Il sesso degli angeli : peccato non osare…

Articolo pubblicato il 4 Maggio 2022 da Paolo Innocenti

Dopo “Se son rose…”, commedia del 2018, Leonardo Pieraccioni è tornato dietro la macchina da presa per dirigere “Il Sesso degli angeli”, da lui anche interpretato e scritto, insieme a Filippo Bologna. Le riprese del film, rimandate di un anno causa pandemia, si sono svolte tra Firenze, Roma e la Svizzera, per poi approdare nelle sale, dopo uno slittamento di qualche mese, nell’Aprile del 2022. Alla sua quattordicesima regia il “ciclone” Pieraccioni sceglie di raccontare la storia di Don Simone, interpretato dall’attore e comico toscano, che scopre da un giorno ad un altro di aver ricevuto in eredità un’attività avviata in Svizzera, senza capire bene di cosa si tratti, precedentemente appartenuta allo scapestrato zio Waldemaro (Ceccherini). Questa sembrerebbe una notizia bellissima, in quanto il nostro parroco avrebbe finalmente potuto sistemare la Chiesa mal messa, causa infiltrazioni d’acqua. Salutando i suoi fedeli, ecco che deciderà di partire per Lugano con il suo fidato sacrestano Giacinto (Marcello Fonte). Non passerà molto tempo prima di scoprire di essere finiti nella dimora del Diavolo : una casa di appuntamenti, con belle ragazze avvenenti, provocanti, e una tenutaria, Lena (Sabrina Ferilli), ex prostituta e adesso responsabile di questa affascinante “maison”. Ecco che, il caro e simpatico Don Simone, si ritroverà a mettere in seria discussione il suo credo e la sua fede in Dio, ritrovandosi di fronte ad un dubbio etico e morale che lo porterebbe a dover scegliere fra la sua professione e l’istinto naturale umano, sedotto dalle affascinanti ragazze, ma soprattutto dalla verace responsabile del locale. Come potrà il parroco gestire un “bordello”, senza andare incontro alla Curia e alle leggi categoriche in merito?

Queste sono le premesse che daranno vita ad una commedia carina e divertente, ma che non sappia schierarsi in maniera esplicita, preferendo giocare con un espediente conclusivo poco credibile per far sì che tutto vada incontro al lieto fine, senza avere il coraggio di affrontare chiaramente questioni spinose come il retaggio della Chiesa, con le sue leggi antiche e spesso bigotte, ed il concetto di uomo “peccatore”.

Dispiace molto che, dopo risate, momenti in cui la malinconia (sempre presente nei film del regista toscano) si faccia sentire, si opti per un finale “furbo”, che giri intorno al problema, senza il coraggio di andargli incontro, ma soprattutto troppo, troppo, troppo sbrigativo. Eppure il soggetto era davvero interessante, capace di differenziarsi da altre pellicole del regista, spesso accusate di essere simili fra loro, potendo diventare il film della maturità artistica. Per più di un’ora si riesce a divertirci, talvolta con grasse risate (Don Simone sulla porta che fa entrare i clienti è un momento spassoso), facendo la conoscenza di personaggi pittoreschi e simpatici come il sacrestano Giacinto (Marcello Fonte versatile e adattissimo a questo tipo di film, seppur talvolta troppo esagerato), la responsabile Lena (Sabrina Ferilli sempre in forma e affascinante), così come tutte le ragazze del locale, fiere del lavoro da loro svolto, e con sogni futuri. 

La verve e l’ironia sono i punti di forza della comicità di Leonardo, ben saputa spesso abbracciare a quella malinconia di fondo, anche qua rimarcata grazie alle bellissime musiche di Gianluca Sibaldi. Proprio perché ci si rende conto di star facendo qualcosa di diverso dal solito, si resta amareggiati sul finale, quando non si prende una vera e propria posizione schierandosi. 

 

Molto in parte le ragazze scelte come coprotagoniste, anche se avrebbero meritato un maggiore approfondimento, così come la giovane promessa Alessio Scali, selezionato dopo aver visionato migliaia di provini. 

Un plauso alla giovane e bravissima cantante Serena Ionta, che interpreta “Il Dubbio”, canzone scritta da Leonardo Pieraccioni ed emblematica in uno dei momenti migliori del film. 

Tra ottimi paesaggi, dronate dall’alto su panorami meravigliosi tra Firenze e la Svizzera, arriviamo pian piano alla conclusione di un racconto efficace nella sua semplicità, che se avesse avuto il coraggio di esprimersi meglio, di osare, e di assumere una posizione decisa, sarebbe stato decisamente più interessante. 

La commedia di Pieraccioni è sempre comunque un toccasana per l’anima e lo spirito, capace di farti stare bene, sorridere o ridere di gusto, non cambiando la storia del cinema, ma sicuramente la nostra giornata sì, in meglio. 

Voto:
3/5
Christian D'Avanzo
0/5
Andrea Barone
2/5
Paola Perri
0/5
Giovanni Urgnani
0/5
Paolo Innocenti
0/5
Carlo Iarossi
0/5
Alessio Minorenti
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