I Film Più Sopravvalutati Della Disney

I film più sopravvalutati della Disney

Articolo pubblicato il 21 Ottobre 2023 da Matteo Farina

L’arte in ogni sua manifestazione si scontra sempre con una variabile fondamentale: il gusto del pubblico. Un’entità misteriosa composta da persone di ogni tipo, con diverse aspettative e gradi di conoscenza della disciplina. Proprio in questo ambito entra in gioco il termine sopravvalutato. Quando noi, non riusciamo a comprendere il gradimento degli altri; o magari più semplicemente non lo condividiamo. Per questo è fondamentale evidenziare i nostri criteri valutativi, e proprio per questo non esisterà mai la chiave giusta di lettura. In pieno stile villain Disney distruggeremo i vostri sogni, ma senza artefatti magici o stregonerie. Oggi solo tanto gusto personale e voglia di discutere. Ecco perché in questo centenario abbiamo deciso di presentarvi una lista dei film Disney più sopravvalutati di sempre.

I Film Disney Più Sopravvalutati Di Sempre

Senza tentare alcun tipo di classifica, quella che oggi andiamo a proporvi è una semplice lista in ordine cronologico. Una lista che non parla per forza di film brutti. Sopravvalutato significa sovrastimato, a prescindere dal grado di apprezzamento. Magari ciò che per molti è un capolavoro, per alcuni lettori sarà semplicemente un film carino. Oppure come tradizione vuole, film “ingiustamente” apprezzati verranno dipinti come il male assoluto. A volte una sceneggiatura mal riuscita ci porta a bocciare una pellicola, altre volte chiudiamo un occhio volentieri. Insomma, quello che si spera di fare con questa lista è stimolare in voi numerose riflessioni invitandovi al ragionamento e al dialogo continuo. Ecco quali sono i film Disney più sopravvalutati della storia. 

Bambi (1942)

Un film straziante, con una sequenza per ogni bambino traumatizzante. Questi sono gli elementi che principalmente vengono ricordati di Bambi, ma perché? Una domanda interessante, che nasconde numerosi spunti di riflessioni. Il primo elemento da sottolineare che emerge ad una revisione in ordine cronologico dei classici, è il ritmo della pellicola. Escludendo Fantasia che potrebbe quasi rientrare in un campionato a parte, i 3 film precedenti avevano abituato lo spettatore ad un crescendo qualitativo continuo. Se parliamo infatti del mero intreccio narrativo, Bambi potrebbe uscirne con le ossa rotte persino nel confronto con Biancaneve. Il protagonista manca di un vero e proprio appeal che ci spinga all’empatia, così come i secondari. Un comparto narrativo sottotono risulta affiancato da un comparto tecnico sublime.

Il film sul fronte registico non presenta mai un vero e proprio momento memorabile, se non appunto la ricordata morte della madre. Proprio per questo forse il ritmo risulta più lento e meno coinvolgente. Più di altri colleghi del tempo, Bambi sente davvero il peso dell’età. Un peso che emerge nel confronto con i predecessori, che forse lo rendono poco memorabile. Eppure questo non lo rende una pellicola mediocre, anzi una revisione del classico è quasi obbligatoria. In molti sicuramente, troveranno nella pellicola il trionfo della leggerezza e della spensieratezza. Sperando che una nuova visione possa suscitare in voi nuove emozioni, positive e negative che siano, non si poteva che non iniziare con una provocazione di tale taratura.

Alice Nel Paese Delle Meraviglie (1951)

Il tredicesimo classico Disney è un film folle, schizzofrenico e colorato. Tanto caotico quanto virtuoso nella sua creatività. Quello che infatti emerge ad una visione di Alice è proprio l’iconicità dei personaggi. Bastano pochi minuti a schermo per renderli memorabili, un mix virtuosistico fra character design vincente e performance di doppiaggio azzeccate. Ma perché allora questo film dovrebbe rientrare in una classifica dei film più sopravvalutati dopo queste lodi? Perché come si è già affermato, Alice è un film caotico e folle. Se questo rifiuto dell’ordine permette alla creatività di esplodere nella bellezza dei personaggi e degli sfondi, mina la scorrevolezza del film alla base. Il film diventa una sequenza di incontri, un viaggio senza un fine ultimo.

Anche qui questo piccolo ma grande difetto non mina la qualità di una pellicola che garantisce intrattenimento di qualità. Stiamo sempre parlando di un film che nei suoi difetti riesce ancora oggi a difendersi benissimo, ma che forse ad una revisione potrebbe vedersi ridimensionato. Dipende sempre dal pubblico e dalle sue aspettative, elementi fondamentali in una discussione di questo tipo. Si cercano personaggi iconici e una sequenza di situazioni divertenti? Si avrà pane per i propri denti. Si cerca un film più strutturato narrativamente e registicamente? Allora forse bisognerà volgere il proprio sguardo ai classici limitrofi. Sicuramente pellicole meno psichedeliche e creative, ma decisamente più compatte.

Le Follie Dell’Imperatore (2000)

Nuovamente un film folle, ricco di gag dal forte stampo meta-cinematografico. Il film che segna la fine del rinascimento Disney si pone alla fine di un percorso che sicuramente non gli rende vita facile. Confrontarsi con la bellezza e l’iconicità di questi predecessori è infatti una sfida ardua. Sfida che questo quarantesimo classico non rifiuta. Ma allora perché inserire questo film fra i più sopravvalutati? In parte perché come citato si inserisce in un periodo di massimo splendore e rivoluzione, dove ne esce come “minore” fra i suoi fratelli. Dall’altra parte perché si ripresentano alcuni difetti già visti in Alice. Personaggi iconici costellano ad un film che procede a situazioni, scandite da gag continue. Un’innovazione per casa Disney che però arriva decisamente tardi.

