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La furia di un uomo – Wrath of Man: Guy Ritchie fa sul serio ma è un buco nell’acqua

Guy Ritchie è uno di quei registi dall’impronta così evidente che o lo si ama o lo si odia ed io personalmente l’ho sempre amato. Scalpitavo quindi nell’attesa della sua ultima fatica con un grande ritorno nel cast, Jason Statham, suo attore feticcio degli esordi la cui carriera ha senza dubbio contribuito a lanciare. Il film, disponibile da alcune settimane su Amazon Prime Video avrà, però, soddisfatto le aspettative? Andiamo con ordine…

Il regista inglese questa volta si sposta a Los Angeles per seguire il tenebroso e misterioso H (Jason Statham) da poco assunto come guardia armata in una società di portavalori alle prese con rapinatori e un oscuro segreto.

È un Guy Ritchie diverso quello di Wrath of Man. Gli elementi chiave del suo cinema ci sono tutti ma manca quello fondamentale che li ha sempre amalgamati, la sua scanzonata ironia all’inglese. Se il precedente The Gentlemen era stato un perfetto ritorno alle origini questo film vuole prendere una strada molto diversa andando più nei lidi dell’action Thriller duro e puro. Sin dalle prime inquadrature, dai colori freddi della fotografia, sembra più respirare le atmosfere di un Sicario che di un Lock & Stock. È un Guy Ritchie che si prende dannatamente sul serio e, sebbene la cosa non sia di per sè un male, finisce inevitabilmente per appiattire tutto quel dinamismo che è sempre stato il suo cavallo di battaglia.

La regia è solenne, i movimenti di macchina lenti e pachidermici, il montaggio non si concede mai guizzi. La sceneggiatura di contro cerca di mantenere tutte le caratteristiche tipiche di un film di Ritchie senza però la giusta creatività e senza sopratutto la già citata e necessaria dose di ironia. È una scrittura stanca e stancante a partire dai dialoghi, testosteronici, banali e involontariamente ridicoli dei personaggi (in particolare nella prima parte) passando poi per colpi di scena forzati e decisamente mal costruiti e inutili lungaggini che servono solo a far durare una storia da mediometraggio più di due ore. Tutti quelli che erano i punti di forza di Ritchie sono qui ripresentati pedissequamente e ripetitivamente più per “obblighi contrattuali” che per vero intento autoriale. Emblematico il colpo di scena finale, tanto scontato quanto mal costruito, ripetitivo nelle dinamiche, totalmente illogico e forzato, buttato alla veloce senza alcuna doverosa spiegazione. Gli stessi personaggi non sono altro che sterili macchiette stereotipate e non bastano i soliti fedelissimi caratteristi del regista inglese a risollevarli. Su tutti spicca (in negativo) il protagonista interpretato da Jason Statham (sebbene non sia certo colpa dell’attore) statico, scontato e dalla caratterizzazione spesso confusa e barcollante, macchiettistico senza volerlo. Nel suo trascinarsi all’epilogo Wrath of Men non nasconde certo qui è li qualche spunto interessante, come la natura dei misteriosi rapinatori, che calato in un contesto meglio costruito avrebbe sicuramente saputo dare qualcosa allo spettatore ma nulla possono nel risollevare le sorti complessive della pellicola. Una nota di merito va invece sicuramente alla colonna sonora di Chris Benstead, da subito riconoscibile, memorabile e ben in linea con le sonorità tipiche del regista.

Wrath of Man non è un film per gli appassionati di Guy Ritchie, troppo lontano dalle sue corde (sebbene sulla carta i presupposti sembravano esserci tutti) e calato in un contesto in cui il suo cinema non può funzionare. Gli amanti dell’action muscolare anni ‘80 e ‘90, altro filone a cui il film fa indubbiamente riferimento, forse potranno anche trovare intrattenimento e magari in quegli elementi “Ritchiani”, fonte di novità, ma siamo bei lontani dai fasti del suo precedente lavoro e da ciò a cui il regista britannico, che personalmente ho sempre difeso a spada tratta anche di fronte ai suoi lavori “minori”, ci ha abituato.

Carlo Iarossi

Voto: 4/10

Andrea Barone
Andrea Boggione
Christian D’Avanzo
Paolo Innocenti7
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