Blossoms Shanghai: la serie di Wong Kar-wai debutta in streaming negli USA

La prima serie tv diretta da Wong Kar-wai è finalmente pronta a debuttare in streaming negli Stati Uniti. Quando arriverà in Italia?
Debutta in streaming negli USA Blossoms Shanghai, la prima serie di Wong Kar-wai

Due anni dopo il suo esordio sulla tv cinese, è pronta a debuttare negli Stati Uniti la prima serie tv di Wong Kar-wai. Blossoms Shanghai – che è tratta dal romanzo Blossom di Jin Yucheng, verrà infatti trasmessa sul Criterion Channel, dove il 24 novembre arriveranno i primi tre episodi di 30. Un ottimo segnale che lascia intendere un approdo più o meno prossimo anche nel nostro paese dove, stando alle ultime dichiarazioni, è stata acquistata da MUBI.

Cast, trama, trailer e tutto ciò che sappiamo di Blossoms Shanghai, la prima serie tv di Wong Kar-wai

Inizialmente concepito come il suo nuovo lungometraggio, Wong Kar-wai ha deciso di trasformare Blossoms Shanghai nella sua prima serie tv, che ha debuttato sulla tv cinese ormai due anni fa. Adesso però, è finalmente arrivato il momento per gli occidentali di vederla: il prossimo 24 novembre verranno infatti distribuiti sul Criterion Channel i suoi primi tre episodi di 30 totali, di cui 19 diretti in prima persona dall’autore di In the Mood for Love. La versione USA avrà un color grading diverso rispetto alla versione originale, molto più vicino all’idea iniziale del regista e del Direttore della Fotografia, Peter Pau.

Ma di cosa si tratta? Blossoms Shanghai è progetto tratto dal romanzo Blossom di Jin Yucheng e può contare sulla presenza all’interno del proprio cast di Hu Ge, Ma Yili, Tiffany Tang, You Benchang, Zheng Kai, Chen Long, Wu Yue, Papi Jiang, Dong Yong, Huang Jue, Chen Guoqing, Chloe Maayan, Du Juan, Yumiko Cheng, Deric Wan, Evergreen Mak Cheung-ching, Kenny Bee e Xin Zhilei, fresca vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice all’82esima Mostra del Cinema di Venezia grazie alla sua interpretazione in The Sun Rises on us all di Cai Shangjun. A seguire invece, riportiamo la trama ufficiale della serie:

“Blossoms Shanghai racconta la storia di A Bao, un imprenditore che si è fatto da solo e che negli anni ’90, nel contesto delle rapide riforme economiche, è diventato ricco a Shanghai. Il suo percorso è costellato sia di successi che di pericoli, mentre gestisce i rapporti professionali e personali con diverse donne, tra cui alleate come Ling Zi e Miss Wang e rivali come la misteriosa Li Li. La trama intreccia la sua ambiziosa ricerca del successo professionale e della ricchezza con temi quali l’amore, l’onore e la ricerca di una nuova identità”.

Blossoms Shanghai verrà distribuita in Italia da MUBI e, nonostante non ci sia ancora una data di uscita, la sua messa in onda negli Stati Uniti è un segnale importante che ci avvicina alla possibilità, finalmente, di vedere il nuovo progetto di uno dei più grandi registi di sempre. Riportiamo inoltre il trailer ufficiale della serie in uscita sul Criterion Channel.

Chi è Wong Kar-wai: carriera e film del regista di In the Mood for Love

Nato a Shanghai il 17 luglio 1958, Wong Kar-wai è uno dei massimi esponenti del cinema hongkonghese e asiatico, nonché uno dei più importanti registi a livello internazionale, con uno stile unico e dei riferimenti stilistici ben diversi da quelli dei suoi colleghi. Ottiene il diploma di design grafico presso il Policlinico di Hong Kong nel 1980 ed inizia un apprendistato nella più importante rete televisiva della cittò, ovvero la Hong Kong Television Broadcast Ltd. ed è proprio in questi anni che, complice una crisi che colpì le maggiori case di produzione come quella degli Shaw Brothers, debutta con il suo primo lungometraggio, As Tears go by (1988), decisamente la sua opera più vicina allo stile che andava per la maggiore al tempo e che fu infatti un successo immediato premiato agli Hong Kong Film Awards. Con Days of Being Wild (1991) inizia la strepitosa collaborazione con il Direttore della Fotografia Christopher Doyle, ma la produzione del film viene sospesa per i lunghi tempi di lavorazione e già qui si può notare uno stacco tra ciò che il pubblico e i produttori chiedevano e ciò che Wong voleva realizzare. Il film domina agli Hong Kong Film Awards, vincendo ben 9 riconoscimenti, tra cui miglior film, regia, attore e attrice protagonisti, attrice non protagonista, sceneggiatura e fotografia.

