Articolo pubblicato il 1 Luglio 2025 da Gabriele Maccauro
Distribuito nelle sale italiane a partire dal 2 luglio 2025, Jurassic World – La rinascita è settimo film della saga inaugurata nel 1994 da Jurassic Park di Steven Spielberg. L’opera si posiziona in continuità narrativa rispetto al terzo capitolo della seconda trilogia (Jurassic World: Dominion). I protagonisti della vicenda solo interpretati da Scarlett Johansson, una mercenaria il cui unico credo è il profitto, e Mahershala Ali, un avventuriero che ha da poco subito un lutto. La trama ruota intorno il recupero di tre campioni di DNA da prelevare a delle pericolose specie di dinosauro al fine di creare un farmaco capace di salvare innumerevoli vite umane. Il film è costato 180 milioni di dollari, presentandosi dunque con un budget più ridotto rispetto ai suoi predecessori. A tal proposito: com’è Jurassic World – La rinascita? Di seguito la recensione del film.
La recensione di Jurassic World – La rinascita, un blando rilancio per una saga morta
Gareth Edwards era il motivo per cui molti cinefili aspettavano con trepidazione questo ennesimo capitolo della saga giurassica, nel suo complesso da considerarsi (in proporzione ai fondi investiti) una delle artisticamente più fallimentari della storia del cinema. Nello specifico i tre capitoli della trilogia Jurassic World hanno appiattito mortalmente ogni slancio creativo, dando alla luce delle pellicole che sono una pigra riproposizione di situazioni già viste e riviste. Ormai l’intero progetto pare essere un gigantesco bancomat utilizzato da attori e registi hollywoodiani per ritirare delle ingenti somme profondendo il minimo sforzo, potendo far leva su un pubblico generalista sempre più impigrito e maggiormente incline a sottoporsi alla visione del decimo capitolo di una pessima saga piuttosto che dare una chance a delle opere originali. In questo contesto era dunque quasi ingenuo aspettarsi che un regista, seppur bravo, come Gareth Edwards potesse risollevare le sorti di una saga morta e sepolta. Jurassic World – La rinascita infatti, sebbene non raggiunga i livelli di infamia del capitolo precedente, è comunque un pessimo blockbuster.
E’ difficile enumerare in poche battute tutti i difetti di quest’opera, tuttavia si può cominciare dal sottolineare quelli che ha in comune con i suoi predecessori. Anche in questo caso torna a dominare le vicende del film una famiglia che si trova per caso a prendere parte all’avventura (con uno degli escamotage narrativi più idioti di tutta la saga), in cui immancabilmente une bambina finirà per fare amicizia con un piccolo dinosauro (fondamentale per il merchandise), senza che questo si riveli in alcun modo significativo per la trama. In questo capitolo i personaggi sono scritti in modo talmente approssimativo, volendo talvolta ricalcare goffamente i problemi personali dei protagonisti del primo film di Spielberg, che persino attori solitamente di alto livello come Scarlett Johansson e Mahershala Ali (due volte premio Oscar) forniscono delle performance di bassissimo livello, non restituendo mai un minimo senso di verità e dando l’impressione di non credere minimamente in ciò che facevano.
Questa sciatteria in fase di scrittura dei personaggi si estende anche alla stesura dell’intreccio che sembra essere un’unione casuale di elementi provenienti dai precedenti capitoli della saga. Questa confusione creativa falcidia l’opera anche nei suoi momenti chiave e nei suoi riferimenti artistici. Arrivati ormai al 7 film di questo universo narrativo si è costretti di nuovo ad assistere a smaccati riferimenti al primo Jurassic Park (con almeno 4 scene che ne sono soltanto una lieve variazione) per comunicare non si sa bene che cosa; forse che la bellezza può risiedere anche nell’omaggiare il passato e nel rielaborarlo? Non è questo il caso sicuramente. Edwards sembra infatti inserire riferimenti piuttosto casuali sparpagliandoli per tutta la pellicola, a partire da quelli alla saga di Alien (esplicitati in fase di promozione dall’addetto agli effetti speciali del film). La nuova creatura presente nell’opera trae chiara ispirazione dal mitico xenomorfo (in particolare assomiglia alla sua versione in Alien – La clonazione) e la trama del film richiama vagamente quella di Aliens. Tuttavia i parallelismi si fermano qui dal momento che nessun discorso viene imbastito partendo da queste premesse che rimangono tali. L’opera è deludente peraltro fin dalla sua orribile scena di apertura che si configura a metà tra un product placement e la solita sequenza in cui un esemplare riesce a fuggire da un laboratorio (risultando forse in questa speciale classifica la peggiore dell’eptalogia).
Ogni nuovo capitolo di Jurassic World prometteva un ritorno in gran stile dei dinosauri, la realtà invece è ben diversa e a tornare a schermo è una copia sempre più sbiadita di un origine di cui ormai si è persa traccia. Quando non si ha più nulla da dire bisognerebbe avere il buon senso di tacere.