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Recensione – Vivants, il film di Alix Delaporte a #Venezia80

Recensione - Vivants, il film di Alix Delaporte a #Venezia80

Vivants è un film di Alix Delaporte presentato in anteprima e Fuori Concorso nel contesto del Festival di Venezia 2023; la pellicola presenta Alice Isaaz, Roschdy Zem, Vincent Elbaz, Pascale Arbillot, Pierre Lottin, Jean-Charles Clichet all’interno del suo cast, pur risultando estremamente dimenticabile nei suoi 86 minuti complessivi. Di seguito, la trama e la recensione di Vivants. 

La trama di Vivants, diretto da Alix Delaporte

Prima di proseguire con la recensione di Vivants di Alix Delaporte, si indica innanzitutto la trama del film in questione, che segue: “Gabrielle è appena entrata a far parte di un prestigioso network di informazione. In assenza di un’adeguata formazione, deve dimostrare di essere all’altezza e trovare il proprio posto all’interno di un gruppo di inviati speciali di grande esperienza. Nel vivo dell’azione, imparerà il linguaggio e il codice di questi reporter, sempre appassionati, spesso divertenti e talvolta segnati dalla vita e dalla loro professione. E poi c’è Vincent, il caporedattore del programma, che non può fare a meno di sfidare…”

La recensione di Vivants di Alix Delaporte: un film sciatto presentato a Venezia80

La sciatteria che si accompagna alla selezione di alcuni film, nel contesto delle categorie In Concorso e Fuori Concorso, tende a sorprendere nonostante le abitudini di un Festival che tende ad inserire alcuni film, per i quali si possono intravvedere indizi relativi a minutaggio, trama o paese di produzione, dei veri e propri film “riempitivi”. Vivants, l’ottavo lungometraggio della regista francese Alix Delaporte, può essere tranquillamente annoverato a questa categoria: nell’offrire la recensione del film in questione, dunque, si ha sostanzialmente poco da dire, poiché opere di questo genere si rendono portatrici di così scarso significato (e non si parla soltanto di trama, narrazione o senso del cinema, ma anche di tecnica, innovazione visiva o intuizione in termini di linguaggio) da essere immediatamente dimenticabili.

 

 

La regista francese ha dichiarato di aver iniziato la propria carriera da fotoreporter e di voler dedicare a quest’ultima, tramite questo film, un ricordo che si traveste da omaggio. La realtà rappresentata potrebbe ricordare soltanto alla lontana gli esempi offerti da film come Il caso Spotlight o Zodiac, in cui il giornalismo incontra la crudeltà della realtà e l’inquietudine dei suoi autori; tuttavia, Vivants si tiene bene alla lontana da questi temi, soffermandosi quasi ad una trattazione fanciullesca ed elementare del mondo di una relazione, colta nell’ambito della sua frenesia, di lavori improvvisati e di servizi di inchiesta che devono essere realizzati con pochi mezzi, a causa dei continui tagli di fondi. Qui si individua un primo problema di coerenza comunicativa: quella che si osserva è la storia di una redazione che incontra la morte, che rischia giorno dopo giorno e che si ritrova in un perenne stato di difficoltà. Eppure, la superficialità con cui questi temi vengono rappresentati appare francamente disarmante. L’impressione è che Alix Delaporte sia molto più attratta dalla volontà di rappresentare, in maniera costante ma estenuante, il volto della protagonista Gabrielle (Alice Isaac), soprattutto se colto nel suo sorriso. Lo stesso conflitto con il caporedattore, che poteva essere fulcro di un possibile approfondimento per la pellicola, si affievolisce e spegne in pochissimi minuti, riducendosi ad un’estenuante reiterazione di campo e controcampo tra le due figure. 

 

 

Nei suoi 86 minuti, Vivants è un film assolutamente scialbo e superficiale, che non approfondisce alcuna delle sue tematiche e che si affida ad un impianto tecnico allo stesso modo indifferente e pallido. Oltre tutto, nella struttura complessiva del film, che si affida ad uno e un solo tema reiterandolo, c’è spazio per scene che appaiono di troppo – e non si parla, neanche in questo caso, di sola narrazione, ma anche di coerenza estetica e visiva espressa all’interno del film -, restituendo quasi l’idea di una concezione di impurità che necessariamente vuole essere inserita in un prodotto che non ne ha per nulla bisogno. Se c’è qualcosa di peggio di un film fatto male, c’è da identificarlo in un film totalmente anonimo, privo di significato e, per questo motivo, completamente vano di contenuto e struttura. Vivants ne è senza dubbio l’esempio. 

Voto:
2/5
Andrea Barone
0/5
Christian D'Avanzo
2.5/5
Gabriele Maccauro
2.5/5
Paola Perri
0/5
Vittorio Pigini
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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