The End è un musical sulla fine del mondo

Dal 3 luglio arriva nei cinema italiani il musical post-apocalittico “The End” diretto da Joshua Oppenheimer.
The End di Joshua Oppenheimer

Articolo pubblicato il 4 Luglio 2025 da Andrea Boggione

Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival e, successivamente, anche al Toronto International Film Festival, dal 3 luglio debutta nei cinema italiani “The End”, un musical post-apocalittico firmato da Joshua Oppenheimer (“L’Atto di Uccidere”, 2012 e “The Look of Silence”, 2014). Il cineasta statunitense con cittadinanza britannica, dopo un paio di esperienze dietro la macchina da presa in veste di documentarista, questa volta si cimenta per la prima volta con il cinema di finzione con un’opera atipica che mescola i generi. Di seguito la trama e la recensione di “The End”, il nuovo film di Joshua Oppenheimer

La trama del film “The End” 

Vent’anni dopo una violenta catastrofe ambientale che ha reso inospitale la superficie terrestre, una famiglia benestante si è completamente isolata e nascosta in un lussuoso bunker sotterraneo situato all’interno di una miniera di sale. Un padre, una madre ed un figlio, assieme ad un dottore, un amica ed un maggiordomo, hanno riconvertito l’intero luogo in una villa, monitorando ogni aspetto legato alla sicurezza ed eventuali ospiti indesiderati. Il figlio è nato qui, ha vissuto tutta la sua vita sottoterra e desidera scoprire il mondo esterno. Un giorno, però, l’arrivo inaspettato di una superstite finisce per sconvolgere le vite e la routine quotidiana dei reclusi.  

The End di Joshua Oppenheimer
Immagine tratta da una scena del film “The End”, dal 3 luglio al cinema.

La recensione di The End, il film diretto da Joshua Oppenheimer 

Dopo aver lavorato per diverso tempo al fianco di milizie e squadre della morte, Joshua Lincoln Oppenheimer, classe ’74 e nativo di Austin, ha cominciato a realizzare alcuni cortometraggi, anche in veste di produttore, per poi raggiungere una certa notorietà con i suoi primi lungometraggi “L’Atto di Uccidere” (2012), film vincitore di un BAFTA e candidato come Miglior Documentario agli Oscar del 2013, e “The Look of Silence” (2014), con il quale si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria alla 71° Mostra del Cinema di Venezia. Una decina di anni dopo torna, però, dietro la macchina da presa per dirigere un musical post-apocalittico: “The End”, la storia di una famiglia benestante che, per via di un disastro naturale globale, da diverso tempo vive e tenta di mantenere il proprio stile di vita all’interno di un bunker sotterraneo, ma l’arrivo di un sopravvissuto porta una serie di sconvolgimenti nella loro routine. 

Nonostante una travolgente e diffusa campagna marketing, almeno sul territorio italiano, il film di Joshua Oppenheimer ha ricevuto critiche contrastanti: da un lato c’è chi loda un lato tecnico di alto livello che porta il pubblico ad immergersi tra le mura di questo bunker, mentre dall’altro c’è chi sottolinea quanto l’intero lungometraggio pare anche un grande esercizio di stile. Indubbiamente l’intero comparto tecnico è l’aspetto che colpisce maggiormente, dalle fantastiche location, tra cui c’è anche l’Italia con le sue miniere di sale, a tutta la costruzione del racconto che è curata nei minimi dettagli, con colori non troppo accessi che restituiscono credibilità al luogo dove si svolge la vicenda. Se a tutto questo si aggiunge il tocco delicato di Oppenheimer si finisce per restituire al pubblico una vera e propria esperienza da vivere sul grande schermo. Per non parlare poi di una serie di performance da capogiro da parte di un cast corale composto da: George MacKay, Tilda Swinton, Michael Shannon, Moses Ingram, Bronagh Gallagher, Tim McInnerny e Lennie James. 

