Articolo pubblicato il 5 Luglio 2025 da Vittorio Pigini
Molti gli ospiti illustri dell’undicesima edizione del Cinema in Piazza di Roma, l’evento volto a promuovere la rassegna popolare di grande cinema all’aperto ad ingresso gratuito. Tra i nomi di autori e cineasti, l’edizione 2025 ha visto protagonista anche il regista e sceneggiatore Ari Aster, tornato a promuovere uno dei suoi film preferiti per la rassegna. Si tratta di JFK – Un caso ancora aperto, il film del 1991 scritto e diretto da Oliver Stone con un cast a dir poco stellare. Il giallo con protagonista Kevin Costner, ed incentrato sulle vicende che seguirono il drammatico assassinio del Presidente John Fitzgerald Kennedy, è uno degli esempi illustri che enfatizzano il cinema della paranoia molto caro ad Ari Aster. In merito, il regista di Beau ha paura ha risposto alle domande del moderatore Antonio Monda.
L’intervista ad Ari Aster durante Cinema in Piazza 2025 a Roma
JFK – Un caso ancora aperto è tutt’oggi uno dei film più chiacchierati del regista statunitense Oliver Stone, specialmente per il suo coraggio di dubitare e mettere fortemente in discussione la tesi ufficiale sull’indagine svolta dalla Commissione Warren. Quest’ultima fu una commissione d’inchiesta parlamentare costituita nel 1963 dal Presidente Lyndon B. Johnson, al fine di indagare sull’assassinio del precedente Presidente John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas, Texas. La Commissione concluse infatti che Lee Harvey Oswald fu il solo esecutore materiale dell’omicidio, per una presa di posizione ancora oggi coperta da un importante velo di oscurità. Il film è uno dei più importanti per quanto concerne il c.d. paranoid-thriller, con un regista come Ari Aster che lo ha reso campo fertile per il suo conturbante cinema. In occasione dell’undicesima edizione del Cinema in Piazza di Roma, il regista ha infatti avuto occasione di presentare un film a sua scelta prima della proiezione, scegliendo il titolo diretto da Oliver Stone e vincitore di 2 premi Oscar su 8 candidature, quelli per la Miglior Fotografia ed il Miglior Montaggio.
Antonio Monda – Bentornato Ari. Quando Valerio mi ha raccontato di aver invitato Ari sono stato ovviamente molto contento, ma anche un pochino sorpreso quando ho saputo che il film, che ha voluto proiettare, è JFK. Non perché non mi piaccia, ma non l’avevo immediatamente associato a lui. Come mai hai scelto JFK?
Ari Aster – La ragione della scelta di questo film è legata al mio ultimo film Eddington. Ho scelto questo [JFK] perché a mio avviso ha dei forti punti in comune con il mio film. Forse non di primo acchito, vedendo Eddington non ti viene immediatamente da pensare a JFK, ma sono molto vicini. Il film è uno di quei grandissimi film che parlano delle teorie complottistiche, la febbre e la mania che vengono fuori quando si parla di cospirazioni. Il motivo che lo rende grande è quello di raccontare benissimo l’atmosfera della paranoia, che è un qualcosa che caratterizza moltissimo l’America, non solo quella di ieri ma anche quella contemporanea.
A. M. – Prima di chiederti qualcosa su Oliver Stone, sono curioso di sapere cosa ne pensi dei paranoid-thrillers come The Manchurian Candidate, The Parallax View, Three Days of the Condor. Sono film che ti divertono, ti piacciono, ti ispirano?
Ari Aster – Adoro quelli che hai definito thriller paranoici. I tre giorni del condor mi piace, anche se non ne amo la musica (che credo non sia particolarmente adatta) ed almeno per me ritengo che la storia d’amore non funziona. Però sì, in linea di massima sono film che mi piacciono. Eddington ad esempio è la storia di alcune persone che pensano di vivere all’interno di una realtà complottista, perché nell’America di oggi in molti pensano di star vivendo una cospirazione. In JFK c’è il personaggio di Jim Garrison [Kevin Costner], che è una figura controversa ma il film lo dipinge come un eroe.
Anche per questo alcuni critici hanno detestato il film. Però penso che l’America di oggi sta vivendo un periodo di paranoia molto simile a quello, si sentono tutti Jim Garrison, come se ognuno di noi vivesse in una realtà separata. Sicuramente sappiamo che le cose non funzionano, che le mani del potere rappresentano spesso delle forze oscure dove tutto è corrotto. Questo film rappresenta alla perfezione questa atmosfera, nella quale pensiamo di star vivendo in continuazione la macchinazione di complotti.
A. M. – Stilisticamente cosa ti ha colpito di questo film? Si tratta di un film abbastanza rivoluzionario che mescola scene di fatti realmente accaduti, i filmati televisivi, insieme alle riprese di Stone. Parliamo quindi dello stile adottato in JFK.
Ari Aster – Prima di vedere questo film non ero un grande fan del cinema di Oliver Stone, anche se avevo apprezzato molto Talk Radio, Nato il quattro luglio e Gli intrighi del potere – Nixon. Però questo film penso sia uno di quelli che emerge fortemente all’interno della sua filmografia. È un film veramente riuscito, c’è la colonna sonora meravigliosa di John Williams, c’è Bob Richardson che fa quello che sa fare, provando anche questo nuovo stile di fotografia che ripeterà successivamente. Il montaggio è eccellente, anche perché non puoi fare un montaggio per un film di questo tipo senza avere tantissimo materiale. Un film costruito in maniera davvero precisa, molto meticolosa. È un film che dura 3 ore e mezza ma non vi annoierete perché la cosa sensazionale è proprio il suo ritmo.
A. M. – Che idea ti sei fatto di quello che è successo a Dallas quel giorno? La tua opinione personale. Ha ragione la Commissione Warren, ha ragione la teoria di Oliver Stone o che altro?
Ari Aster – Non ho una teoria in particolare, ma tornando al film è anche vero che sicuramente le teorie che emergono sono molto convincenti. A metà film c’è una scena con Donald Sutherland, che dura circa 25 minuti, che ritengo sia uno dei più grandi montaggi di monologhi mai fatti, oltre alla sua recitazione che realmente ti convinci di ciò che afferma. A proposito di cast è davvero straordinario, dove gli interpreti danno prove al limite della follia nel senso di perfezione per questo film.
