Bottoms: la spiegazione del finale del film di Emma Seligman

Bottoms: la spiegazione del finale del film di Emma Seligman

Articolo pubblicato il 21 Novembre 2023 da Bruno Santini

Bottoms è il secondo film di Emma Seligman che, dopo aver ottenuto un grande successo con Shiva Baby, torna dietro la macchina da presa con una queer comedy che si avvale delle interpretazioni di Rachel Sennott e Ayo Edebiri nei panni delle protagoniste. A seguito di un percorso sicuramente molto ben reso in termini di climax, il film giunge verso il suo incredibile finale: ma quale è il significato? Di seguito, la spiegazione del finale di Bottoms di Emma Seligman. 

Il finale di Bottoms di Emma Seligman

Prima di procedere con la spiegazione del finale di Bottoms di Emma Seligman, è importante citare innanzitutto le scene finali del film. Dopo aver litigato perché tradite della loro fiducia, le ragazze del fight club fondato da PJ e Josie si allontanano definitivamente e sembrano tornare alle loro vite. Tuttavia, una minaccia incombe sul match di football americano che i maschi della scuola dovranno realizzare: così come avvenuto in passato, gli avversari sono pronti a sfruttare il match per uccidere Jeff con l’ananas, di cui è allergico. Per questo motivo, le ragazze tornano a coalizzare per fermare gli avversari, in un ultimo scontro finale in cui il sangue imperversa e in cui tutti i maschi vengono sconfitti e uccisi. Le due amiche possono finalmente far pace dopo aver litigato e, a quanto pare, il problema di aver compiuto degli efferati delitti diventa secondario rispetto alla vittoria dei Vikings. 

La spiegazione del finale di Bottoms, il film di Emma Seligman con Rachel Sennott

Il modo in cui viene dipinto, attraverso i toni del ridicolo, la società maschile all’interno di Bottoms è la chiave per comprendere la spiegazione del finale del film di Emma Seligman. A partire dalla consapevolezza di aver creato qualcosa di differente, e realmente femminista, nonostante le intenzioni del fight club, le ragazze di Bottoms decidono di aiutarsi a vicenda per sconfiggere gli avversari in un’ultima, efferata, battaglia. È evidente che qui il tono di Emma Seligman, una regista che ama l’horror e che l’ha mostrato già in Shiva Baby diventi iperbolico e volutamente esagerato, così come quelle morti che vengono rappresentate in termini splatter


L’idea è che la morte sia sì reale, ma allo stesso tempo secondaria: la scuola e i ragazzi siano così tanto ossessionati dall’incontro da non rendersi conto degli atroci delitti commessi dalle ragazze che, a loro volta, hanno finalmente potuto dimostrare la loro forza. Naturalmente, si tratta anche di un finale dal simbolismo piuttosto forte: il succo d’ananas di cui Jeff è allergico chiama in causa la metafora sessuale e relativa allo sperma che, in età adolescenziale, risulta essere molto conosciuta soprattutto in termini di rapporto. Insomma, quella grande esagerazione messa in campo da Emma Seligman racchiude un surrealismo che permette alla regista di dire altro e, soprattutto, di offrire un messaggio ulteriore, nell’idea di ridicolizzare quella società e quell’istituzione rappresentata.