Articolo pubblicato il 4 Luglio 2025 da Bruno Santini
I Cento Passi, diretto da Marco Tullio Giordana e uscito nel 2000, è uno dei film italiani più significativi nel rappresentare la lotta contro la mafia. Racconta la breve e intensa vita di Giuseppe “Peppino” Impastato, giovane attivista siciliano assassinato nel 1978 per la sua denuncia pubblica e irriverente contro la criminalità organizzata. La pellicola ha avuto un impatto culturale notevole, contribuendo a far conoscere al grande pubblico una storia a lungo ignorata dalle cronache nazionali, premiata anche al Festival di Venezia e candidata ai David di Donatello. Eppure, come spesso accade nel passaggio dalla realtà al racconto cinematografico, alcune scelte narrative hanno comportato semplificazioni, omissioni o modifiche, spesso anche contestate: per questo motivo, oltre che sottolineare chi era Giuseppe Impastato, vogliamo sottolineare la storia vera di I Cento Passi, gli errori e le differenze con la realtà.
Chi era Giuseppe Impastato: la storia vera di I Cento Passi
Prima cosa che c’è da sapere, a proposito della storia vera di I Cento Passi, riguarda chi era Peppino Impastato. Giuseppe Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, nel 1948. La sua era una famiglia legata alla mafia: il padre Luigi Impastato aveva rapporti diretti con il boss Gaetano Badalamenti, che abitava a soli cento passi dalla casa di Peppino, distanza che dà il titolo al film. Sin da giovanissimo, Giuseppe rifiutò radicalmente il contesto mafioso, abbracciando idee marxiste, antimilitariste e libertarie. Negli anni Sessanta fondò circoli culturali, organizzò manifestazioni politiche e si avvicinò a movimenti della sinistra extraparlamentare.
Nel 1976 fondò Radio Aut, un’emittente libera e autogestita da cui attaccava apertamente la mafia locale, i suoi legami con la politica e le dinamiche di omertà che dominavano la società siciliana. Attraverso la satira e la provocazione – come nel celebre programma “Onda Pazza” – Impastato denunciava quotidianamente i crimini e le collusioni di personaggi come Badalamenti, sfidando pubblicamente un sistema che nessuno osava nominare. Il 9 maggio 1978, Peppino venne ucciso: fu legato ai binari della ferrovia e fatto esplodere con del tritolo. Per anni, la sua morte fu archiviata come suicidio o atto terroristico, un’ipotesi sostenuta anche da ambienti istituzionali e investigativi.
La storia vera di I Cento Passi e il racconto della vita di Giuseppe Impastato
Prima di sottolineare quelle che sono le principali differenze con la storia vera di Giuseppe Impastato, è importante indicare come il film racconta la vita del celebre attivista. I Cento Passi ripercorre la vita di Peppino dal suo adolescenziale rifiuto dell’autorità paterna fino al giorno della sua morte, ponendo al centro il contrasto tra due mondi: quello della famiglia e quello della coscienza civile, in un crescendo emotivo che culmina nell’isolamento del protagonista, nella rottura con le sue radici e nella decisione irrevocabile di opporsi alla mafia con ogni mezzo. Interpretato da Luigi Lo Cascio, Peppino viene rappresentato come un idealista radicale, profondamente solo ma animato da una forza morale incrollabile. La pellicola mette in evidenza anche la figura del padre, combattuto tra l’amore per il figlio e la fedeltà ai codici mafiosi, e quella della madre, silenziosa ma protettiva.
Il film segue una struttura narrativa lineare, arricchita da materiali d’archivio, dialoghi intensi e un forte impianto emotivo: la figura di Badalamenti è costantemente presente come ombra opprimente e onnipotente, ma mai direttamente affrontata, a conferma del clima di paura e complicità che permeava il paese. La tensione cresce inesorabilmente fino all’epilogo tragico, in cui l’esplosione diventa simbolo della verità che non può essere cancellata.
Le differenze tra I Cento Passi e la realtà
Veniamo adesso ad un punto nodale, per quanto riguarda la storia vera di I Cento Passi: le differenze con la realtà raccontata nel lungometraggio. Pur restando straordinariamente fedele al profilo morale e politico di Peppino Impastato, I Cento Passi introduce inevitabili modifiche rispetto alla realtà: alcuni personaggi secondari sono stati fusi, semplificati o creati per esigenze narrative; altri sono stati rimossi per evitare dispersione. La figura del fratello Giovanni Impastato, oggi attivista e custode della memoria del fratello, nel film è appena accennata, mentre nella realtà ha avuto un ruolo importante nel promuovere le indagini e mantenere viva l’eredità politica di Peppino.
Anche il processo per l’omicidio Impastato, durato oltre vent’anni e conclusosi solo nel 2002 con la condanna di Badalamenti, viene omesso: il film si chiude con la morte del protagonista e lascia fuori tutta la battaglia civile e giudiziaria che ha permesso di restituire verità storica all’evento. Questo silenzio non è una mancanza, ma una scelta: Giordana preferisce raccontare la vita, non la memoria, e lascia al pubblico il compito di informarsi, approfondire, completare il racconto.