Articolo pubblicato il 18 Giugno 2025 da Andrea Barone
In Italia la critica è morta e i Criticoni l’hanno resuscitata. Può sembrare una provocazione, una frase che una persona intellettuale, che specificatamente legge o scrive saggi di cinema da più di 30 o 40 anni, potrebbe facilmente liquidare come tipica espressione da giovane entusiasta che non ha idea di come si valuti la reale critica. Eppure si può anche dire che questo occhio sprezzante, nato anche prima della nascita di questo gruppo di content creator, vada avanti da fin troppo tempo e debba essere finalmente chiuso. Da poco meno di un anno i Criticoni, formati da quattro persone che amano parlare della settima arte, sono esplosi attirando tanto pubblico e ad oggi il loro canale conta quasi 50.000 iscritti, una cifra che per una nicchia come quella dei cinefili non è affatto scontata. Ma perché i Criticoni si dovrebbero definire importanti in questo settore? Chi sono e che cos’hanno di così speciale o rilevante? Per capirlo bisogna prima contestualizzare quanto il web abbia cambiato le cose per chi vuole scrivere o parlare di cinema nell’epoca contemporanea.
La critica e il web prima dei Criticoni
I Criticoni arrivano molto tempo dopo che l’idea di parlare di cinema su YouTube (e non solo) si è rimodellata più volte. In Italia l’evoluzione dei content creator cinematografici sul web si può infatti facilmente riassumere in quattro “ere“:
- 2009: la scoperta di Karim Musa (in arte Yotobi). Un giovane ragazzo decide di accendere una telecamera nella sua cameretta per recensire film brutti in modo comico. Karim non è un critico cinematografico vero e non è interessato a parlare di cinema in senso analitico, ma solo di intrattenere il suo pubblico facendo notare i difetti più assurdi delle opere che sceglie di trattare, dai film italiani low budget di serie C fino ad arrivare ai direct to video dell’Asylum. Il successo del personaggio (che con gli anni lo trasformeranno in un intrattenitore su molti più argomenti generici) crea una fetta di pubblico che prova fascino per chi si espone nel commentare prodotti audiovisivi, volendo approfondire la materia e facendo nascere più recensori che parlano di cinema in senso più stretto e tecnico mentre si rivolgono ad un pubblico di appassionati. Tra tutti questi si distingue Mattia Ferrari (in arte Victorlaszlo88), il primo di una lunga scia di cinefili che diventano un punto di riferimento.
- 2011: la Nerd Cultura di Dario Moccia. Quasi parallelamente allo sdoganamento dei recensori cinematografici del web, nasce il Docu Vlog cinefilo. Diversamente dalla recensione di un singolo titolo, il Docu Vlog consiste in video di approfondimento attraverso i quali si analizza non solo l’opera, ma la storia della sua realizzazione, il periodo nella quale è nata e la sua influenza nella cultura pop. Ciò si deve a Dario Moccia, che inizia a riprendersi con la telecamera approfondendo numerosi dettagli mentre spiega l’importanza di prodotti artistici come quelli dello Studio Ghibli, espandendo il tutto anche all’anime ed al fumetto e chiamando questa tipologia di video Nerd Cultura. Con il passare degli anni, molti vlog si trasformano in veri e propri documentari, cambiando più volte forma. Senza i piccoli video di Dario Moccia che poi si sono trasformati in qualcosa di molto più professionale, oggi probabilmente non esisterebbero i making of degli Slim Dogs ed i contenuti di molti altre webstar acculturate.
