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Recensione – X-Men ’97 1×01 – 1×02: A Me, Miei X-Men / La Liberazione Mutante Ha Inizio

Con X-Men ’97, i Marvel Studios esplorano, per la prima volta, una serie che non è ambientata nel Marvel Cinematic Universe e che è il sequel di un’opera amatissima.
X-Men '97: la recensione dei primi due episodi

Dopo Echo, i Marvel Studios tornano con una nuova serie televisiva, ma stavolta attraverso l’animazione: si tratta di X-Men ’97, sequel dell’acclamata serie Insuperabili X-Men. In attesa di rivedere le varianti del gruppo supereroistico in Deadpool E Wolverine, come sono stati i primi due episodi sul ritorno dei celebri mutanti, attualmente disponibili su Disney Plus?

La trama di X-Men ’97 1×01 e 1×02

X-Men ’97 è il sequel della quinta stagione di Insuperabili X-Men, ambientato un anno dopo la conclusione di quest’ultima. La serie non è ambientata nel Marvel Cinematic Universe, bensì in una terra alternativa completamente diversa. I primi due episodi presentano la seguente trama:

“Un anno dopo che il professor Charles Xavier è morto, gli X-Men continuano a proteggere il mondo, lottando per la comunità dei mutanti che viene discriminata da razzisti, tra cui il gruppo terrorista degli Amici Della Pace. Scott è tormentato dal pensiero di non essere all’altezza del professore in quanto nuova guida della squadra, con tensioni interne che crescono all’interno del gruppo…. specialmente quando viene rivelato il testamento di Charles, il quale ha lasciato ogni cosa a Magneto. Intanto Jean presto partorirà e diviene sempre più grande il pensiero di lasciare gli X-Men, mentre nuove minacce cominciano a manifestarsi, tra cui il ritorno delle Sentinelle, i robot sterminatori di mutanti.”

Recensione: X-Men '97 1x01 1x02

La recensione dei primi due episodi di X-Men ’97

Il primo elemento in cui X-Men ’97 toglie il fiato è sicuramente l’apparato visivo: l’animazione è un omaggio allo stile della serie degli anni 90, con alcuni momenti volutamente scattosi nelle azioni dei personaggi, in modo da consentire un fascino retrò. Tale fascino tuttavia non impedisce la presenza di dinamismo nell’azione, la cui fluidità è aiutata da un intelligente utilizzo del Cel-shading, il quale permette ai personaggi di realizzare acrobazie incredibili. Infatti è impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte al primo combattimento dei robot contro le sentinelle, creando un’immersione straordinaria che mostra nuovamente quanto le sperimentazioni con l’animazione bidimensionale possano ancora dare tanto. L’apparato visivo della serie animata è uno splendido equilibrio tra modernità e tradizione.

Questo equilibrio tra futuro e passato viene portato anche in uno dei temi della serie: fin dal primo momento in cui gli X-Men vengono inquadrati all’interno della loro abitazione, si sente fortemente la mancanza del professor Xavier. Si percepisce un vuoto enorme generato dalla tristezza di Scott che sente il peso delle responsabilità di dover guidare una famiglia da solo. Non si tratta soltanto del peso di una nuova responsabilità, ma anche del peso di una nuova generazione che, abituata ad essere guidata da un genitore saggio, si sente smarrita di fronte alle avversità del mondo, il cui futuro diventa sempre più ostile. Il tormento di Scott viene alleggerito dalla speranza di non dimenticare mai l’eredità che il professore ha lasciato, perché anche se le persone possono essere nuove, i grandi insegnamenti sul rispetto e sulle virtù possono continuare ad andare avanti.

