Cerca
Close this search box.

I migliori film psicologici

Segue l’elenco dei migliori film psicologici

La mente degli esseri umani è un qualcosa di imperscrutabile per certi versi, e si è elevata a soggetti di molteplici interrogativi e altrettante riflessioni. L’etica, la filosofia, gli incubi e tanti altri materiali derivano proprio dalla psicologia, e sul grande schermo ci sono state svariate trasposizioni cinematografiche. Siccome la mente è complessa, esistono biforcazioni e ramificazioni esplorative a riguardo, e tramite i film si tenta di osservare più da vicino la sua natura enigmatica. Grazie ai film psicologici, infatti, si entra in contatto con personaggi sfaccettati che vivono delle trame intricate, sfumate, e talvolta provocatorie, rendendo così viva e travolgente l’esperienza data dalla narrazione. Ma quali sono i migliori appartenenti a questo genere?

Quali sono i 10 migliori film psicologici?

All’interno del panorama cinematografico esistono moltissimi film psicologici, perlopiù legati al genere thriller, e compongono un insieme di storie interessanti e ricche di fascino. Le trame spesso regalano colpi di scena, ma soprattutto riescono a mettere in luce il tormento interiore di uno o più individui, incollando gli spettatori alla poltrona fino alla fine del film. Nel corso del tempo ci sono stati numerosi film psicologici, con personaggi, situazioni e storie sempre diverse: ecco quali sono i migliori 10, inseriti in ordine cronologico. 

10. Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986), Michael Mann

La visione di Manhunter – Frammenti di un omicidio è l’ideale per osservare con la lente d’ingrandimento – ovvero la macchina da presa –  ciò che c’è all’interno di una mente criminale. La psicologia del film viene esplorata alternando i due punti di vista, quella del detective Will Graham e l’altra del Killer, in un ambiguo gioco di specchi che genera un’atmosfera unica nel panorama cinematografico.

9. Pi – Il teorema del delirio (1998), Darren Aronofsky

L’intensità presente in Pi – Il teorema del delirio è senza pari, poiché lo spettatore può avvertire tutta la claustrofobia derivata dalla mente tormentata del protagonista. Si tratta di un individuo ossessionato dalle formule e dalla matematica, e quest’accentuazione razionale trasposta in bianco e nero lascia in realtà spazio all’irrazionalità psicologica. 

8. Mulholland Drive (2001), David Lynch

Uno dei migliori film psicologici è sicuramente Mulholland Drive di David Lynch, pietra miliare del cinema postmoderno. L’atmosfera surreale da cui si genera il mistero che avvolge la storia delle due protagoniste è linfatica, grazie al minuzioso lavoro dei comparti tecnici; su tutti, colpiscono le inquadrature e la fotografia. L’emotività e il gioco di ruoli lasciano riflettere lo spettatore su Hollywood e i suoi lati oscuri, ampliando la potenzialità del cinema stesso e regalando un’esperienza formidabile.

7. The Others (2001), Alejandro Amenábar

Piccola perla del cinema thriller e horror, The Others è un costante gioco cinematografico con gli archetipi della narrativa soprannaturale. Il colpo di scena finale è uno di quei tocchi indimenticabili, derivativo a sua volta ma in grado di influenzare l’avvenire. Le prospettive sono molteplici, a dispetto di quanto si possa pensare inizialmente, e la storia si fa progressivamente sempre più avvolgente.

6. Donnie Darko (2001), Richard Kelly

Donnie Darko è un vero e proprio cult, e non poteva che essere citato tra i migliori film psicologici. Se il precedente lungometraggio citato gioca con gli elementi horror, il film di Richard Kelly mescola il thriller con la fantascienza e il teen drama, rendendo l’atmosfera rarefatta e per di più inquietante. Si indaga molto sulla psicologia del protagonista, espandendo i binomi normale-atipico e maturo-immaturo.

5. The Prestige (2006), Christopher Nolan

The Prestige è probabilmente il capolavoro di Christopher Nolan, la cui trama intricata assume qui un ruolo primario per ciò che concerne la psicologia dei personaggi. Le rivelazioni e i repentini colpi di scena restituiscono perfettamente l’idea ossessiva del conseguimento di un obiettivo, della manifestazione artistica. Il noto cineasta elabora più strati per interpretare il film, ma è suggestivo il rapporto metacinematografico che analizza i confini sempre più sottili tra gli spettatori e l’opera in quanto tale.

4. Synecdoche, New York (2008), Charlie Kaufman

Disamina sulla depressione, sulle barriere edificate dalla mente umana, sulla vita rapportata all’espressione della propria arte, Synecdoche, New York è uno dei migliori film psicologici a mani basse. Kaufman crea un macromondo al contempo emotivo e riflessivo, toccando tematiche universali e sensibilmente umane. Il rapporto tra realtà e finzione si erge a pura esperienza personale.

3. Enemy (2013), Denis Villeneuve

La tensione psicologica che si avverte in Enemy è elevatissima, dotata di un’intensità impattante nella percezione dello spettatore. Il concetto di doppia identità viene esasperato, e gli indizi sparsi per tutto il racconto servono a costruire l’evento scatenante il trauma. Dunque, il film di Villeneuve è uno straordinario esempio di alternanza tra la percezione soggettiva e la presa di coscienza di una realtà complessa.

2. Birdman (2014), Alejandro González Iñárritu

La psicologia di un attore in declino viene seguita con rigore ossessivo dal famoso cineasta messicano, tanto da realizzare un finto piano sequenza veemente. Tra performance memorabili  e intense, battute tragicomiche e scene altamente depressive per il contenuto espresso, Birdman si rivela un’attenta riflessione sulla fama raggiunta ma non preservata, nonché sulla natura dell’arte in quanto tale.

1. Mademoiselle (2016), Park Chan-wook

Mademoiselle è uno dei film più recenti del regista coreano Park Chan-wook, che di psicologia ha dimostrato in più occasioni di intendersene. Elaborando una trama sfumata e coinvolgente per percorsi guidati dalla passione e dalla vendetta, il lungometraggio in questione merita di essere menzionato come uno dei migliori film psicologici per i simbolismi concreti e per la profonde relazioni instaurate tra i personaggi. La riflessione sul ruolo della donna nella società è dotata di grande sensibilità, poiché lascia intravedere direttamente i risvolti psicologici dal punto di vista femminile.