Su Amazon Prime Video sono stati pubblicati i primi due episodi di Expats, la serie tv che vede Lulu Wang (The Farewell) alla regia e Nicole Kidman come protagonista; ogni venerdì la serie, che non è altro che l’adattamento del romanzo The Expatriates di Janice Y. K. Lee, si aggiorna attraverso nuove puntate. In attesa di scoprire lo sviluppo della serie nelle prossime settimane, segue dunque la recensione di The Peak e Mongkok, rispettivamente primo e secondo episodio di Expats.
La trama di Expats, la nuova serie tv di Amazon Prime Video
Prima di passare alla recensione dei suoi primi due episodi, è bene spiegare brevemente qual è la trama di Expats, la serie tv di Lulu Wang presente nel catalogo di Amazon Prime Video. Ambientata nella Hong Kong del 2014, Expats ha come protagoniste tre donne: Margaret (Nicole Kidman) è una donna americana e benestante che ha dovuto lasciare il suo lavoro e trasferirsi per seguire suo marito Clarke (Brian Tee), finendo così per dover badare costantemente ai suoi tre figli. Hilary (Sarayu Blue) è la cognata di Margaret ed anche lei si è trasferita – in questo caso dall’India – per seguire il marito David (Jack Huston) che, dopo anni senza averne sentito il bisogno, desidera adesso avere un figlio, ma il concepimento risulta piuttosto complicato. Infine Mercy (Ji-young Yoo), giovane ragazza che viene dalla Corea, che ha girato molti paesi e realtà ma che fatica ancora a trovare il proprio posto nel mondo. Ben presto però, un lutto porterà i loro destini ad intrecciarsi.
La recensione dei primi due episodi di Expats, diretta da Lulu Wang
A questo punto, indicata la trama generale della serie, si può proseguire con la recensione dei primi due episodi di Expats. Il primo episodio è probabilmente il più importante di ogni serie tv. D’altronde, il cosiddetto pilota ha l’obiettivo di vendere il prodotto a più persone possibili, concentrandosi spesso e volentieri sul mettere subito in chiaro quali sono i pilastri del racconto: chi sono i protagonisti, dove si trovano, quali sono le loro caratteristiche. Tutti aspetti che verranno approfonditi in seguito ma che servono per, come detto, mettere le mani avanti in modo tale che chiunque vi si appassioni, possa proseguire con la visione. In questo senso, Expats è un perfetto esempio di come si scrive un pilota: dal primissimo minuto, Lulu Wang chiarisce cos’è che desidera narrare e come. E lo fa benissimo.
Ci sono tre donne, tre espatriate che vivono in una città lontana e che non sentono loro. Sono sole ed in balìa degli eventi. La città diventa un vero e proprio personaggio, un villain, il caos che ingloba e fagocita e che mette in discussione e pericolo ogni certezza. C’è stato un trauma, un lutto che ha rotto qualcosa e che porterà i destini delle tre protagoniste ad intrecciarsi. L’obiettivo principale di Lulu Wang non è però quello di parlare della vittima – come spesso accade quando avviene un incidente – ma del responsabile dello stesso, che più volte viene lasciato in secondo piano. Questo è il suo obiettivo, scavare nell’animo di queste persone, comprenderne la natura e, forse, arrivare al perdono.
Certo, sono stati rilasciati solamente due episodi sui sei complessivi, ma Expats ha già dimostrato di essere un prodotto di grandissimo interesse, che segna l’enorme salto di qualità di Lulu Wang – che torna alla regia a 5 anni di distanza da The Farewell – e che fa leva su una grandiosa scrittura perché, partendo dal più classico dei MacGuffin, finisce per trattare in maniera lucida l’essere donna, la maternità – qui dipinta non come un dono di Dio ma come un fardello – il matrimonio e le relazioni interpersonali. Expats debutta dunque nel miglior modo possibile e non resta che attendere i nuovi episodi, che verranno rilasciati ogni venerdì su Amazon Prime Video, per poter capire meglio di che livello stiamo parlando.