Nel 1994 arrivano ben due titoli: il primo è Ashes of Time, un capolavoro maledetto senza una vera linearità del racconto che mescola lo stile Xuxia al western con molteplici momenti onirici e su cui l’autore ha lavorato per moltissimo tempo, fino a realizzarne una nuova versione – Ashes of Time Redux – restaurata e nuovamente montata, che venne poi presentata in anteprima nella sezione Proiezioni Speciali del 61esimo Festival di Cannes. L’originale lo portò invece a trionfare nuovamente agli Hong Kong Film Awards, con 9 nomination totali e tre premi; il secondo è invece Hong Kong Express, diretto in tre mesi durante le enormi pause nella lavorazione del sopracitato Ashes of Time, che è indubbiamente uno dei suoi maggiori successi ed è diventato ormai titolo di culto grazie sia alle interpretazioni di Tony Leung Chiu-Wai (suo attore feticcio), Faye Wong, Takeshi Kaneshiro e Brigitte Lin, sia per la meravigliosa colonna sonora capitanata da California Dreamin’ di The Mamas & The Papas. Il lungometraggio inizia inoltre a rendere noto il suo nome in tutto il nome, col titolo che viene presentato e premiato anche al Festival di Stoccolma e candidato come miglior film straniero sia a Chicago che agli Independent Spirit Awards. A livello nazionale invece, 10 nomination agli Hong Kong Film Awards e 4 statuette per miglior film, regia, attore protagonista e montaggio, mentre ai Golden Horse Awards le candidature sono 8, con la sola vittoria di Tony Leung Chiu-Wai come attore protagonista.

L’anno seguente arriva Angeli Perduti (1995), che doveva essere uno degli episodi di Hong Kong Express ma che Wong Kar-wai ha deciso di eliminare per poterne realizzare un intero lungometraggio. Riscoperto soprattutto negli ultimi anni, il film viene apprezzato in primis in patria, dove si porta a casa due Golden Horse Awards e tre Hong Kong Film Awards. Ormai divenuto regista apprezzato in tutto il mondo da critica e cinefili più attenti, il successivo Happy Together (1997) viene presentato in anteprima al 50esimo Festival di Cannes, dove Wong vince il Prix de la Mise en Scène per la miglior regia.

Il XXI secolo si apre con il film più importante della sua carriera, nonché il più noto, amato e citato: In the Mood for Love (2000) viene nuovamente presentato sulla Croisette e Tony Leung Chiu-Wai vince il Prix d’Interprétation Masculine, ma l’opera diviene da subito immortale anche per il lavoro di Maggie Cheung, la fotografia di Christopher Doyle e Mark Lee Ping Bin e la pazzesca colonna sonora di Shigeru Umebayashi. Oltre ad essere candidato ad un BAFTA, a livello nazionale c’è la solita incetta di premi, con 5 statuette vinte a fronte di 11 nomination. 2046 (2004) è a tutti gli effetti un sequel del titolo sopracitato, un altro enorme capolavoro mai davvero citato o ricordato nonostante – data ormai l’enorme considerazione di Wong in tutto il mondo – venga presentato in anteprima a Cannes 57. Il film viene inoltre premiato a San Sebastián, New York e vince come miglior film internazionale agli European Film Awards.

Grazie a tutti questi successi e alla risonanza sempre maggiore dei suoi lavori all’estero, Wong Kar-wai decide di cimentarsi in un progetto nuovo, ovvero il suo primo film in lingua inglese. Con protagonisti Jude Law, Norah Jones, Rachel Weisz e Natalie Portman, Un Bacio Romantico (2007) fa il suo debutto al 60esimo Festival di Cannes ma non ottiene il successo sperato. Per sei anni il regista hongkonghese non firma nessun lungometraggio e, dopo la realizzazione da parte di altri autori di film di arti marziali di respiro internazionale – come la saga di Ip Man – Wong decide di tornare con The Grandmaster (2013) che, nonostante abbia diviso la critica, riteniamo sia semplicemente uno dei più grandi film di arti marziali di sempre e lo porta per la prima volta agli Oscar, dove viene candidato per miglior fotografia e migliori costumi, mentre in patria il suo ritorno viene festeggiato con il risultato storico di 11 vittorie ai 50esimi Golde Horse Awards.

Fonte: worldofreel