Uno degli elementi più contrastanti, invece, è senz’altro la componente musical: un genere non così apprezzato dal grande pubblico e, all’interno del film, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. A livello produttivo potrebbe essere una scelta che non ripaga lo sforzo produttivo, visto che le sequenze musicali possono risultare respingenti, ma in realtà rappresentano uno dei tanti tocchi geniali della pellicola. Attraverso delle ottime voci e performance musicali, soprattutto da parte di Moses Ingram, questi momenti restituiscono certi valori e fungono da veri elementi narrativi, un espediente per approfondire sentimenti ed emozioni dei vari protagonisti. Quello che risulta più contrastante è, invece, il continuo cambio di tono, i vari passaggi che si sviluppano spesso sono macchinosi e non aiuta in questo caso anche una durata decisamente eccessiva, due ore e mezza per una storia che per quanto viene effettivamente raccontato si poteva esaurire con un minutaggio molto più esiguo, che avrebbe restituito molto più ritmo e scorrevolezza all’intero lungometraggio. 

Tutta la storia prende forma all’interno di questo bunker e miniera di sale, quello che si trova all’esterno non è importante, o almeno non lo è più, e nel suo essere parecchio claustrofobico, “The End” racconta di individui che devono sopravvivere, ma sono convinti che per farlo non si debba rinunciare in nessun modo al loro stile di vita. Una scelta che si riflette sui comportamenti ed il carattere dei personaggi, senza nome, ma con cui lo spettatore riesce fin da subito ad empatizzare. Qui si nasconde l’idea geniale alla base del progetto di Oppenheimer, raccontare come una serie di individui interagiscono e crescono in luogo prima considerabile inabitabile, ma che segna quasi un ritorno alle origini, prima della civiltà e del progresso tecnologico. Peccato che questa idea si perda lungo il racconto e, come citato in precedenza, in un eccessivo quanto ridondante e ripetitivo esercizio di stile.  

The End di Joshua Oppenheimer
Immagine tratta da una scena del film “The End”, dal 3 luglio al cinema.

The End è un musical sulla fine del mondo

Insomma, “The End” è un bizzarro musical sulla fine del mondo, un racconto catastrofico di un pianeta oramai al collasso, ma dove c’è ancora la possibilità di vivere seppur sottoterra. Joshua Oppenheimer confeziona un prodotto che trasuda cinema da tutti i pori, nato da un idea di fondo gentile e ricca di spunti, ma che non riesce a prendere del tutto forma. Un film sul senso della vita, da un lato estremamente coinvolgente, ma allo stesso tempo molto respingente, curato nei minimi dettagli, tra colori e ambientazioni, oltre ad una splendida colonna sonora, ma che risulta ripetitivo nelle dinamiche e negli stravolgimenti o colpi di scena. Un profondo trattato sull’estinzione che, da un certo punto di vista, finisce per intercettare in parte la situazione attuale, come le guerre e la morte di migliaia di innocenti in Ucraina, Palestina ed Iran, conflitti che appaiono sempre come lontani, ma dalle conseguenze devastanti per il panorama socio-politico. 

2,0
2,0 out of 5 stars (based on 1 review)
The End di Joshua Oppenheimer
The End
The End

Una ricca famiglia vive da oltre vent’anni in un bunker sotterraneo per scampare alla fine del mondo che essi stessi hanno causato. 

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

03/07/2025

Regia:

Joshua Oppenheimer

Cast:

Tilda Swinton, Michael Shannon, George MacKay, Moses Ingram, Bronagh Gallagher, Tim McInnerny e Lennie James

Genere:

Musical, Catastrofico

PRO

L’incredibile e curato lato tecnico
Le composizioni delle sequenze musicali e la colonna sonora
Un cast corale in stato di grazia
Una durata eccessiva
Il grande esercizio di stile alla base
Un’idea geniale alla base che non si sviluppa appieno
Un film divisivo su più punti di vista