- 2016: l’era di Facce di Nerd. Lo youtuber Mattia Pozzoli (in arte Matioski) ha l’idea di riunire un gruppo di appassionati (dei quali una bella fetta è già affermata sul web) per discutere in diretta dei film e delle serie del momento. Diversamente dallo/a youtuber che, aiutandosi con il montaggio, parla da solo/a a delle persone che dovranno commentare il video successivamente, la discussione non è più a senso unico, ma vede un misto di tanti pareri diversi che si confrontano tra loro. Oltre alla singola opera, in questa trasmissione, intitolata prima Nerd Planet Live ed in seguito ribattezzata Facce Di Nerd, vengono commentate anche le news (scelte di casting, annunci di progetti, licenziamenti, trailer, ulteriori mosse di marketing, etc.) per interrogarsi sulle prossime decisioni delle aziende e provare a capire il futuro del cinema. In tutto ciò il pubblico è parte attiva del contenuto, commentando in diretta e potendo, in diversi casi, influenzare gli spunti della trasmissione. Con questo format nasce l’era delle live attraverso la quale molti altri content creator creano i loro gruppi per realizzare dibattiti in diretta, realizzando contenuti molto più lunghi del solito con la piena partecipazione degli spettatori ed espandendo i cinefili anche alla piattaforma di Twitch.
- 2021: l’arrivo dei reel dei content creator. Dopo la pandemia, molti appassionati di cinema cominciano a creare dei contenuti in pillole per adattarsi a TikTok ed Instagram. Lo spettatore vuole che la sua attenzione venga catturata entro i primi 10 secondi, così nascono sui social numerosi video che tentano di spiegare il valore di un film, varie curiosità legate ad esso o news attraverso video che durano pochi minuti. Da questa tendenza esplode anche il fenomeno di Letterbox, applicazione attraverso la quale gli appassionati danno i loro voti ai film spiegando i motivi della loro valutazione in poche righe. I contenuti molto più riassuntivi vengono quindi privilegiati rispetto a quelli particolarmente lunghi.

Bisogna in tutto questo ricordare una cosa: il web non è la critica, o meglio, non lo è automaticamente. Nella forma più tradizionale, la critica è formata da persone che, dopo un percorso accademico, diventano giornalisti e scrivono recensioni su pubblicazioni scritte (che siano giornali o riviste), scrivono saggi, realizzano interviste, intraprendendo in aggiunta anche percorsi che permettono loro di andare in televisione o presentare ai festival. Il web invece, uno strumento che viene messo alla portata di tutti, permette a qualsiasi persona di avere la possibilità di parlare di cinema, passando da quelli più istruiti già alla base a quelli che costruiscono il loro apprendimento direttamente dopo aver iniziato a fare i contenuti. Per questo, in tutti gli anni dell’evoluzione del web italiano che sono stati raccontati, cosa è successo alla critica tradizionale? Semplicemente è morta. L’interesse per la lettura degli articoli e dei saggi è diventato sempre più basso ed i critici di professione, continuando quasi unicamente nell’impostazione tradizionale, hanno perso definitivamente, dopo una crisi già in atto, la possibilità di influenzare una fetta di pubblico nell’interessarsi ad opere cinematografiche specifiche.
Ad aggravare il tutto è stata la scelta dei dipendenti: quando chiunque ha cominciato a parlare su internet senza passare per un colloquio nelle redazioni, molte realtà editoriali hanno cominciato a svalutare anche i nuovi arrivati con percorsi tradizionali che volevano ottenere lavori da scrittori, ritenendo che nessuno potesse chiedere garanzie economiche solide con la nuova realtà creatasi. Il cortocircuito tra mancanza di innovazione ed il rifiuto di sostenere le nuove leve ha portato gradualmente a disastri come il fallimento di Hollywood Reporter Italia e la chiusura di Badtaste. E allora, in questa dura lotta tra critica e web, che ruolo hanno i Criticoni?
Chi sono i Criticoni
I Criticoni è un gruppo formato da quattro dei più stimati amanti di cinema degli ultimi anni che hanno l’obiettivo di discutere della settima arte portando la gente in sala. Loro si piazzano su un palcoscenico e dibattono sulla loro più grande passione, creando contenuti che vanno dagli approfondimenti più dettagliati ai dibattiti più accesi che riescono ad intrattenere il pubblico grazie all’alchimia che c’è tra i membri del gruppo. I contenuti dei Criticoni, attualmente, si dividono in quattro modalità:
- Dibattito su un film al cinema: un’opera, che sia un film attualmente distribuito in tutte le sale o un classico in occasione di un evento speciale, viene proiettata ed i membri del gruppo esprimono la loro analisi post visione rispondendo anche alle domande del pubblico verso la fine del dibattito.
