Articolo pubblicato il 20 Giugno 2025 da Bruno Santini
A seguito dei primi quattro episodi andati in onda con l’iniziale pubblicazione dei primi tre e la successiva uscita del quarto episodio, giunge sulla piattaforma di streaming Apple TV+ anche l’episodio 1×05 di Stick, dal titolo Il fenomeno dei birdie. Owen Wilson è protagonista della serie televisiva comica che racconta il percorso di Santiago, il giovane talento del golf che sfida le convenzioni e le regole tradizionali del gioco, grazie alla presenza di Pryce e di Zero. Dopo aver conosciuto il percorso iniziale dei protagonisti e a seguito dell’inizio delle qualificazioni del ragazzo, giungiamo adesso ad una nuova fase successiva che permette di guardare più da vicino alle singole storie personali: ma con quale risultato e, soprattutto, l’episodio 1×05 di Stick vale la visione? Guardiamo più da vicino alla recensione della puntata Il fenomeno dei birdie.
La trama di Stick 1×05: Il fenomeno dei birdie
Prima di procedere con la recensione del quinto episodio di Stick, è importante sottolineare innanzitutto la trama di Stick 1×05, l’episodio che prende il titolo di Il fenomeno dei birdie. A seguito della scelta di Zero come caddie di Santi, inizia il percorso nelle qualificazioni del ragazzo, che continua a mostrare il suo spirito indomito e ribellino, soprattutto nella selezione delle mazze da golf e degli specifici colpi, tentando di affidarsi ad un talento sì cristallino, ma ancora da affinare definitivamente; per questo motivo – non avendo Zero conoscenza del golf nelle sue definizioni tecniche – Pryce decide di creare una serie di segnali per comunicare con la nuova caddie, affinché Santi faccia la scelta giusta per ogni colpo e non si lasci andare alle sue ribellioni.
In un primo momento, tutto sembra andare perfettamente ma – quando Zero parla con la madre di Santi e scopre del passato del ragazzo e della manipolazione che subiva da suo padre – la caddie decide di lasciar andare Santi, che però compie degli errori; alla fine, Zero smette di consigliare specificamente i ferri e i legni da scegliere, lasciando che sia Santi ad acquisire consapevolezza: con un eagle alla 17esima buca, il ragazzo riesce a qualificarsi. Tuttavia, nel gruppo continuano ad esserci tensioni soprattutto a causa del rapporto tra Pryce e Mitts, con il primo che non ha mai superato il lutto relativo alla morte di suo figlio Jet.
La recensione del quinto episodio di Stick
C’è stato un momento specifico della carriera di Owen Wilson in cui l’attore, pronunciando per la prima volta il suo celebre “Wow”, ha ottenuto un incredibile successo nel mercato dei meme e, da quel momento in poi, ha continuato a reiterare la sua scelta, rendendola un vero e proprio marchio distintivo della sua recitazione. Vogliamo partire proprio da questo elemento, per parlare della recensione di Stick 1×05, il quinto episodio della serie TV su Apple TV+, che in effetti in questa puntata vede proprio uno di quei “Wow”, pronunciato anche senza che ce ne sia troppa utilità, ma per ricordare allo spettatore che cosa sta guardando. È un indizio non da poco, circa il senso generale di ciò che la serie vuole essere e ha sempre mirato a diventare: un prodotto non rivoluzionario, che colga aspetti del reale e tanti meccanismi riutilizzabili, talvolta non esattamente necessari. Nell’ambito degli episodi precedenti abbiamo lodato il fascino della semplicità di Stick, indicando come la chiave di volta della serie TV si ritrovasse proprio nella sua capacità di raccontare una storia come tante altre, ma allo stesso tempo ci dicevamo curiosi dell’impatto della storia e del passato dei singoli personaggi, che potesse esercitare un peso complessivo sulle dinamiche del presente.
Anche in questo caso funziona allo stesso modo: per Santi, Zero, Pryce e Mitts si continua a parlare di un qualcosa di lontano nel tempo, che ritorna ossessivamente nel presente e che sembra influenzare – direttamente o indirettamente – le azioni di ogni personaggio; è un risultato che, almeno per questo momento, non ci sembra estremamente positivo e che non sempre funziona in maniera ideale, soprattutto quando il legame con la storia sembra essere l’unico motore dell’azione di ognuno, ma la serie dimostra comunque un ottimo equilibrio nella scansione costante dei singoli accadimenti. Il mondo del golf, ancora una volta, resta marginale: l’interesse primario è il rapporto tra persone, l’incontro-scontro tra mentalità, culture e cervelli differenti, per quanto ribadiamo che nella rappresentazione del “femminismo post-colonialista queer” di Zero sembri esserci (più che altro) una semplice sovrabbondanza di temi sociali messi in ballo, senza un effettivo sviluppo che non poggi soltanto sulla difficoltà di classificazione dei pronomi. Certo è che la commedia non sempre richiede grandi approfondimenti personalistici, per cui ci rendiamo perfettamente conto del fatto che anche Il fenomeno dei birdie, la puntata 1×05 di Stick, porti a casa il risultato seguendo quell’emblema generale di linearità della serie; i meccanismi seguiti, anche strutturalmente, conducono dunque al finale risolutivo, all’eagle nella tanto famigerata 17esima buca e in tutta la sequenza felice finale, in cui giungiamo anche al bacio tra i due giovani ragazzi, con le atmosfere teen che si fanno sentire e che si attendevano, per la piega che la serie TV sta prendendo.
Insomma, da copione ci aspettiamo una crisi nel processo, un conflitto che si acuirà con la messa in discussione dei relativi passati e della storia personale di Pryce, poiché tutto è facilmente prevedibile ma non per questo meno significativo o positivo da osservare sullo schermo; le prossime puntate sapranno dirci se Stick saprà rispettare anche queste attese.
