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Recensione – Chainsaw Man 1×12: finale di stagione sotto tono

Chainsaw Man recensione episodio 12 anime MAPPA su Crunchyroll

Con l’episodio 1×12 si conclude la prima stagione di Chainsaw Man, l’anime MAPPA che, nelle ultime settimane, ha fatto particolarmente discutere per la sua animazione e i suoi disegni; se in patria è nata una petizione per cancellare quanto fatto fino ad ora e ripartire da capo con l’anime che segue la storia di Denji, il Diavolo motosega, l’anime è stato recepito con grande interesse nell’ambito del mercato occidentale, soprattutto per il suo inizio sopra le righe. Con gli ultimi episodi, però, si è giunti verso una lenta (ma comunque preoccupante) discesa. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione di Chainsaw Man

Trama dell’episodio 12 di Chainsaw Man

Al fine di prendere in considerazione la recensione di Chainsaw Man, si parte naturalmente con la sua trama. Aki, pronto ad accettare la morte per mano del Ghost, viene risparmiato da quest’ultimo che sembra riconoscerlo: gli offre, infatti, una sigaretta su cui è scritto “easy revenge”. Avendo battuto il suo avversario, Aki risparmia la vita dell’ex Devil Hunter Adane Sawatari, che però sceglie il suicidio (probabilmente parte del patto con il Diavolo Pistola) per mano del Serpente. Denji e Power, intanto, vanno alla ricerca del Diavolo katana che li aveva ridotti in fin di vita nel loro precedente scontro: mentre la Majin si occupa nel combattere gli zombie, Denji raggiunge il suo avversario.

 

Il Diavolo Motosega sconfigge il Katana su un treno, per poi catturarlo e attendere che la polizia faccia il suo corso: eppure, sia Denji che Aki si dilettano (prima che quest’ultima giunga) nell’umiliare definitivamente il loro avversario. Al termine dell’episodio, Makima svela di aver trovato 1.4 kg di Diavolo Pistola che, insieme ai 5 già catturati dalla Pubblica Sicurezza, finalmente può indirizzarli verso il loro avversario. 

Recensione dell’episodio 1×12 di Chainsaw Man

All’interno del dodicesimo episodio di Chainsaw Man, che chiude la prima stagione dell’anime con Denji nei panni del protagonista, si può osservare il ritorno ad alcuni stilemi che erano stati propri della serie nel corso delle prime puntate dell’anime, pur per mezzo di un utilizzo che qui appare più confusionario e meno coerente rispetto alla tipologia di costruzione che era stata ottenuta da Chainsaw Man nelle sue prime puntate. Il gusto per lo splatter, i frequenti POV, gli zombie e la rappresentazione della follia immorale dei personaggi sono protagonisti dell’episodio, presentato per mezzo di una serie di elementi che qui tornano quasi a voler far sentire la loro costante e reiterata presenza all’interno del prodotto. 

 

Chainsaw Man è un perfetto prodotto metal: le caratteristiche di questo stile vengono ribadite non solo per mezzo della colonna sonora e delle opening di ogni puntata, ma anche sulla base di una tipologia di approccio ai temi trattati nel corso di un episodio. In questo caso, gli scontri aerei tra il Diavolo Motosega e quello Katana sicuramente convincono, così come la battaglia finale in treno che sfrutta sia l’ampiezza di riprese veloci e frenetiche, sia la claustrofobia dello spazio chiuso (in una tipologia di rappresentazione che ricorda, molto da vicino, anche quella che era stata propria del recente film Bullet Train).

Chainsaw Man: un inizio arrembante, poi la discesa 

Con l’ultimo episodio di Chainsaw Man, si conferma una tendenza che era stata già chiamata in causa in occasione della recensione dell’episodio 1×11 dell’anime; a seguito di un inizio particolarmente arrembante, oltre che del picco che era stato ottenuto in alcune delle sezioni del prodotto stesso, difficilmente ci si poteva aspettare che le aspettative potessero essere tenute elevatissime; offrire una narrazione costante, per atteggiamenti e per ritmo, non era certamente semplice, ma Chainsaw Man non è riuscito nella sua volontà di far proseguire un tono che era stato sicuramente in grado di distaccarsi da altre narrazioni.

 

L’originalità di Chainsaw Man è nel suo costante rifiuto di un impianto morale tradizionale e ripetuto nelle opere artistiche giapponesi: un prodotto revanscista, quasi tronfio nei suoi aspetti, in grado di andare oltre quel contesto nel quale è difficile dimenarsi, data la vasta quantità di caratteri da prendere in esame. Con gli ultimi episodi, specie l’ultimo, ci si è purtroppo impantanati in un’atmosfera narrativa che non appartiene – e non dovrebbe appartenere – al prodotto, tale da provocare un’inevitabile e preoccupante discesa. Non resta che attendere il futuro, che saprà dimostrare se (e come) Chainsaw Man potrà ritrovare il ritmo smarrito. 

Voto:
3.5/5
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO