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Comandante: Favino difende il film dalle accuse di fascismo

Comandante: Favino difende il film dalle accuse di fascismo

Comandante, il nuovo film con Pierfrancesco Favino nei panni del protagonista, non solo soffre al box office per la concorrenza di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, ma anche per le accuse di fascismo da cui deve difendersi. Il film racconta di Salvatore Todaro, un militare e comandante della Regia Marina durante la Seconda Guerra Mondiale, per cui sono numerose le accuse di militanza politica da parte del film in questione: Favino ha rilasciato delle dichiarazioni in merito. 

Le dichiarazioni di Pierfrancesco Favino su Comandante

Come ci si poteva attendere, le accuse mosse verso il film Comandante sono state numerose e, soprattutto, di natura ideologica. Pierfrancesco Favino ha risposto a queste ultime spiegando quanto segue: “Ti appiccicano un’etichetta addosso, e questo è violento, orrendo, oltre che assurdo. Chi dice questo non ha visto il film. Bastava semplicemente ascoltare le ultime tre battute del film. Cioè salvarli, quelli che annaspano là sotto: «Perché così si è sempre fatto in mare, così sempre si farà, e coloro che non lo faranno saranno maledetti». Non è che mi abbia infastidito la strumentalizzazione del film, da parte di certi presunti progressisti. Mi infastidisce che non si possa più discutere, ragionare. Io, il regista De Angelis, lo scrittore Veronesi saremmo dei fascisti perché abbiamo raccontato un soldato come Todaro? Uno che riconosce il valore della vita anche nel nemico di guerra e tira via quegli uomini dall’annegamento? L’Italia è da sempre quel miscuglio putrido e vitale di lingue e culture, come dice Todaro al suo secondo. Noi siamo insieme meticcio. E vorremmo lasciare ancora morire gente in mare? Di cosa parliamo?.”

La replica di De Angelis alle accuse di fascismo

Anche De Angelis ha voluto commentare le accuse relative al film Comandante, presentato come film di apertura al Festival di Venezia, spiegando quanto segue: “Altro che destri, sembriamo una vecchia assemblea post-proiezione del PCI. Questa è militanza. Io ho fatto un film, mica un sussidiario. La storia si apre sul suo vigore militare, si chiude sul senso della sua scelta”.