vinti, tra pronostici rispettati e qualche timida sorpresa, con momenti di spettacolo e commemorazione. Di seguito tutte le informazioni necessarie sui momenti più salienti della cerimonia.

David di Donatello 2024, il meglio della serata

Il momento più emozionante di tutti è stato senza dubbio l’omaggio allo storico giornalista del Tg1: Vincenzo Mollica; evento unico nel suo genere per la cerimonia, sul palco si è consumato un doveroso tributo a chi per quarant’anni ha fornito la sua professionalità per garantire un vero servizio pubblico. Un professionista che ha saputo farsi apprezzare da tutti per il suo modo di fare, per il suo modo di porsi, sempre pacato e rispettoso, attento all’interlocutore/trice che gli si poneva davanti. Commozione ed empatia sono sinceri e genuini, soprattutto quando è stato toccato il tasto della malattia, con il suo modo di esorcizzare il dolore tramite l’umorismo, è riuscito comunque a rendere il discorso meno pesante, togliendo il velo dell’imbarazzo, naturale in situazioni del genere. Non ci piove che la sua frase, a proposito del ruolo giornalistico di oggi, sia in assoluto la meno retorica e la meno di circostanza di tutte quelle che sono state pronunciate: «Durante un’intervista è importante avere più attenzione per le risposte che per le domande. Bisogna saper ascoltare». Rispetto all’annata precedente si sono proposte alcune novità: il programma è stato intervallato da alcune esibizioni musicali, rivelatesi funzionali a spezzare il ritmo della consegna dei premi. Dal punto di vista dello spettacolo si sono lasciate apprezzare le performance di Giorgia e Malika Ayane, cantando rispettivamente gli arrangiamenti di I feel love e What a wonderful world, su cui hanno contribuito le varie coreografie allestite per l’occasione.

I momenti più salienti della cerimonia dei David di Donatello 2024

David di Donatello 2024, i momenti salienti della cerimonia

Como era facile pronosticare, la distribuzione dei premi è stata condotta all’insegna dell’equilibrio, evitando il film schiacciasassi, bilanciando le forze tra il trittico favorito: C’è ancora domaniIo capitanoRapito; a fare da outsider ci ha pensato l’esordio alla regia di Michele Riondino (Palazzina Laf), in particolare nelle categorie attoriali maschili, facendo doppietta, “strappando” la statuetta a candidati sicuramente più quotati. Nel complesso, la valutazione accademica risulta condivisibile nella sua quasi totalità, non vi sono infatti, evidenti motivi per lamentarsi su chi e cosa ha vinto, anche perché si partica da una base tutto sommato di buon livello, con candidature quasi tutte ricche di qualità, senza però esagerare, convincendosi che ci sia qualcosa di speciale in più rispetto al passato.

Quest’anno però calza a pennello una riflessione su una categoria in particolare: “Miglior produzione”; già la sua esistenza ha da tempo generato perplessità, giacché il premio al “Miglior film” dovrebbe essere il riconoscimento per antonomasia a tutto il team produttivo, a quanto pare, non è altro che l’ennesimo spazio dato all’autore/regista. La domanda principe da porsi però è la seguente: qual è il vero significato della categoria? Da qui poi ne scaturisce subito un’altra; con quale criterio viene assegnato? Il cinema è un’industria e come tutte le industrie ci sono degli investimenti, prefissandosi l’obiettivo di farli ritornare più consistenti di prima; seguendo questa logica, il suddetto premio lo meriterebbe chi più degli altri ha raggiunto la maggior quota di profitto. Con ciò non è complicato immaginare quale pellicola, nello scorso 2023, abbia ottenuto tale risultato; la vittoria di Io capitano sotto certi aspetti è comprensibile, però rimane, ogni anno, una situazione nebulosa.

I momenti più salienti della cerimonia dei David di Donatello 2024

David di Donatello 2024, il peggio della serata

Il discorso di ringraziamento di Sergio Ballo, vincitore per i migliori costumi del film Rapito, insieme alla sua collega Daria Calvelli, è destinato a suscitare diverse polemiche. In merito al contenuto, per chi in particolare ha visto il lungometraggio diretto da Marco Bellocchio, va detto che non è stato così fuori contesto come all’apparenza potrebbe sembrare; il problema è stato il modo in cui non ha avuto l’accortezza di attenersi al contesto vigente. Per un’occasione come quella bisogna assolutamente evitare lo sproloquio individuale, ma bisogna mantenere un certo ordine, pur mantenendo la schiettezza e la trasparenza dei contenuti, così facendo non solo è venuta meno l’attenzione al significato dell’intervento, ma ha finito per occupare tutto lo spazio, lasciando il tempo alla sua collega di fianco solamente per i ringraziamenti di rito. Avrebbe meritato maggior contesto la frase pronunciata da Anna Foglietta in mezzo al suo discorso di presentazione della categoria “Miglior attrice protagonista”, nello specifico ci si sta riferimento al fatto che il termine “battaglia” non si addice alle donne, ah no? Certo, se s’intende con battaglia una lotta a calci e pugni o a suon di armi allora può essere anche condivisibile, ma se in un paese come l’Italia si è finalmente riusciti a legalizzare il divorzio e l’interruzione della gravidanza è perché qualcuno ha “combattuto” per ottenere sacrosanti diritti; una frase che avrebbe dovuto essere spiegata meglio.

Infine, qualche riflessione va fatta sulla conduzione di quest’anno: il duo Conti-Marcuzzi ha abbastanza arrancato; ma occorre fare un doveroso passo indietro, prima della cerimonia stessa, cioè lo spot pubblicitario messo in onda dalle reti Rai. Più che la pubblicità dei David, pareva l’annuncio di uno spettacolo comico alla Zelig o programmi simili, uno sketch completamente insignificante, incapace di valorizzare le opportunità d’interesse che lo spettatore medio avrebbe potuto trovare, sarebbe ora di credere nei propri mezzi e sviluppare una mentalità più vincente. Tornando alla serata vera e propria, l’interazione tra i due ha avuto difficoltà ad ingranare: troppo spesso mancava coordinazione negli annunci e di fatto Alessia Marcuzzi non ha fatto altro che da eco in più occasioni. La gag iniziale del finto premio non è stata brillante, nel corso dell’evento si è palesato il deficit della comicità, dimostrando mancanza di carisma, d’intensità e creatività.