Articolo pubblicato il 9 Novembre 2022 da Bruno Santini
Chainsaw Man è l’anime MAPPA giunto al suo quinto episodio, che adatta l’omonimo manga vincitore, per due anni consecutivi, del premio Harvey Awards come miglior manga dell’anno. Attraverso il quinto episodio, più di transizione a seguito della grande azione mostrata, con tono pulp e splatter, nelle prime puntate, è possibile conoscere di più a proposito dei personaggi presenti nell’anime in questione, soprattutto per quel che concerne Aki Hayakawa. Di seguito è presentata la trama e la recensione dell’episodio 1×05 di Chainsaw Man, distribuito nel mercato italiano dalla piattaforma di streaming Crunchyroll.
Trama dell’episodio 1×05 di Chainsaw Man
Alla fine del quarto episodio di Chainsaw Man Denji era stato invitato da Power a palparle il seno per tre volte, in virtù di una promessa che inizialmente la Majin credeva di non rispettare. La puntata si apre, dunque, con il desiderio del protagonista che finalmente prende forma: quando Denji riesce nel suo intento, però, resta deluso da ciò che prova: la sua paura è quella di incontrare delusioni simili per il resto della sua vita, avendo desiderato a lungo una tipologia di esistenza completamente diversa da quella che aveva. Nel confidarsi a Makima, quest’ultima seduce Denji fino a rivelargli il suo incarico: trovare e uccidere il Diavolo pistola.
Si tratta di un temibile e pericolosissimo demone che è comparso sulla Terra e ha acquisito una forza potentissima, tanto da spazzare via un milione e 200mila persone in 5 minuti: sono stati gli umani, con il loro clima di terrore a seguito della caduta delle Torri Gemelle e con la vendita clandestina di armi, ad alimentare la sua forza, e i Devil Hunter dovranno trovarlo e sconfiggerlo prima che possa riapparire nuovamente. Il Diavolo pistola, infatti, ha lasciato pezzi di sè che, essendo magnetici, si attirano l’un l’altro: quanto più grande è la forza di attrazione che muove questi pezzi, tanto più vicino è il Diavolo pistola, dunque l’intera Divisione della Pubblica Sicurezza andrà alla ricerca di quest’ultimo.
Un flashback racconta della difficile vita di Ayakawa, precedentemente solo accennata: era solo un bambino quando perse suo fratello e la sua famiglia nel terribile attacco del Diavolo pistola, che spezzò via la sua casa. Crescendo e addestrandosi, fece la conoscenza di Himeno, altra apprendista che aveva perso tutto, compresi i suoi partner uccisi dai demoni. Si ritorna così al presente: Himeno ha stretto (in cambio del suo occhio destro) un patto con il Diavolo fantasma, che le permette di poter controllare gli avversari con una mano invisibile; in questo modo sconfigge un diavolo, ucciso da Power, ma il destino della Divisione di Pubblica Sicurezza è messo in discussione da una strana presenza, che li fa rimanere costantemente bloccati all’ottavo piano dell’albergo in cui sperano di trovare il Diavolo pistola.

La recensione del quinto episodio di Chainsaw Man
All’interno del quinto episodio di Chainsaw Man l’azione si appiattisce notevolmente, rispetto al tono pulp e splatter che era stato assunto dalle prime quattro puntate dell’anime manga: non a caso, non si assiste alla trasformazione di Denji in motosega e l’unica uccisione – effettuata da Power – è ai danni di un demone piccolo e molto semplice da sconfiggere. L’introduzione del Diavolo pistola è efficace: per mezzo di una narrazione in crescendo, che permetterà di sviluppare meglio il personaggio del villain nelle prossime puntate, si restituisce l’idea di una presentazione che vuole essere meglio gestita, in virtù di una volontà di caratterizzare quello che sembra essere – a tutti gli effetti – il nemico principale della prima saga di Chainsaw Man.
Per questo motivo, l’episodio appare puramente di transizione: non esistono grossi elementi di rottura, né narrazioni ricche di azioni e pathos, con l’episodio che termina con il più classico dei cliffhanger. Se dal punto di vista narrativo non c’è niente da dire per quanto riguarda il personaggio di Denji, l’approfondimento è maggiore per quanto riguarda Aki Hayakawa. Quest’ultimo, ovviamente, caratterizza il più classico dei senpai presenti all’interno di un anime, con grande sfumatura caratteriale e, soprattutto, con un vissuto che gli permetterà di assumere grande valore all’interno del prodotto in questione. Dal punto di vista prettamente estetico, invece, la grande qualità di MAPPA continua ad essere particolarmente evidente all’interno dell’anime in questione: la cura dei dettagli, come quelli del pulviscolo atmosferico o del sangue del demone raggrumato nell’angolo di una porta dell’hotel, contribuiscono sicuramente ad elevare qualitativamente Chainsaw Man, che non delude sotto questo punto di vista.