Perché giocatore 456 si uccide in Squid Game 3?

Tra i maggiori colpi di scena di Squid Game 3, c’è senza ombra di dubbio la dipartita di Seong Gi-hun, ma perché il giocatore 456 si uccide?

La terza stagione di Squid Game è ormai disponibile su Netflix dal 27 giugno 2025 e gli spettatori, una volta averla conclusa, non hanno potuto fare a meno di porsi alcune domande. Tra queste, una delle più gettonate riguarda sicuramente il personaggio di Seong Gi-hun interpretato da Lee Jung-jae. Perché il giocatore 456 si uccide al termine di Squid Game 3? Proviamo a rispondere a questa domanda a partire dagli elementi in nostro possesso, dal suo debutto nella serie al discorso finale.

Chi è Seong Gi-hun, il giocatore 456 di Squid Game

Nato il 31 ottobre 1974 a Ssangmun-dong, Seong Gi-hun è il protagonista di Squid Game, presente all’interno della serie Netflix sin dal suo debutto sulla piattaforma streaming nel 2021. Egli partecipa ai 33esimi giochi come giocatore 456, edizione che finirà per vincere, portandosi a casa l’enorme montepremi finale. Dopo aver scoperto però ciò che accade sull’isola, egli non ha la minima intenzione di lasciarsi tutto alle spalle e godersi i soldi ottenuti ed anzi, decide di sfidare il sistema, riuscendo ad accedere nuovamente agli squid game ed a partecipare alla 37esima edizione. Egli tenta in tutti i modi di avvertire i partecipanti su ciò che avviene realmente lì dentro ma, nonostante riesca a convincerne alcuni, la maggioranza prosegue con le sfide per tentare di portarsi a casa la cifra monstre di 45,6 miliardi di won. Al termine della seconda stagione, il pubblico rimane col fiato sospeso per via di quella che poi non è altro che una guerriglia, una sorta di guerra interna dove si tenta di rovesciare il potere.

Come visto sin dal principio della terza ed ultima parte però, non va a buon fine e Seong Gi-hun – ormai tenuto ammanettato ad un letto quasi come fosse in isolamento perché ha deciso di non votare più, astenendosi da ogni scelta – sembra quasi cadere in depressione, col suo personaggio che finisce per avere sempre meno linee di dialogo. Ad accendere un fuoco dentro di lui è però la nascita della figlia di Kim Jun-hee, con il giocatore 456 che tenta in tutti i modi di difendere entrambe. Come sappiamo, non riuscirà a salvare la madre ma, in una delle ultime scene di Squid Game 3, egli si ritrova alla sfida finale contro il nuovo giocatore 222, ovvero proprio la bambina e decide di togliersi la vita.

Come finisce Squid Game 3? La trama della serie Netflix

Prima di proseguire con la spiegazione del perché il giocatore 456 si uccide in Squid Game 3, è importante dare maggior contesto e capire il percorso di Seong Gi-hun nella terza stagione della serie Netflix. Torniamo dunque indietro all’ultimo gioco: gli ultimi nove giocatori – tra cui la piccola giocatrice 222 – si affrontano sopra tre alte piattaforme dal modello identico agli ormai tanto semplici quanto iconici simboli della serie che troviamo anche sui vari biglietti di invito e non solo, ovvero cerchio, triangolo e rettangolo. Affrontando delle prove a tempo, il gruppo deve buttar giù almeno una persona per poter proseguire e, nel caso non lo facesse, ne pagherebbero tutti le conseguenze. Dopo svariate peripezie, finiscono per affrontarsi Gi-hun/giocatore 456 con in braccio la numero 222 e quello che è poi il padre biologico della bambina, ovvero Myung-gi/giocatore 333. Quest’ultimo finirà per perdere rocambolescamente la vita.

Gi-hun/giocatore 456 si ritrova da solo sulla piattaforma insieme alla giocatrice 222. Le regole sono chiare però: la bambina è a tutti gli effetti una partecipante, dunque l’ultimo scontro dovrà essere tra i due. Dopo alcuni minuti in cui il giocatore 456 non ha fatto altro che fissare il vetro da cui i VIP seguono la sfida, egli posa a terra la bambina ed afferma “noi non siamo cavalli. Siamo esseri umani e gli esseri umani…” ma non finisce la frase e decide di buttarsi, perdendo così la vita e facendo vincere la sfida alla giocatrice 222, che poi non è altro che la figlia nata durante i giochi di Hun-hee.

Perché il giocatore 456 si uccide in Squid Game 3?

Ora che abbiamo un quadro più chiaro su chi sia Seong Gi-hun e sulla trama e finale di Squid Game 3, possiamo finalmente tentare di rispondere ad una delle domande più gettonate del pubblico: perché il giocatore 456 si uccide? Nonostante gli enormi difetta della serie e, in particolar modo, di questa terza stagione che ha chiuso (o addirittura lasciato aperti) alcuni archi narrativi in maniera davvero pessima, quello del personaggio interpretato da Lee Jung-jae sembra essere, tra tutti, quello più a fuoco, evidentemente per il messaggio che egli veicola e che tanto importava allo sceneggiatore e regista Hwang Dong-hyuk. Se pensiamo infatti al percorso non solo del giocatore 456, ma anche e soprattutto dell’uomo Seong Gi-hun una volta uscito dai 33esimi squid game (per intenderci, la prima stagione), capiamo perfettamente da dove deriva quella voglia di partecipare nuovamente per salvare vite e rovesciare il potere dei VIP e di Front man.

Tutto ciò, nel corso di seconda e terza stagione, non avviene. Ecco allora perché egli appare così deluso e sconsolato: è arrivato nuovamente in fondo ai giochi, ma tutti i concorrenti sono morti e la guerriglia interna non è andata a buon fine, peggiorando solamente le cose. In mezzo a questo oblio però, egli vede una luce rappresentata dal giocatore 222, ovvero dalla figlia appena nata di Kim Jun-hee. Lei è la speranza nel futuro, il simbolo di una rivoluzione che può davvero avvenire e che passa anche e soprattutto da quel momento finale in cui i due si ritrovano avversari dell’ultima prova. Ecco allora il discorso finale pronunciato dal giocatore 456 che afferma che “noi non siamo cavalli. Siamo esseri umani e gli esseri umani…”. Prima di poter concludere il discorso, si lascia cadere nel vuoto e si uccide, così da poter tenere in vita la piccola e scommettere in un certo senso su un futuro migliore.