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Recensione – La Sirenetta: il nuovo live action Disney 

Il 24 Maggio arriverà nelle sale italiane il remake live action del film d’animazione Disney del 1989La Sirenetta”, il 28º Classico, basato sulla fiaba di Hans Christian Andersen, che ha segnato l’inizio dell’era nota come Rinascimento Disney. Uno dei titoli di maggior successo della Walt Disney Pictures che, come successo per molti altri Classici, viene trasposto in live action. Un’operazione che ha segnato diversi record al box office, con l’intento di intrattenere e avvicinare una nuova generazione. Di seguito la trama e la recensione in anteprima del film. 

La trama del film diretto da Rob Marshall 

Ariel (Halle Bailey) è una giovane sirena affascinata dal mondo in superficie e dagli umani, ma le è proibito esplorarlo da suo padre, re Tritone (Javier Bardem). Decide allora di stringere un patto con Ursula (Melissa McCarthy), la strega del mare, ed in cambio della sua voce ottiene delle gambe umane, in modo che possa raggiungere Eric (Jonah Hauer-King), l’uomo che ha salvato da un naufragio e di cui si è innamorata. 

“Povera piccola, posso aiutarti. Non puoi vivere in quel mondo se non diventi umana anche tu.”

La recensione de “La Sirenetta” (2023)

La Sirenetta” è il nuovo remake live action che prosegue il grande progetto, nato nel 2010, con l’intento di riproporre al cinema un nuovo ciclo di adattamenti dei Classici Disney. Un’operazione che, nonostante l’enorme successo al botteghino, ha da sempre fatto storcere il naso di quel pubblico più appassionato e cinefilo cresciuto con le versioni originali d’animazione. Il successo resta, però, dettato dal vero e proprio obiettivo di questi prodotti cinematografici ovvero coinvolgere una nuova generazione di bambini e ragazzi. Il problema è che, come per la gran parte di questi remake live action, non si fa altro che riproporre qualcosa che funzionava quasi alla perfezione con la tecnica dell’animazione e che finisce per risultare fallace quando incontra la componente del realismo. 

 

La storia, se non per qualche dettaglio, ripercorre quasi passo passo quella dell’opera originale. Una scelta che la fa da padrone anche nei precedenti remake dei Classici Disney, ma se per titoli come “Cenerentola” (2015), “Dumbo” (2019) oppure “Aladdin” (2019) c’è una gran parte di personaggi umani interpretabili da attori in carne e ossa, il resto dei progetti porta sul grande schermo delle storie ricche di protagonisti che spaziano tra animali o creature magiche. Infatti, anche ne “La Sirenetta” tutta la componente visiva che gira attorno a personaggi come Sebastian (Daveed Diggs) o Flounder (Jacob Tremblay) mostra animali totalmente inespressivi e che non hanno nulla a che vedere con le loro versioni originali. La computer grafica o Cgi risulta pesante e fin troppo visibile in alcuni punti, tanto che diverse scene con Ariel finiscono per sembrare macchinose e fin troppo artefatte, quasi slegate. 

 

Rob Marshall (“Chicago”, “Il Ritorno di Mary Poppins”), il regista selezionato dalla Disney, realizza una messa in scena che non fa altro che mostrare le enormi difficoltà nel realizzare qualcosa di concreto, senza raggiungere le atmosfere e l’incredibile vivacità del Classico dell’89. Nonostante la sua esperienza nel campo del musical, le canzoni non riescono ad amalgamarsi bene con il resto della storia. Difficilmente il risultato può, però, soddisfare le attese quando, a quanto detto dallo stesso autore, si usa come punto di riferimento “Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare” (2011), tra latro diretto proprio da Marshall ed uno dei capitoli meno riusciti del franchise con protagonista Capitan Jack Sparrow. 

