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Recensione – Mixed by Erry, il nuovo film di Sydney Sibilia

La recensione di Mixed by Erry

Distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 2 marzo 2023, diretto e coscritto da Sydney Sibilia insieme ad Armando Festa. La fotografia è curata da Valerio Azzali, il montaggio da Gianni Vezzosi mentre la colonna sonora è composta da Michele Braga. Il cast è composto da: Luigi D’Oriano, Giuseppe Arena, Emanuele Palumbo, Francesco Di Leva, Cristiana Dell’Anna, Chiara Celotto, Greta Esposito, Adriano Pantaleo e Fabrizio Gifuni.

La trama di Mixed by Erry, diretto da Sydney Sibilia

Di seguito la trama ufficiale di Mixed By Erry, diretto da Sydney Sibilia:

 

Nella Napoli degli anni ’80, in cui nasce il mito di Maradona come dio del calcio campano, Enrico Frattasio, noto a tutti come Erry, mette su una vera e propria attività illegale. Aiutato dai fratelli Peppe e Angelo, inizia a copiare mixtape per i suoi amici, allargando in seguito il giro fino a dar vita a una vera e propria impresa. La masterizzazione e la vendita delle musicassette contraffatte, però, si trasformerà in un’avventura internazionale, che trasformerà per sempre le loro vite. Le mixtape note sotto “Mixed By Erry“, come se fosse un marchio di fabbrica, non solo poeteranno la musica nelle case e nella vita di tutti giorni, ma daranno anche un nuovo senso al concetto di pirateria nel nostro Paese.

 

 

 

La recensione di Mixed by Erry, con Francesco Di Leva e Fabrizio Gifuni

Giunto al suo quinto lungometraggio il regista continua sulla sua linea autoriale in cui Lo Stato è il vero nemico da combattere, un cacciatore da cui bisogna guardarsi dalle sue trappole mortali. Ciò che ha reso gigante la trilogia di Smetto quando voglio è stata la capacità di riflettere sull’iniquità di un sistema che non premia chi merita e “costringe” al dedicarsi ad attività criminali poveri disperati pur di vedere le proprie qualità e competenze messe a frutto. In questo caso tale base ideologica è completamente assente dato che la famiglia protagonista nella sua impresa non subisce alcun tipo di impedimento e non si trova in alcun modo ostacolata da manovre parziali e disoneste. Semplicemente portano su larga scala la mentalità con cui sono cresciuti, una cultura dell’imbroglio in cui le regole morali vengono modellate a seconda della convenienza.

 

 

I racconti di personaggi antieroici o eticamente dubbi, se non malvagi, sono sempre esistiti ma l’aspetto fondamentale nella messa in scena è il punto di vista nel quale tali eventi vengono proposti. Tali individui sono rappresentati come vittime di persecuzione in maniera del tutto ingiustificata, le istituzioni personificate dalla Guardia di Finanza non sono altro che sabotatori perennemente frustrati dal continuo fallimento nell’arrestare questo fenomeno di massa. Le loro azioni paiono mosse da chissà quale cinismo e cattiveria quando in realtà stanno svolgendo semplicemente il loro dovere. È lecito constatare quanto una presa di posizione simile sia avvolta da un alone di ipocrisia, infatti si presume che ad una casa di produzione come la Groenlandia non dispiaccia che qualcuno usufruisca dei suoi prodotti audiovisivi mediante piattaforme di noleggio o streaming in abbonamento legali o che acquisti copie in home video originali. Così come è altrettanto legittimo pensare che gli addetti ai lavori o qualsiasi altro organo competente contrasti la loro diffusione illegale, dannosa per il marchio e irriconoscente verso il diritto d’autore.

 

 

 

 

I difetti e i pregi di Mixed by Erry, prodotto da Matteo Rovere

A conti fatti non è altro che un normalissimo biopic in cui sporadicamente si alternano immagini di repertorio e compaiono alla fine le rituali didascalie, una pellicola alla portata di tutti per il suo ritmo e per la sua semplicità, che non fa della caratterizzazione dei personaggi il suo punto di forza. La formalità è rispettata in tutti i suoi aspetti: dalla perizia nel ricostruire l’epoca passata, alla qualità tecnica chiaramente non banale nelle inquadrature e nel montaggio mantenendosi continua rispetto ai lavori precedenti. Stessa cosa dicasi per la struttura: anche in questo caso l’inizio in medias res è funzionale ad alzare il livello di curiosità su come si arrivi all’epilogo.

Voto:
2.5/5
Andrea Barone
3.5/5
Christian D'Avanzo
3/5
Gabriele Maccauro
3.5/5
Alessio Minorenti
3.5/5
Matteo Pelli
3.5/5
Bruno Santini
3/5
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Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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