La paura del futuro sta anche nel compiere delle scelte, perché Jean è incinta e vorrebbe lasciare gli X-Men dal momento che una vita supereroistica non è adatta a far crescere un neonato, ma Scott è invece più titubante. Scegliere sempre la vecchia vita significa adagiarsi sugli allori perché si ha paura della crescita, oppure è semplicemente un atto coraggioso che dimostra che il vecchio (simboleggiato dalla squadra) e il nuovo (simboleggiato dall’imminente neonato) possono coesistere? E se si sceglie solamente il nuovo, si ha il coraggio di lasciare andare chi si ama?

Recensione: La Liberazione Mutante Ha Inizio

La fiducia negli X-Men e nel mondo

Fin dalla loro creazione gli X-Men sono il riflesso di tutte le persone che vengono discriminate nel mondo, approfondendo i più importanti e variegati temi sociali. La serie non tradisce l’importanza dei personaggi, mostrando le scappatoie di un giovanissimo ragazzo mutante di nome Roberto DaCosta, costantemente in fuga dai prepotenti e spaventato dalle persone adulte anche quando queste vogliono aiutarlo. I confronti tra Roberto DaCosta e Jubilee riassumono in modo perfetto tutti i disagi di un ragazzo che si sente diverso, che fa fatica ad accettare il proprio corpo ed a comunicarlo agli altri, creando un chiarissimo parallelismo con tutti gli adolescenti che scoprono di essere omosessuali. Oltre a ciò, il dialogo tra Jean e Tempesta, il quale evidenzia le fragilità di un genitore nel crescere un figlio “diverso” per paura di non saperlo proteggere abbastanza dalla cattiveria del mondo, è uno dei più potenti che si siano sentiti all’interno di un’opera supereroistica in generale.

La cosa ancora più incredibile è che viene evidenziato anche il punto di vista delle persone razziste: ovviamente la serie li condanna senza pensarci due volte, però vengono sviscerate tutte le insicurezze e le paure di chi non sa accettare il diverso. Infatti viene mostrato come, dietro la cattiveria umana, non ci sia altro che il riflesso della paura di non valere niente nella vita. Lo sfogo di un razzista fa, ad esempio, un chiaro riferimento alle scuse del politicamente corretto che molti razzisti mettono in atto, accusando i mutanti di essere insopportabili proprio perché si lamentano costantemente delle loro condizioni. Nessuna lamentela può giustificare gli Amici dell’Umanità, veri e propri terroristi spesso associati al Ku Klux Klan ed anzi, è proprio la loro infantile fragilità a fare così tanta paura.

Ma probabilmente l’elemento più riuscito tra tutti i personaggi presentati è il ritorno di Magneto: il celebre villain degli X-Men ha ereditato la scuola di Xavier, probabilmente per un ultimo atto di fiducia da parte del professore, che confidava nell’unione fraterna tra tutti gli esseri viventi, anche tra chi sono stati acerrimi nemici fino ad allora. L’evoluzione raggiunta da Magneto è uno straordinario esempio di chi non scorda mai il proprio passato, ma è pronto a raccogliere le orme positive di chi ha sempre creduto anche negli esseri peggiori. Anche lui, nonostante tutta la sofferenza avuta, deve provare ad abbracciare il futuro… e per farlo deve costruire dei legami. Gli X-Men devono imparare ad avere fiducia in Magneto e Magneto deve avere fiducia negli X-Men, così come tutti quanti devono avere fiducia nell’umanità. Tutti, nelle loro paure e sofferenze, devono provare ad essere migliori, ispirando il mondo come l’ha fatto Xavier, il cui sacrificio non è stato vano.

Recensione X-Men 97: il primo episodio

Le prime due puntate di X-Men ’97 non sono soltanto uno splendido omaggio ad una delle serie animate più importanti di sempre, con scene d’azione potenti e divertenti, ma sono anche uno straordinario trattato sociopolitico che porta questi personaggi su strade profonde ed inesplorate. Se il resto della serie dovesse rivelarsi all’altezza, il pubblico potrebbe essere di fronte ad una nuova rinascita dell’animazione supereroistica Marvel.

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