Articolo pubblicato il 21 Giugno 2025 da Gabriele Maccauro
A distanza di due anni dall’incidente che ha fatto il giro del mondo, arriva su Netflix un documentario diretto da Mark Monroe che racconta il disastro di OceanGate e del Titan attraverso la voce dei suoi diretti interessati, dal CEO stesso di OceanGate Stockton Rush fino ad esperti del campo come lo stesso James Cameron, regista di The Abyss, Titanic e Avatar. Un lungometraggio di poco meno di due ore fatto di interviste e materiale ormai d’archivio che si occupa non solo del narrare gli eventi, ma anche di andare più nello specifico e spiegare com’è stato costruito il sommergibile stesso. A seguire, trama, storia vera e recensione di Titan: Il Disastro di OceanGate.
Trama e storia vera dietro Titan: Il Disastro di OceanGate, diretto da Mark Monroe
Prima di passare alla recensione del documentario Netflix, è bene però rinfrescare la memoria dei lettori circa l’accaduto. Il lungometraggio di Mark Monroe racconta infatti una storia vera che, per quanto abbia fatto il giro del mondo, è pur sempre avvenuta due anni fa. Il Titan era un sommergibile progettato e costruito dall’azienda privata statunitense OceanGate per poter trasportare cinque persone fino ad una profondità massima di 4.000 metri che, grazie alla sua struttura in fibra di carbonio e titanio e nonostante pesasse solamente 10 kg, era capace di trasportare un carico di 685 kg. Esso veniva pilotato in maniera piuttosto bizzarra e che fece molto clamore quando venne scoperto, ovvero tramite l’utilizzo di un controller per videogiochi modificato, mentre per comunicare si era affidata a Starlink della Space X di Elon Musk.
Il 16 giugno 2023, il Titan lasciò il porto di Saint John nell’isola di Terranova, a bordo di un ex rompighiaccio della Marina militare canadese. Navigò per 684 km, fino a giungere al vero obiettivo della sua missione: una visita turistica del Titanic. La mattina del 18 giugno iniziò l’immersione del sommergibile con la regola ferrea di comunicare con la nave madre ogni 15 minuti. Dopo meno di due ore però, le comunicazioni si interruppero e, allo stesso tempo, il Titan non risalì nemmeno in superficie. Questo portò dunque ad avvisare la Guardia costiera statunitense della scomparsa.
Il 20 giugno iniziarono le ricerche, ma le speranze di ritrovare i cinque componenti dell’equipaggio cessarono due giorni dopo, quando il 22 giugno si arrivò a stimare che l’ossigeno a loro disposizione fosse ormai finito. Inoltre, lo stesso giorno, un sottomarino a comando remoto ritrovò alcuni detriti del Titan, potendo così confermare la sua implosione e la morte di tutti i suoi passeggeri. A bordo c’erano il CEO di OceanGate Stockton Rush; il capo della concessionaria di jet privati Action Aviation Hamish Harding, che aveva già preso parte in passato all’Abisso Challenger nella Fossa delle Marianne, oltre che al quinto viaggio nello spazio del Blue Origin di Jeff Bezos; l’ex sommozzatore della Marina francese e direttore delle ricerche per l’azienda che detiene i diritti dello stesso Titanic Paul-Henry Nargeolet; il vicepresidente del conglomerato pachistano Engro Corporation Shahzada Dawood e suo figlio diciannovenne Suleman.
La recensione di Titan: Il Disastro di OceanGate, disponibile su Netflix
Nel giugno 2023 non si parlava d’altro. L’incidente del Titan era sulla bocca di tutti e non c’era canale televisivo o social che non se ne occupasse. Una tragedia che portò alla morte di cinque persone e che oggi, a distanza di due anni, viene raccontata da Titan: Il Disastro di OceanGate, documentario Netflix diretto da Mark Monroe. Si tratta di un lungometraggio che, attraverso interviste all’equipaggio e ad esperti del settore e con immagini d’archivio, racconta la spedizione dalla progettazione dello stesso sommergibile alla partenza per andare ad esplorare il luogo in cui affondò il Titanic, fino all’annuncio dato al mondo della sua implosione. Gli appassionati di crime e storie vere potranno certamente trovare dell’interesse nella sua visione, ma ci si ferma lì.
Quello di OceanGate è senza dubbio un disastro, ma ci sono un paio di chiavi di lettura che ci portano a bocciare in maniera piuttosto decisa il documentario di Mark Monroe. Innanzitutto, neanche a dirlo, un fattore cinematografico e di intrattenimento: il film non fa altro che riportare ciò che è avvenuto. Punto. Non ci sono veri spunti di riflessione, non si prende nessuna posizione al riguardo se non la inevitabile e scontata tristezza per la morte dei cinque membri dell’equipaggio, ma tutto viene raccontato in maniera talmente fredda che pare distaccata e va da sé che, se l’unica cosa che avviene è il narrare gli avvenimenti passo per passo in modo quasi glaciale come le acque dell’Atlantico, ecco allora che la possibilità di un’opera che avesse degli spunti anche creativi, artistici, cinematografici, crolla. E che non si dica che questo è un problema degli stessi documentari, perché esistono decide di esempi che provano il contrario, da Asif Kapadia a Michael Moore. Ad avere questo taglio sono i documentari Netflix, che sembra nascano con l’unico obiettivo di attrarre pubblico grazie all’argomento trattato e non al modo in cui viene portato in scena, tentando di battere il chiodo finché è caldo e, di conseguenza, senza un vero interesse per le storie vere trattate.
Ed è qui che arriva la nostra seconda chiave di lettura e che porta ad una contraddizione interna: ha senso realizzare documentari su eventi tragici della nostra storia? Certo che si. Ha senso realizzarli con fretta e senza alcuna ambizione artistica per il solo ed evidente interesse commerciale? Ni, soprattutto se poi queste opere non arrivano così velocemente. Titan: Il Disastro di OceanGate arriva infatti ben due anni dopo gli avvenimenti, ovvero quando tutti si sono dimenticati di cosa è successo e sono passati oltre, al nuovo scandalo, ai nuovi morti. La velocità con la quale girano le informazioni in questo periodo storico è già di per sé spaventoso, ha portato la soglia d’attenzione ai minimi storici ma ha anche, in un certo senso, deumanizzato il popolo, che sembra ormai reagire alle notizie dal mondo allo stesso modo, come fosse in un enorme branco, dove la morte non è altro che notizia, gossip. Una tendenza che andrebbe combattuta, non alimentata e questo documentario, che parla sì di una tragedia ma anche di chi col potere gioca a fare Dio, sbaglia completamente i modi. Se invece nel pubblico c’è chi desidera un grande e sterile recap degli eventi, Titan: Il Disastro di OceanGate fa sicuramente al caso vostro.