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Recensione – Un Altro Ferragosto, il ritorno alla regia di Paolo Virzì

A due anni di distanza dal suo ultimo lavoro, Paolo Virzì torna alla regia con Un Altro Ferragosto, sequel diretto di Ferie d’Agosto, da lui diretto nel 1996 e vincitore del David di Donatello per il miglior film.
Silvio Orlando e Laura Morante nell'ultimo film di Paolo Virzì, Un Altro Ferragosto

La recensione di Un Altro Ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì sequel diretto di Ferie d’Agosto, opera che nel 1996 trionfò come miglior film ai David di Donatello. Con un importante cast corale, il lungometraggio è stato distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution a partire dal 7 marzo 2024. Seguono dunque trama e recensione di Un Altro Ferragosto.

La trama di Un Altro Ferragosto, diretto da Paolo Virzì

Come sempre, prima di passare alla recensione del film, è bene spendere due parole sulla sua trama. In Ferie d’Agosto Sandro Molino (Silvio Orlando) e Cecilia Sarcoli (Laura Morante) ebbero un figlio. Quel bambino, Altiero Molino (Andrea Carpenzano) oggi è un adulto, un imprenditore digitale sposato con un fotomodello che, data la malattia di suo padre, decide di organizzare un ferragosto in famiglia nell’isola tanto amata dai suoi genitori, invitando tutti i loro più cari amici.

Caso vuole che proprio a Ventotene si stanno per sposare Cesare (Vinicio Marchioni) e la figlia di Marisa (Sabrina Ferilli), ovvero Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel), influencer il cui successo attirerà sull’isola un gran numero di fan. Tra incomprensioni, incomunicabilità e politica, si andrà dunque a ricreare una situazione molto similare a quella del film del 1996.

Paola Tiziana Cruciani, Christian De Sica e Sabrina Ferilli in Un Altro Ferragosto, il nuovo film di Paolo Virzì.

La recensione di Un Altro Ferragosto: molto rumore per nulla

Era l’aprile del 1996 quando un giovane Paolo Virzì – 32enne con all’attivo un solo vero lungometraggio – debuttò nelle sale italiane con Ferie d’Agosto. Un film corale che, ai 41esimi David di Donatello, si aggiudicò il premio per il miglior film. L’anno seguente, nel 1997, egli fece una grandiosa doppietta con Ovosodo, cult assoluto che si aggiudicò non solo due David, ma anche e soprattutto il Gran Premio della Giuria alla 54esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. L’Italia trova dunque un nuovo grande autore del proprio cinema, lo stesso autore che nel 2024 torna nelle sale italiane con un sequel diretto del suo primo grande successo. Peccato però che i fasti degli anni ’90 siano un lontano ricordo.

Se c’è un motivo per cui Ferie d’Agosto era riuscito a fare breccia nel cuore di ogni spettatore – seguendo l’eredità di autori come Ettore Scola o Mario Monicelli – è di certo l’aver portato in scena una commedia all’italiana dove ogni risata era amara, in un’opera estremamente cupa dove tutti nascondono qualcosa, tutti sono colpevoli, tutti sono sporchi. Grazie soprattutto ad un cast ispiratissimo, Ferie d’Agosto parlava di un popolo intero senza però che alla base ci fosse una vera pretesa di farlo e, soprattutto, senza la volontà di fare la morale: si parla di politica e d’amore ma senza voler insegnare nulla a nessuno e con la sola volontà di dipingere un’epoca, un preciso momento storico, attaccando tutto e tutti. Tutte cose che, in Un Altro Ferragosto, sono assenti.

