Recensione – Bad News Bears: il remake dell’omonimo film del 1976  

Bad News Bears di Richard Linklater

Articolo pubblicato il 26 Agosto 2023 da Andrea Boggione

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Bad News Bears – Che botte se incontri gli Orsi (Bad News Bears) 
Genere: Commedia, Sportivo 
Anno: 2005
Durata: 111′ 
Regia: Richard Linklater 
Sceneggiatura: Bill Lancaster, Glenn Ficarra e John Requa 
Cast: Billy Bob Thornton, Greg Kinnear, Marcia Gay Harden, Sammi Kane Kraft e Ridge Canipe 
Fotografia: Rogier Stoffers 
Montaggio: Sandra Adair 
Colonna Sonora: Ed Shearmur 
Paese di produzione: Stati Uniti d’America 

Nel 2005 Linklater dirige “Bad News Bears – Che botte se incontri gli Orsi”, una commedia sportiva sopra le righe e remake dell’omonimo film del 1976. Dopo l’enorme successo ottenuto con “School of Rock” (2003) e il secondo capitolo della trilogia dell’amore “Before Sunset – Prima del Tramonto” (2004), il regista statunitense torna a collaborare con una major, la Paramount Pictures. Si tratta della classica commedia per famiglie che cela al suo interno un pizzico dello spirito del suo autore, anche se resta un progetto che non ha convinto appieno critica e pubblico, facendo registrare un brusco flop alla produzione ed un altro piccolo intoppo alla carriera di un cineasta che, a livello d’incassi, ha sempre affrontato alti e bassi. Di seguito la sinossi e la recensione dell’undicesimo film di Richard Linklater. 

La trama di Bad News Bears, l’undicesimo film di Linklater 

Morris Buttermaker (Billy Bob Thornton) è un ex-giocatore di baseball con problemi di alcolismo che ha terminato la sua carriera in anticipo per via di una rissa con un arbitro, scontro che ha causato la sua squalifica dal mondo dello sport professionistico. Un uomo allo sbando che, nonostante il suo modo di fare, viene assunto come allenatore dei Bears, una piccola squadra di baseball giovane e sgangherata. Una vera e propria sfida per Buttermaker, l’occasione di rimettersi in pista e mostrare finalmente di essere una persona migliore. 

Bad News Bears di Richard Linklater

La recensione di “Bad News Bears” (2005) 

Bad News Bears – Che botte se incontri gli Orsi” è un rifacimento o remake abbastanza fedele all’omonima pellicola del 1986 diretta da Michael Ritchie con protagonista Walter Matthau. Un aspetto che finisce per essere un difetto in questo nuovo lungometraggio, l’undicesimo, di Richard Linklater, poiché molte delle interazioni o situazioni che vedono al centro il personaggio interpretato da Billy Bob Thornton appaiono quasi forzate e spinte dal creare una risata molto artificiale. All’interno della narrazione e del film in generale si cela, forse fin troppo, lo spirito e la poetica dell’autore americano, ma finisce per non prendere mai il sopravvento così da poter rendere spettacolare anche questa nuova operazione cinematografica. Un altro piccolo passo falso di una lunga carriera all’insegna di vere e proprie perle della settima arte, oltre alla creazione di una delle trilogie più appassionanti e romantiche della storia. Un grande peccato viste le premesse: una storia che parla della voglia di riscatto di un uomo trasandato e figlio di una generazione, termine che ritorna spesso nella filmografia dell’autore, che dipende solo ed unicamente da sé stessa. Il protagonista ha una seconda chance, l’occasione di segnare il suo personale riscatto dopo una vita buttata quasi completamente tra arroganza, ego e grande consumazione di alcool. Un altro progetto che racconta di un essere umano che si ritrova ad affrontare un percorso tortuoso, ma capace di regalargli anche delle grandi soddisfazioni. 

 

Sfortunatamente questo nuovo progetto di Linklater finisce per naufragare molto velocemente: a fronte di un budget di circa 35 milioni di dollari, la pellicola pare abbia incassato solo 34 milioni. Una cifra irrisoria se si pensa a quanto è riuscito a racimolare con la precedente e già citata commedia “School of Rock”, con un incasso da record. Un film che, nonostante diverse critiche ed il clamoroso flop, risulta comunque una gradevole opera d’intrattenimento, a tratti troppo superficiale e leggera, ma che a volte riesce a strappare un sorriso sincero al proprio pubblico. “Bad News Bears” resta una sorta di via di mezzo che non può surclassare l’originale, ma che allo stesso non è nemmeno così malvagio da essere totalmente dimenticato. Non basta solo il carisma di un attore del calibro di Thornton, anche perché il film alla fine si erge quasi completamente sulle spalle del suo protagonista, il quale regala nonostante tutto al pubblico un’ottima performance. Manca, però, questa volta quel tocco unico di un autore del livello di Linklater che, in un modo o nell’altro, ha quasi sempre reso ogni progetto suo in tutto e per tutto. Quella del 2005 è sicuramente una delle opere minori di un regista che sperimenterà ancora, ma che da qui in avanti finisce per realizzare una serie di lungometraggi che non riescono a soddisfare appieno le aspettative molto alte di critica e pubblico, nonostante alcune opere decisamente di buon livello. 

Bad News Bears di Richard Linklater

Il remake dell’omonimo film del 1976 

Bad News Bears – Che botte se incontri gli Orsi” è una commedia dai toni leggeri che tenta di portare in scena un divertimento fuori dagli schemi, ma senza riuscirci appieno. Un film che non riesce a trasmettere le caratteristiche tipiche del suo autore e che mostra un Linklater meno impegnato, probabilmente perché già concentrato sul prossimo e successivo progetto “A Scanner Darkly” (2006), un altro esperimento realizzato mediante la tecnica d’animazione del rotoscope. Una collaborazione, quella di “Bad News Bears” con la Paramount, che non è andata a buon fine, un altro flop al box office per un cineasta che ha collezionato tante delusioni al botteghino, ma che, come sottolineato più di una volta, non ha mai dato troppa importanza all’aspetto più economico, prevalendo quel lato più artistico presente quasi sempre in ogni suo opera. Visto le caratteristiche della storia e il tema del rilancio e della rinascita, il film risulta una grande occasione sprecata per il pubblico, soprattutto di quella fetta di appassionati, che pensava di trovarsi di fronte all’ennesima prova di un regista tra i più influenti del cinema moderno ed indubbiamente tra i più sottovalutati. 

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