Articolo pubblicato il 13 Luglio 2023 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 maggio 2023 mentre in quelle italiane il 6 luglio dello stesso anno. Prodotto, diretto e montato da Robert Rodriguez, coscritto insieme a Max Borenstein, fotografato con la collaborazione di Pablo Perron e colonna sonora composta da Rebel Rodriguez. Il cast comprende: Ben Affleck, Alice Braga, Jackie Earle Haley, JD Pardo, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey e William Fichtner.
La trama di Hypnotic, diretto da Robert Rodriguez
Di seguito la trama ufficiale di Hypnotic, diretto da Robert Rodriguez:
“L’ispettore di polizia Danny Rourke è in stato di choc dopo il rapimento della figlia, mai ritrovata poiché il responsabile si è sempre dichiarato non in grado di intendere né di volere, incapace di ricordare le proprie azioni. Per sopravvivere si immerge nel lavoro, a partire da una pista che conduce a una gang di infallibili rapinatori di banche. Nei metodi utilizzati dal capo dei criminali, Rourke nota qualcosa di strano: questi sembra avere il potere di persuadere sconosciuti ad agire secondo la sua volontà. Si scopre una correlazione tra il rapimento della bambina e le gesta criminose del rapinatore. Quando incontra la chiromante Diana, questa gli svela dei segreti che gli permetteranno di completare il puzzle e avvicinarsi a una verità sorprendente.”

La recensione di Hypnotic, con Ben Affleck
Memoria, illusione, subconscio. Sono elementi che nella cinematografia contemporanea fanno pensare ad un solo nome: Christopher Nolan; le derive e i riferimenti sono fin troppo palesi tanto da rasentare la copia, non dal punto di vista narrativo, ma da quello strutturale e di caratterizzazione dei personaggi. In questo modo si parte già con una penalizzazione, i paragoni vengono spontanei e non riescono a reggere minimamente, il confronto totalmente sbilanciato, lasciando una sgradevole sensazione di brutta copia. La stessa regia di Rodriguez risulta in tono minore rispetto ai suoi lavori precedenti: niente a che vedere con l’ottimo lavoro svolto in Alita – angelo della battaglia, in cui si era reso protagonista di sequenze mozzafiato, pulizia tecnica e sinergia col montaggio. In questo caso nulla di tutto ciò è pervenuto, anzi, non appena il ritmo sale e l’atmosfera acquista dinamismo si rischia l’incomprensione, che sia uno scontro corpo a corpo o un inseguimento su due ruote.
In un panorama cinematografico commerciale in cui la durata viene diluita fino all’eccesso, un’opera d’intrattenimento di novanta minuti può risultare un toccasana. Le criticità sorgono nel momento in cui anche difronte a tempi contenuti si percepisce la sensazione che anch’essi siano smisurati, in proporzione al contenuto effettivo del film e non è una grana di poco conto. Vista l’apparente complicatezza narrativa, sono sparsi in vari momenti una serie di spiegoni, alcuni certamente utili e necessari, altri invece servono esclusivamente a imboccare lo spettatore, casomai si fosse distratto leggendo una notifica del cellulare, non toglie comunque il fatto che non sono assolutamente necessari, cadendo nella solita soluzione del didascalismo più telefonato. Priva di necessità e di creatività è anche la carneficina finale: gratuita nella sua messa in scena, alla banale spettacolarizzazione di un atto violento, rinunciando a svariate possibilità che il contesto permetteva di esplorare. In più genera incoerenza nelle azioni dei protagonisti, verso i quali il pubblico dovrebbe empatizzare e seguire le loro azioni in modo partecipe, ma allo stato dei fatti è più plausibile prendere le parti degli antagonisti; peccato che l’obiettivo sia l’esatto opposto.