Dispiace doverlo sottolineare, ma Paolo Virzì non è più quello di 30 anni fa e, nonostante abbia comunque realizzato opere di buon livello, di buchi nell’acqua ce ne sono stati eccome, con buona pace di tanta della critica italiana che anni fa decise di incensarlo come uno dei maestri del nostro cinema, spendendo fiumi d’inchiostro e complimenti che, a quanto pare, hanno avuto l’effetto opposto rispetto a quello desiderato. Un film si può sbagliare e la speranza è che il regista livornese possa tornare al più presto dietro la macchina da presa per un lungometraggio degno del suo nome, ma non si può non sottolineare come Un Altro Ferragosto sia un film sbagliato. Va detto perché è ciò che il critico cinematografico deve fare e perché non c’è in alcun modo – ovviamente, ma è sempre meglio specificarlo – la volontà di attaccare l’uomo Virzì. Qui si parla solamente di cinema e parte del problema pare essere proprio questo: il cinema si sta perdendo di vista.

Un Altro Ferragosto è un film vecchio, un’opera che vuole dipingere un presente che non conosce, buttando qua e là elementi sì presenti nella nostra società, ma che non vengono messi a fuoco, senza che si comprenda fino in fondo se si sta muovendo una critica oppure no, dando inevitabilmente la sensazione di essere cerchiobottista: dalla coppia omosessuale ed il bullismo nei confronti di Noah all’influencer ignorantona ma di buoni sentimenti, fino all’utilizzo esagerato ed inutile di termini inglesi che dovrebbero essere giovanili ma che nessuno usa davvero, qui nulla sembra essere messo a fuoco. Non ci si limita però alla superficie e ci si butta anche sulla politica, aspetto sì toccato in Ferie d’Agosto ma con tutt’altra mano e che qui invece diventa cardine dell’opera. Continuare a dipingere l’Italia come un paese diviso tra comunisti bravi ma disillusi e fascisti cattivi ma al comando non solo non ha senso, ma diventa deleterio ed è inevitabile che la nostalgia giochi un ruolo cruciale, basti pensare ai sogni di Sandro in cui appare un giovane Sandro Pertini che, non sia mai, cita anche la vittoria dell’Italia ai mondiali del 1982.

Tutto ciò sarebbe stato anche sopportabile se si fosse presa una posizione netta che qui è invece sopita, implicita, nascosta. Fu proprio Ferie d’Agosto ad insegnarci che ogni persona ha un lato oscuro, che nessuno si salva e qui questo elemento è totalmente assente. Infine, riguardo Un Altro Ferragosto, vi è poi una sensazione generale che deriva dalla ricezione dello stesso sui social e cioè che l’imperativo sia uno e solamente uno: apparire. Non importa se hai un piccolo ruolo nel cast o nella troupe, non importa di che caratura quel ruolo sia, l’importante è esserci e l’importante è farlo sapere a tutti, che è poi esattamente ciò che il film avrebbe dovuto attaccare se avesse avuto un briciolo di cattiveria in più nel parlare del presente. Ogni anno si attende con amore e speranza il nuovo lavoro del regista toscano, ma Paolo Virzì può e deve fare di più perché, indubbiamente, è nelle sue facoltà.

1,0
Rated 1,0 out of 5
1,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina ufficiale del nuovo film di Paolo Virzì, Un Altro Ferragosto
Un Altro Ferragosto
Un Altro Ferragosto

Paolo Virzì torna alla regia a due anni di distanza da Siccità per dirigere il sequel diretto di Ferie d'Agosto, suo cult del 1996 che vinse il David di Donatello per il miglior film. Ma sarà riuscito a mantenere le aspettative di pubblico e critica?

Voto del redattore:

3.5 / 10

Data di rilascio:

07/03/2024

Regia:

Paolo Virzì

Cast:

Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Silvio Orlando, Laura Morante, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Anna Ferraioli Ravel, Andrea Carpenzano, Gigio Alberti, Agnese Claisse, Paola Tiziana Cruciani, Raffaele Vannoli, Rocco Papaleo

Genere:

Commedia, Drammatico

PRO

Nessuno
La sceneggiatura di Paolo Virzì, Carlo Virzì e Francesco Bruni
Il modo in cui viene affrontata la politica nel film
La maggioranza delle interpretazioni: la coralità di Ferie d’Agosto è un lontano ricordo