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Recensione – La Casa (2013): il remake del classico degli anni ’80

La recensione di La Casa, remake del 2013 diretto da Fede Alvarez

La Casa è un film del 2013, diretto da Fede Alvarez, ed è il remake del classico degli anni ’80 girato da Sam Raimi. Della saga è uscito al cinema anche La Casa – Il risveglio del male, e sembra che gli appuntamenti con uno dei cult horror più amati di sempre, non finiscono qui. La durata del film è di 91 minuti circa, e nel cast figurano Jane Levy, Shiloh Fernandez, Jessica Lucas, Lou Taylor Pucci, Jim McLarty, Elizabeth Blackmore. Ecco la trama e la recensione del film del 2013, diretto da Fede Alvarez.

La trama di La Casa, diretto da Fede Alvarez

Mia (Jane Levy), una ragazza la cui vita è segnata dal lutto e dalla tossicodipendenza, chiede al fratello David (Shiloh Fernandez), a Natalie, la ragazza di lui (Elizabeth Blackmore) e agli amici d’infanzia Olivia (Jessica Lucas) ed Eric (Lou Taylor Pucci) di unirsi a lei nel vecchio cottage di famiglia per aiutarla a liberarsi dei suoi demoni. Una volta arrivati sul posto, Mia distrugge davanti a tutti l’ultima dose di droga in suo possesso e giura che smetterà per sempre di usarla.

 

I ragazzi scoprono con orrore che qualcuno è entrato nella casa abbandonata e che la cantina è stata trasformata in un grottesco altare circondato da decine di animali mummificati. Poi Eric trova un antico libro e ne resta affascinato. Soggiogato completamente dal misterioso contenuto, legge alcuni passi a voce alta, ignaro delle spaventose conseguenze che sta per scatenare.

La recensione di La Casa, remake del 2013 diretto da Fede Alvarez

La recensione di La Casa: un remake particolarmente splatter, ma con la giusta dose di inquietudine

A oltre 30 anni di distanza, Fede Alvarez dirige il remake di un classico intramontabile quale è La Casa, film del 1981 diretto da Sam Raimi. Ci si trova di fronte un film particolarmente splatter ma con la giuste dose di inquietudine per una discreta messa in scena, anche a sorpresa per ciò che è la qualità media dei remake horror. La Casa sin dall’incipit dimostra di avere toni seriosi e piuttosto ingrigiti da una situazione “demoniaca” insita in Mia: da qui parte il parallelismo con la tragedia in versione horror che vivono i personaggi all’interno della claustrofobica casa nel bosco. La dipendenza dalle droghe è una bestia pericolosa, così come i rimorsi; in questa occasione c’è una tensione tra Mia e suo fratello David, poiché quest’ultimo è mancato nel momento in cui la madre era malata e chiusa in una clinica attendendo l’inevitabile. Gli amici che circondano i due hanno le migliori intenzioni, ma non basteranno contro lo spirito evocato. 

 

La Casa del 2013 è un remake che di base rispetta il materiale da cui attinge, per poi estenderne i tratti relativi alla violenza e alla volgarità, tramutando dei giorni decisivi per Mia in un vero e proprio incubo. Alvarez accentua in maniera inquietante le scene clou del film, tra cui la possessione della protagonista nel bosco, con tanto di rami che sottolineano l’agghiacciante forza dello spirito evocato. Ma per mettere in risalto il parallelismo tra ciò che è in atto e ciò che sarebbe dovuto essere (disintossicazione), si è scelto di rendere lo spirito esteticamente simile a Mia, piuttosto che adoperare le soggettive, tratto d’eccellenza appartenente al classico di Raimi. Ecco come i due prodotti appaiono distaccati, ma allo stesso tempo uniti dal filo conduttore di uno spirito che da astratto si fa corpo possedendo chiunque entri in scena pur di prendersene l’anima. Non manca la componente grottesca apportata di modi in cui il demone si prende gioco delle sue vittime, ma in tal caso è volgarizzata e in un certo senso anche maggiormente depravata rispetto al film del 1981. 

 

Mia, una volta che si è trasformata nel demone principale diventa un personaggio incredibilmente sinistro nelle movenze, piuttosto che nelle parole offensive rivolte a turno a chi la circonda. L’elemento migliore è proprio la maggiore intensità restituita allo spettatore, disturbato dal sangue che sporca pedissequamente la scena e dal continuo alternarsi delle possessioni. Anche da questo punto di vista, è ben riuscito l’espediente secondo cui il demone in Mia è il “principale”, mentre quelli trasmetti agli altri sono “secondari”, e ciò lo si evince dalla mancanza di parola di questi ultimi, resi comunque macabri nell’estetica e nelle azioni. L’intrattenimento è ben congegnato, il senso di inquietudine trasuda nelle immagini restituite in una forma grezza ma efficace per ciò che è lo scopo di questo remake: le soggettive lasciano spazio alle oggettive visioni del male, che qui prende forma con decisa brutalità.

 

Il finale, al contrario, è decisamente esagerato. Non torna quanto espresso dalla narrazione in precedenza, e la pioggia di sangue appare soltanto scenica per presentare il villain finale inserito nel proprio corpo, soltanto che non è così spaventoso come promesso. Le citazioni servono a ribadire che l’Ash di turno è Mia, personaggio femminile, e non David, come si poteva inizialmente pensare. Ciò nonostante, nel panorama contemporaneo dell’horror, un film godibile come questo remake intitolato La Casa non è da sottovalutare.

Voto:
3/5
Andrea Barone
3/5
Sarah D'Amora
2/5
Alessio Minorenti
3/5
Matteo Pelli
1/5
Vittorio Pigini
3/5
Bruno Santini
2/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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