Stranger Things 4 Vol. 1: Recensione in anteprima

Articolo pubblicato il 23 Maggio 2022 da Paola Perri

L’attesa è terminata!

Dopo ben tre anni, la serie di successo e pluripremiata targata Netflix, Stranger Things, torna finalmente sul piccolo schermo con una quarta stagione, composta da nove episodi divisi in due volumi.

Il primo volume sarà disponibile per la visione dal 27 Maggio e conterrà i primi sette episodi della stagione. Seguirà poi una piccola pausa, il secondo volume contenente gli ultimi due episodi verrà infatti rilasciato solo il 1° Luglio.

Quart4 Parete ha avuto modo di guardare il 1° Volume completo in anteprima. Per cui oggi vi forniamo un parere complessivo sulla trama dei primi sette episodi, senza spoiler.

Dove eravamo rimasti?

Sono passati sei mesi dalla battaglia allo Starcourt Mall, in cui Undi ha distrutto il Mind Flayer e chiuso il portale per il Sottosopra (o almeno così sembrava…), e in cui abbiamo dato il triste addio al personaggio di Hopper (o almeno così sembrava…).

Per la prima volta dall’inizio della serie, i nostri amici di Hawkins sono separati e affrontano i dilemmi della crescita. Un nuovo inizio per tutti, nel tentativo di dimenticare un passato traumatico. Tra gioie e problemi adolescenziali, l’ennesima minaccia soprannaturale, più potente delle precedenti, incombe sui nostri ragazzi.

La chiave per distruggerla? Lei, inevitabile, indistruttibile: Undici.

Tornano i creatori Duffer Brothers, insieme al cast ormai iconico: Winona Ryder, David Harbour, Millie Bobby Brown, Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Sadie Sink, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Joe Keery, Maya Hawke, Priah Ferguson e Brett Gelman.

L’emergenza pandemica ha segnato, come nel caso di molti prodotti, il rinvio della serie Netflix, motivo per cui abbiamo dovuto aspettare il rilascio di questa stagione oltre prevista scadenza. Ma la buona notizia è che il quarto capitolo non rappresenta il finale della serie, ma solo “L’inizio della fine.“. Netflix ha infatti confermato che Stranger Things si concluderà con una quinta stagione.

E ora la fatidica domanda: i nuovi episodi ci hanno convinto?

Risulta chiaro sin da subito che la nuova narrazione ha l’intento di trascinare i giovani spettatori, cresciuti con i suoi protagonisti, in un universo sempre più cupo e orrorifico. 

Lo stile registico viene mantenuto rispetto alle stagioni precedenti, ma più di tutto risalta in questo caso il montaggio. 

Il lavoro di CGI non delude, né tantomeno la scelta delle musiche. 

Per quanto riguarda la componente solida “anni ’80”, è sempre presente, tuttavia non opprimente come risultava in alcuni frangenti della stagione precedente. Viene invece lasciato più spazio (in modo interessante) all’introspezione dei personaggi. Per la prima volta, forse, esploriamo le loro psicologie, studiamo la loro indole, e compatiamo le loro difficoltà nell’integrarsi in un mondo che non sembra più così familiare. Tutto ciò si lega indissolubilmente alle problematiche della crescita in fase adolescenziale. I nostri bambini sono ora dei giovani adulti, alle prese con il primo anno di liceo. Undici non è più in possesso dei suoi poteri e sembra incapace di difendersi dai frequenti episodi di bullismo. Forte è per lei la mancanza della figura paterna di Hopper, nonostante Will sia ormai diventato come un fratello per lei, e tenti di difenderla da questi attacchi. 

Assistiamo a ritorni inaspettati, e a presentazioni di nuovi personaggi accattivanti tanto quanto quelli a cui siamo già affezionati. 

La narrazione scorre piacevole, non mancano i classici riferimenti alla cultura pop, seppure la deviazione dei contenuti (nelle atmosfere) sia abbastanza evidente di stagione in stagione. 

Questa volta infatti regna sopra ogni cosa un’influenza rock; non è difficile captare le vibes da videoclip di “Thriller” di Michael Jackson. E ancora, le ambientazioni richiamano la cosiddetta Haunted Mansion (La Casa Infestata) e i fantasmi invisibili.

Qualche dettaglio evidenzia un ritorno all’horror classico anni ’70 (come L’Esorcista). Altri ci introducono timidamente alla decade successiva degli anni ’90 (accennando a pellicole quali Jurassic Park). Inoltre, aumentano distintamente le scene splatter.

Per quanto concerne i toni generali dunque, capiamo che la serie non è propriamente adatta ad un pubblico di piccoli spettatori, nonostante la sceneggiatura si impegni come nei capitoli precedenti a smorzare momenti di tensione con scene più comiche e leggere, un connubio che risulta davvero piacevole.

Dato il successo e il gradimento per la formazione di determinati gruppi nella terza stagione, divisi e alla conquista di singole quest, ricorrono anche qui delle micro-linee narrative con montaggio alternato, elemento che aiuta senza dubbio a tenere attiva la concentrazione dello spettatore. 

Tutto sommato però i personaggi condividono lo stesso screen-time, e viene sottolineata l’ottima gestione corale dei ruoli. Assolutamente promosse le interpretazioni degli attori.

Anche questa volta Stranger Things si conferma una serie di ottimo intrattenimento, che riserva sorprese anche su un versante puramente emozionale. Conferma tutti i motivi per cui si è guadagnata la fama di “prodotto di punta” della piattaforma. Non è facile riuscire a mantenere alta la soglia di apprezzamento in un prodotto costituito da più stagioni, eppure Netflix trionfa.

Aspettiamo le ultime due puntate con interesse.


Parola Chiave della stagione: TEMPO.

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