A differenza dei classici precedenti che innovavano costantemente l’animazione con nuove vette qualitative, questo film risulta quasi vecchio. In particolare se calato nel contesto della storia dell’animazione, dove il comico demenziale da sempre ha fatto parte di questa tecnica. Aiutato sicuramente dal doppiaggio italiano, quello che ci troviamo davanti è decisamente qualcosa di stantio. Un film che sicuramente riesce ad essere divertentissimo ed entusiasmante, ma che risulta essere vecchio uscendo dal limitato gruppo dei classici. La stessa comicità infatti, risulta derivativa e poco ispirata. Insomma anche qui una bella pellicola, ma che vista sotto l’occhio del contesto forse regala qualche delusione. 

Pirati Dei Caraibi – Ai Confini Del Mondo (2007)

 

I film più sopravvalutati della Disney

La saga di Pirati dei Caraibi sicuramente è una delle più iconiche della storia del cinema. Meritevole di aver spezzato la maledizione che gravava sul genere piratesco e di aver creato icone immortali. Di fronte ad un primo capitolo innovativo e ad un secondo che rilancia su ogni aspetto elevandolo, le aspettative per il terzo capitolo sono alle stelle. Però il giocattolo si rompe, qualcosa non funziona più. Il terzo capitolo della saga seppur stupendo sul fronte registico, è accompagnato da un comparto narrativo pessimo. In totale contrasto con i capitoli precedenti, qui si inizia a percepire un senso di confusione sempre più pesante. Situazioni inutilmente complesse, tradimenti ingiustificati, personaggi che ritroviamo con caratterizzazioni in totale antitesi con i film precedenti. Insomma qualcosa decisamente non funziona.

La stessa ricerca di Jack viene liquidata in maniera semplicistica, dove i confini del mondo sono una delle delusioni più grandi della saga. Delusione che ovviamente risulta nulla se paragonata alla minaccia del secondo film che muore off screen e ad uno scontro finale estremamente limitato. La fratellanza dei pirati infatti è un pretesto per qualche gag, la battaglia epica finale ci viene negata. Insomma, un film che forte della regia di Verbinski si guarda sempre volentieri e con un un occhio di nostalgia. Un’occasione sprecata, nonché l’inizio della fine per una saga che nel bene o nel male ha segnato la storia del cinema e della Disney. Anticipando anche nei toni il MCU, ma diventando uno dei film Disney più sopravvalutati di sempre.

Alice In Wonderland (2010)

Non è un mistero, Tim Burton è sicuramente un regista controverso. Amato da molti ed odiato da altri, ha sicuramente influenzato la storia del cinema. Con questa incarnazione di Alice nel paese delle meraviglie molti speravano in un vero e proprio capolavoro, e invece anche qui il film ne esce con le ossa rotte. Spezziamo tuttavia una lancia a favore della pellicola: la colonna sonora ed il lato estetico (costumi e scenografie) sono di ottimo livello. Sicuramente l’estetica di Burton ben si sposa con gli ideali di Carroll, ma questo non salva una regia ed una narrazione delirante. Il film non ha un ritmo definito, si ha come l’impressione di star assistendo ad una sorta di delirio psicheledico.

Delirio che emerge anche nella sceneggiatura, dove la costruzione del climax non riesce ad essere coinvolgente. Il tutto affiancato ad un Johnny Depp ormai diventato la parodia di se stesso. Un ruolo fin troppo delirante, dove lui stesso sembra portare in scena un personaggio perennemente ubriaco con la recitazione. Insomma si potrebbe scrivere un saggio su cosa non funziona in questa pellicola, eppure i fan innamorati non sono pochi. Questo cosa ci permette di constatare? Che forse il cinema è fatto anche di suggestioni, di emozioni e di percezione. Con molti non ha funzionato, ma altri guarderanno questa pellicola con occhi ben più amorevoli.

Encanto (2021)

I film più sopravvalutati della Disney

La premiata pellicola nonché 60° classico, ha sicuramente sofferto la pandemia più di molte altre. Eppure anche a voler essere generosi, trovare un vero e proprio punto di forza in questa pellicola risulta davvero difficile. Il primo grosso problema risiede nel comparto narrativo, con una sceneggiatura che continuamente si contraddice. La morale finale vuole quasi suggerire un fine che giustifica i mezzi, un messaggio decisamente problematico. Eppure la cosa che veramente non funziona è l’intreccio narrativo, basato unicamente su supposizioni mal gestite. I personaggi sembrano sempre incapaci nel dialogare delle cose più semplici. L’intera trama viene portata avanti da pretesti labili come il futuro già scritto, che però può cambiare. Decisamente debole e poco coerente per la damnatio memoriae che subisce il personaggio di Bruno.

Altro punto di debolezza sono le canzoni, non più evocative ma descrittive. Le canzoni descrivono letteralmente ogni cosa che appare sullo schermo, risultando in una simpatica compilation. Si potrebbero rimuovere dal film, e tutto funzionerebbe perfettamente. Cosa che in uno spettacolo musical, teatrale o cinematografico che sia, denota una scarsa coesione del progetto sin dalle sue radici. Un comparto tecnico in linea con lo standard odierno non può certamente salvare una pellicola che denota un calo qualitativo di tale livello. Se c’è bisogno di fare una lista dei film Disney più sopravvalutati di sempre, questo film deve sicuramente farne parte.