Rispetto ai fasti del passato, in cui Netflix era sostanzialmente l’unico servizio di streaming presente in Italia e in grado di canalizzare la maggior parte degli spettatori verso un’unica piattaforma, la situazione è sensibilmente cambiata. Da un lato, la politica dei prezzi e della condivisione dei dispositivi di Netflix porta tantissime persone a rinunciare all’abbonamento al servizio, spesso anche in virtù di produzione originali che non reggono il passo rispetto al costante aumento dei prezzi per i principali piani di pagamento; dall’altro, l’emergere di alcune piattaforme e realtà produttive comporta una concorrenza molto più spietata. L’Italia è, in tutto il mondo, sostanzialmente il primo paese a reagire in maniera definitiva, con Prime Video che diventa, per la prima volta, il servizio di streaming più utilizzato nel nostro paese.
Prime Video è il servizio di streaming più utilizzato in Italia
I dati relativi agli ultimi trimestri utili mostrano un’inversione di tendenza, che si può far partire da gennaio 2025, quando Netflix era ancora il servizio di streaming più utilizzato in Italia con un certo scarto, rispetto a Prime Video e a tutte le altre piattaforme. Il decremento degli utenti della piattaforma di streaming, negli ultimi mesi, è stato preponderante, con diversi fattori che possono essere citati in termini di causa: da un lato, il più evidente è il nuovo aumento dei prezzi di Netflix che porta il piano premium a sfiorare la cifra di 20 € al mese, con l’impossibilità di dividere il pacchetto con altre persone al di fuori del nucleo familiare; in effetti, accanto alla politica dei costi, il motivo principale delle numerose disdette di Netflix e la nuova strategia sulla condivisione degli account, che porta a servirsi di codici unici per utilizzare il servizio all’interno di un unico nucleo domestico, al di fuori del quale Netflix viene sostanzialmente bloccato, a meno che non ci si trovi in viaggio ma solo in maniera temporanea.
C’è un ultimo fattore che, in termini di cronaca, non possiamo non citare: negli ultimi mesi, a partire da un tweet/X piuttosto esplicito di Elon Musk, che chiedeva alla sua utenza di cancellare Netflix, è stato registrato un calo molto imponente del numero di iscritti alla piattaforma, con conseguenze disastrose anche sulla capitalizzazione di mercato del servizio. Il risultato, per una combinazione di tali fattori, è chiaro: con il 25%, Prime Video diventa il servizio di streaming più utilizzato in Italia mentre Netflix è fermo soltanto al 24, cifre utopistiche soltanto qualche mese fa ma, adesso, concrete.
La classifica dei servizi di streaming più utilizzati in Italia
C’è da dire che Prime Video, per quanto abbia un’offerta in piattaforma sensibilmente più scarsa rispetto a Netflix, anche in termini di produzione originale, può far valere due elementi fondamentali, che funzionano come ideali frecce al suo arco: da un lato, il costo per l’abbonamento è di massimo 50 € annuali, integrato al servizio Prime per le spedizioni, musica, podcast e audiolibri, oltre che dirette televisive di match settimanali di Champions League, per gli appassionati di calcio. Allo stesso tempo, Prime Video offre anche una incredibile disponibilità di canali paralleli e di film a noleggio o in acquisto, che molto spesso costituiscono l’ossatura fondamentale di tutti gli iscritti alla piattaforma; insomma, mentre Netflix tenta una strategia per puntare fermamente sulle proprie produzioni, di fatto ignorando anche la sala, Prime stabilisce un nuovo accordo con le sale cinematografiche e con tutte le realtà che possano coadiuvare il servizio.
A proposito di realtà parallele, Apple TV+ cresce in maniera sensibile, con l’utenza aumentata di circa il 4% nel solo 2025, rendendolo il quarto servizio di streaming più utilizzato in Italia, dopo Prime Video, Netflix e Disney+. Il motivo fondamentale riguarda le serie televisive della piattaforma: Apple TV+ ha puntato in maniera costante su numerose serie che stanno dominando nel panorama contemporaneo, da The Studio di Seth Rogen a Scissione, passando per Pachinko, Far all Mankind, fino a Presunto Innocente, Fondazione e Disclaimer. E non è finita qui, dal momento che Apple TV+ rappresenta il rifugio verso numerosi registi di grandissimo successo ma che, negli ultimi anni, non hanno trovato grandi finanziamenti dal punto di vista produttivo: Ridley Scott con Napoleon e Martin Scorsese con Killers of the Flower Moon sono sicuramente l’esempio fondamentale di un processo che, inevitabilmente, mira a costruire una sua realtà. Anche per questo motivo, attualmente, MUBI è al quinto posto tra i servizi di streaming più utilizzati in Italia, con numeri sensibilmente in crescita e con produzioni originali che, negli ultimi anni, hanno stabilito una nicchia sempre più entusiasta sulla piattaforma.








