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Recensione – Raghu, il piccolo elefante: cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2023

La recensione di Raghu, il piccolo elefante, cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2023

Raghu, il piccolo elefante, diretto da Kartiki Gonsalves, è disponibile su Netflix dall’8 dicembre 2022, ed è uno dei cinque candidati agli Oscar 2023 nella categoria Miglior Cortometraggio Documentario. Di seguito la trama e la recensione del tenero corto documentario incentrato sull’elefantino Raghu e i suoi speciali padroni-genitori. 

La trama di Raghu, il piccolo elefante: cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2023

Il cortometraggio documentario dalla durata di 41 minuti, si concentra sulla coppia di “guardiani” formata da Bomman e Bellie, membri della tribù Kuttanayakar, comunità forestale situata nella riserva di Mudumalai nel Tamil Nadu. Dunque, i due si prendono cura dei cuccioli di elefanti nell’India meridionale. Provano un grande amore per un piccolo in particolare: Raghu, un elefantino che ha smarrito la via di casa, ma per fortuna è stato adottato e rimesso in sesto dalla gestione della coppia. Ben presto sarà adulto, e avrà anche una sorellina con sé e i suoi genitori umani. In questa zona dell’India è sacro accudire gli elefanti, visti come una vera e propria divinità siccome Ganesha ha le sue sembianze. Infatti, per gli abitanti del luogo, far crescere con amore questi possenti animali e aiutarli a star meglio quando sono adulti è un modo per purificare lo spirito e instaurare un rapporto con gli Dei. Si tratta uno speciale legame di dare e avere, supponendo che i raccolti e la fortuna giri in favore delle comunità qui presenti.

 

Bomman è un mahout da tutta la vita, seguendo le orme di suo padre e suo nonno, che svolgevano la stessa professione. Il termine mahout significa proprio colui che si prende cura degli elefanti. La tribù Kattunayakar era originariamente una comunità di cacciatori e raccoglitori, ma alla fine si sono rivolti alla cura degli elefanti e alla raccolta del miele per il sostentamento, in cui anche Bomman è specializzato. L’uomo è anche il prete del villaggio e conduce cerimonie sacre. Lavora al Theppakadu Elephant Camp, il più antico campo di elefanti in Asia, il cui scopo è quello di curare i cuccioli di elefante feriti, abbandonati o orfani. Bellie è una badante di elefanti il cui primo marito fu divorato da una tigre nella foresta, e per questo è stata sconvolta per diverso tempo senza riuscire ad avvicinarsi agli animali o ad addentrarsi nel cuore della natura. Per fortuna è insieme al nuovo marito, Bomman, che alleva con successo due elefantini, Raghu e Ammu. Bomman e Bellie si innamorano gradualmente dopo che nel 2017 la donna viene assegnata come assistente all’uomo. 

La recensione di Raghu, il piccolo elefante, cortometraggio documentario candidato agli Oscar 2023

La recensione di Raghu, il piccolo elefante: racconto vibrante sul rapporto uomo-natura

Quando un cortometraggio documentario riesce a trasmettere contenuti imprescindibili e dotati di grande sensibilità, infonde un senso di magniloquenza capace di far sentire minuscolo chi osserva. Raghu, il piccolo elefante è capace di far esattamente quanto appena descritto, ma non perché si tratta di un animale di grandi dimensioni rispetto agli esseri umani, bensì per lo speciale legame instaurato tra il popolo indù qui presente e gli elefanti. Raghu è un orfanello che ha smarrito la via da cucciolo, ed è un episodio che può capitare con una certa frequenza siccome gli elefanti si muovono velocemente in branco, e i più piccoli restano indietro. Raghu era stato trovato in condizioni critiche, dato che i cani selvatici gli avevano morso la coda, aveva larve sulle ferite inflitte lungo tutto il corpo ed era malnutrito.

 

Inoltre, nel documentario c’è una scena di fondamentale importanza siccome viene mostrata la conseguenza dei cambiamenti climatici: le fiamme cancellano il verde, ossia il cibo per gli animali erbivori nonché l’habitat dei carnivori, sconvolgendo così l’ecosistema. Così facendo aumentano i cuccioli di elefante rimasti orfani e smarriti, e complica i compiti di accudimento della popolazione indiana. Per fortuna, la sensibilità di degli esseri umani sembra rimasta intaccata quando in scena ci sono Bomman e Bellie, ma c’è spazio anche per i bambini che apprendono la meravigliosa tradizione della cura per gli elefanti. Gli scorci in cui i giovani si impegnano per pulire e lavare gli animali al fiume sono teneri, e lasciano intuire l’antichità di tale scopo per queste tribù. Ad oggi, da segnalare che la coppia tribale formata da Bomman e Bellie è la prima nel sud dell’India ad aver allevato con successo due cuccioli di elefante. I due animali, hanno avuto anche l’occasione di poter imparare a volersi bene tra loro

 

La regista Kartiki Gonsalves, sembra seguire le orme di Robert Flaherty che del documentario tout court ha fatto la storia, ma si è concentrato sull’antropologia sociale evidenziando il rapporto uomo-natura senza rinunciare alla ricostruzione poetica del reale. Infatti, in Raghu, il piccolo elefante, la coppia di guardiani-genitori dell’elefantino si raccontano, parlano alla macchina da presa per instaurare un dialogo empatico e costruttivo; Bellie principalmente non ha timore nell’esporre il dolore che le ha causato il lutto della figlia. Entrambi, però, esternando il loro sconfinato amore per Raghu, ormai parte integrante della famiglia come se fosse un vero e proprio bambino. Di fatto viene evidenziato questo speciale rapporto tra di loro, ma è la quotidianità ad irrompere in maniera vibrante negli occhi degli spettatori: Raghu viene imboccato, coccolato mentre è disteso sul padre, divertito e talvolta impaurito. Il tutto è accompagnato da una certa ricerca lirica delle immagini, come se la regista avesse studiato degli storyboard da riproporre in inquadrature suggestive.

 

Il racconto è significativo, le immagini notevoli e la storia “naturalmente” umana, come se l’epoca moderna non avesse intaccato la tradizione in questa zona dell’India meridionale. Persino il dolore è talmente sincero da travolgere, quando alla fine dell’opera Raghu viene portato via dalla gestione della comunità forestale, e i genitori sembrano segnati come se avessero subito un lutto. Ciò a seguito di un incidente avvenuto a Bomman anni prima con un esemplare di elefante adulto, e da quel momento si è preferito evitare che l’uomo potesse prendere in cura grossi animali. Ma il lavoro della coppia è immenso, sono i migliori ad infondere amore agli elefantini, e ben presto arriva una cucciola da integrare nella famiglia. C’è persino spazio per il matrimonio tra i due, con i loro figli elefanti presenti e abbigliati come da tradizione. Ma ciò è stato mostrato anche nel girato realizzato durante i raduni degli elefanti, momenti speciali di consacrazione e solidificazione del legame uomo-natura

Voto:
4.5/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Generi:

PRO