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“Godzilla vs Kong”: un crossover mostruoso in molti sensi

Il Monsterverse è arrivato finalmente al suo primo arco finale (dato che la Warner vuole continuare dopo il successo) e l’incontro tra due delle icone più importanti della storia del cinema avvenuto per la seconda volta dopo il meraviglioso “Kin Kong Vs Godzilla” di Ishiro Honda uscito nel 1962 è finalmente realtà. Certo, se enorme il soggetto della pellicola, è enorme la vergognosa testardaggine della Warner Bros Italia nel non fare uscire quest’opera al cinema nel nostro paese, nonostante in tutto il mondo abbia fatto successo e sia diventato il simbolo del ritorno al cinema della gente. Purtroppo al momento dobbiamo accontentarci quindi del rilascio a noleggio su varie piattaforme digitali.

La trama del film vede Godzilla che attacca improvvisamente una fabbrica della Apex, importante compagnia tecnologica. Si tratta della prima volta in cui Godzilla attacca un ambiente dell’essere umano senza essere stato provocato a sua volta. Questo fornisce scuse alla Apex per organizzare un’operazione che permetta di entrare nel mondo sotterraneo dei mostri in modo da trovare una fonte di energia che permetta di combattere Godzilla. Nel frattempo che qualcuno cerchi di scoprire se quelli della Apex stanno pianificando qualcosa che ha causato la rabbia di Godzilla, per trovare il luogo dei mostri hanno bisogno di Kong. Solo che appena Godzilla avverte la presenza di Kong per motivi che poi vedrete, la prende a male perché non possono esserci due alpha che governino i mostri… e lo scontro inizia.

Dal punto di vista registico, il film non colpisce particolarmente durante delle inquadrature standard che vedono come protagonisti i personaggi umani, quasi come se il regista Adam Wingard volesse conservarsi tutte le energie per le scene dei mostri, dato che queste ultime sono realizzate con una cura estrema. I movimenti di macchina seguono ogni movimento di questi immensi colossi, i quali mantengono una fortissima velocità ma nonostante ciò la macchina da presa non li lascia sfuggire mai, ottenendo un risultato davvero spettacolare. Aiuta inoltre la fotografia di Ben Seresin che cerca di catturare l’essenza dell’ambiente circostante durante l’apparizione delle creature. Per esempio la prima volta che si scontrano i mostri sembrano avvolti dal calore del tramonto, oppure durante la scena notturna ad Hong Kong le luci molto forti della città si riflettono sui kaiju che comunque riescono a non essere mai oscurati. Junkie Xl con le sue musiche si riconferma essere una delle maggiori premesse tra i compositori di Hollywood, realizzando note piene di profonda enfasi e meraviglia, anche se non si capisce il perché abbia cercato di imitare il tema di Godzilla piuttosto che utilizzare quest’ultimo arrangiandolo nel suo stile. Inoltre gli effetti visivi sono perfetti.

Tuttavia l’opera comincia ad arrancare per quanto riguarda la sceneggiatura: purtroppo i personaggi umani non sono per nulla approfonditi e la cosa potrebbe non creare problemi se questi ultimi fossero almeno carismatici, ma purtroppo la loro impostazione è davvero minimale se non fosse per il trio guidato da Millie Bobby Brown che ci prova di più ma risulta essere abbastanza irritante a causa di molti siparietti comici inopportuni. Persino personaggi che dovrebbero essere estremamente importanti (Serizawa) sono sacrificati nel modo peggiore. Tuttavia l’eccezione avviene per quanto riguarda la bambina muta Jia grazie al suo rapporto con Kong, il quale richiama alle origini antiche del personaggio ma aggiungendo una forte dose di originalità e creando un modo di comunicare con i mostri che è davvero molto inusuale rispetto a tutti quelli che abbiamo visto sia nella saga di Godzilla che nella saga di King Kong. Grazia a Jia, automaticamente si salva anche il personaggio che la accudisce interpretato da una brava Rebecca Hall. A tal proposito, tutti gli attori se la cavano fatta eccezione per Eiza Gonzales che negli ultimi anni non si è ancora decisa a modificare un minimo le sue espressioni nei blockbuster.

Se gli esseri umani per la maggior parte non soddisfano, l’entrata in scena delle icone di Godzilla e Kong possono sicuramente migliorare il film… ed è quello che succede. Il film rispetta il loro immenso fascino e quando ci sono l’opera diverte moltissimo grazie a sequenze eccezionali accompagnati da una fortissima tensione, arrivando anche a delle decisioni che forse potrebbero apparire meno scontate di quanto immaginavamo per quanto riguarda dei risvolti di trama. Il minutaggio maggiore ce l’ha Kong poiché Godzilla ha avuto in precedenza a disposizione un film in più nel Monsterverse, ma anche quest’ultimo non sfigura affatto nonostante abbia meno scene. Il round finale probabilmente si può definire uno dei più grandi match mai realizzati nel cinema grazie alla sua impostazione visiva ben studiata che esalta lo spettatore su un continuo filo del rasoio poiché non riesce a capire chi possa avere la meglio attraverso dei colpi molto creativi, originali ed efficaci senza che eccedano mai troppo pur sbizzarrendosi in tutti i modi. Non c’è da sorprendersi che sia il pubblico che la critica sia stato enormemente catturato dal film dopo mesi di astinenza dalla sala (mandatelo al cinema qui, maledizione a voi!)

Certo, nonostante i mostri fanno una gran bella figura, l’approfondimento della figura mitologica e dell’importanza profonda dei kaiju qui viene meno rispetto alle opere precedenti e la loro grandezza viene esaltata più per divertire lo spettatore piuttosto che per aggiungere anche qualcosa di particolare che rendeva le opere precedenti dei blockbuster molto interessanti oltre che ottimamente confezionati. Inoltre il film presenza dei problemi a livello di logica su delle azioni compiuti dai personaggi ed il fatto che questi ultimi spesso siano piatti non aiuta. Questi difetti non rendono l’opera qualcosa di monumentale e si ha la sensazione che potevano fare di più, ma nonostante ciò il ritmo è davvero ben gestito e le sequenze dei mostri sono talmente ben realizzate che è difficile non emozionarsi e dimenticarsele. Pur non essendo uno dei migliori capitoli di entrambe le saghe, “Godzilla vs Kong” ha regalato ciò che chiedevamo, ovvero una grandiosa potenza naturale causato da scene straordinariamente spettacolari che riportano due leggende con effetti visivi e movimenti di macchina che chiunque avrebbe sognato amando questi due mostroni. Pur essendo lontano dalla bellezze generale del film di Ishiro Honda, il crossover diretto da Adam Wingard non mancherà di divertirvi e di emozionarvi con qualcosa che sicuramente vi rimarrà stampato in testa.

Andrea Barone