 

Le parti del film legate all’aspetto musical sono le migliori: nonostante appaiano spesso slegate, le canzoni vivono di rendita poiché riprendono il sound originale, tranne per un paio di brani realizzati ad hoc per questo remake. Il testo e il conseguente adattamento funzionano ed è incredibile come riescano a trasportare lo spettatore all’interno della narrazione, dimostrando la forza ancora oggi dei pezzi originali. Peccato, però, che in questa versione moderna risultano comunque depotenziati: “In Fondo al Mar” è si più colorata di quanto mostrato da trailer e clip pubblicati online, ma è molto lontana dalla coloratissima ambientazione ed estremo trasporto di quella del Classico. Nota di merito, invece, per “Baciala”, l’unico brano che rispecchia l’anima dell’originale creando anche la giusta atmosfera durante una delle scene più iconiche del film

 

Lo stesso cast corale mostra i più che evidenti i difetti di questo nuovo prodotto Disney: la scelta della protagonista ha scatenato le critiche più assurde e senza senso in fase di pre produzione, ma Halle Bailey si dimostra una discreta Ariel, soprattutto nelle parti cantate, peccato per la parte recitativa dove a volte, invece, finisce per risultare troppo inespressiva. Il personaggio che funzione di più resta senz’ombra di dubbio Melissa McCarthy nei panni di Ursula, una scelta di casting ottima. A completare il cast ci sono: Javier Bardem nei panni del sovrano di Atlantica e padre di Ariel re Tritone, il principe Eric interpretato da Jonah HauerKing, ma anche Noma Dumezweni, la Regina Selina, e Art Malik, Grimsby, senza dimenticare le voci in originale di Awkwafina (Scuttle) e le già citate di Daveed Diggs e Jacob Tremblay (Sebastian e Flounder).

 

Infine, una delle note più dolenti riguarda la versione italiana: nonostante una classe di doppiatori eccezionali, le scelte questa volta non fanno altro che mostrare ed evidenziare i problemi di questa pellicola. Dialoghi e canzoni che appaiono più di una volta completamente fuori sync oppure la scelta, ancora una volta, di selezionare dei talent senza esperienza nel mondo doppiaggio per dei personaggi importanti. Selezionare Mahmood per la voce italiana di Sebastian è, forse, uno degli aspetti più gravi del progetto. Lo sforzo dell’artista vincitore della penultima edizione di Sanremo è ben visibile, ma questo non basta è finisce per rovinare completamente un co-protagonista, dalla grandissima popolarità, già depotenziato da una componente visiva che, come già sottolineato, punta sul realismo. 

“Hai qualcosa di diverso, ma non so bene cosa sia.”

Quando non basta (ancora una volta) trasporre un classico Disney

Insomma, anche “La Sirenetta” non fa altro che dimostrare la grande difficoltà che si cela dietro la realizzazione di questi remake in live action, qualitativamente parlando. Si tratta di prodotti con un mercato molto facile e, sicuramente, anche questo nuovo progetto cavalcherà l’onda per ottenere il massimo al box office. Più passa il tempo, più questo tipo di operazioni continuano ad essere prodotte e realizzate, ma non fanno altro che riproporre storie che, anche se create più di 30-35 anni fa, risultano molto più attuali e di qualità. 

 

La Sirenetta” è l’ultimo dei blockbuster in uscita a ridosso di un estate all’insegna dei grandi progetti hollywoodiani protagonisti della stagione estiva. Scelta più che giusta e che, soprattutto oltreoceano, ripagherà a livello d’incassi. Chicca se il probabile grande successo porterà la Disney a puntare ancora di più sulla sala cinematografica (dopo il periodo pandemico segnato da diverse uscite direttamente in piattaforma), con la speranza che in futuro possano puntare su progetti più originali oppure versioni remake live action, ma quantomeno degni rispetto l’opera originale. 

Voto:
2/5
Andrea Barone
2.5/5
Christian D'Avanzo
2/5
Bruno Santini
2/5
Giovanni Urgnani
2/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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