- Criticoni a Teatro: uno spettacolo sul palcoscenico attraverso il quale un singolo recensore alla volta fa un monologo su un tema cinematografico e su quanto quest’ultimo, che sia vecchio o di tendenza, si rifletta ancora sull’attualità, senza contare le varie riflessioni su ciò che sia importante per le persone quando si pensa all’esperienza del cinema in quanto tale. Una volta terminati i monologhi di ogni singolo membro, tutti insieme si riuniscono nell’ultimo atto terminando con un corposo dibattito in cui si confrontano.
- Criticoni Talk: si dibatte sui film usciti in sala o in streaming, ma il format si sta evolvendo anche in soggetti nuovi (vedasi l’ultimo video sul festival di Cannes). In questo caso si tratta di discussioni registrate come se i Criticoni fossero in live, per poi venire caricate su YouTube.
- UwUFUFU: altro format realizzato direttamente per il web, si tratta di un gioco attraverso il quale vengono messi a confronto numerosi film, personaggi o artisti per scegliere il migliore di questi ultimi. A ogni match si confrontano due di queste figure e quella che viene soggettivamente scelta si confronta con un altro titolo selezionato fino ad arrivare alla finale.
Ma chi sono i membri che formano il gruppo dei Criticoni? Si comincia dal già citato Mattia Ferrari, il noto Victorlaszlo88 che attualmente ha un canale YouTube da 340.000 iscritti. Al di là dei numeri mostruosi per la categoria di youtuber alla quale appartiene, si tratta della prima persona che ha sdoganato l’importanza del parlare di cinema sul web, nonché il primo ad attirare l’attenzione del pubblico anche con video lunghi più di 40 minuti, dimostrando l’importanza del contenuto che trascende la semplice durata. Mattia Ferrari non si è mai definito un critico, eppure è stato il primo youtuber cinefilo a scrivere libri sul cinema, attività che è tipica dei critici tradizionali, creando una differenza sempre più sottile tra queste due definizioni. Non è un caso che Adriano Della Starza (in arte Il Collezionista Di Ombre), professore che fin dalla sua esistenza sul web si batte per far riconoscere l’importanza della critica accademica ai cinefili, sia stato uno dei primi a definire Mattia Ferrari un critico cinematografico, proprio perché ad oggi non si può ignorare la sua importanza.

Il secondo membro è Federico Frusciante, che attualmente ha un canale YouTube da 107.000 iscritti. Divenuto popolare grazie alle sue monografie dedicate ai registi, ha fatto conoscere ai cinefili delle nuove generazioni l’importanza di cineasti di genere come Mario Bava, John Carpenter, George Romero e Andrew Niccol, registi che fino ad allora erano riconosciuti dalla critica attuale accademica ma sconosciuti al pubblico del web. Il fascino di Federico Frusciante deriva anche dalla sua natura di videotecaro che ha lottato contro quella più progressista (da lui spesso definita consumista e facilona) in nome della bellezza della fruizione e del valore dell’arte da preservare. Nonostante il recensore abbia perso il celebre negozio Videodrome a causa delle perdite economiche, la sua battaglia non è passata inosservata agli spettatori che vedono in lui un ispiratore nel pensare al di fuori di ciò che la massa ritiene opportuno, cosa che ha permesso di far distinguere lo stesso Frusciante da molti altri content creator nel web. Un outsider che difende gli outsider del cinema.

Il terzo membro è Davide Marra, conosciuto da molti come Mr. Marra e possessore di un canale YouTube da 104.000 iscritti. Pur avendo esordito sul web come studioso e cultore di cinema, la fama di Davide Marra è esplosa grazie alla sua conduzione del Cerbero Podcast, una trasmissione (ad oggi chiusa) realizzata su Twitch che mirava a fare intrattenimento, analisi della società con discorsi di attualità, critiche mirate a ciò che non funziona sul web, interviste e persino giornalismo di inchiesta. Divenuto celebre per l’assoluto equilibrio che riusciva a mantenere tra razionalità a mente fredda ed il rispetto attento alla sensibilità degli ospiti chiamati, è noto il suo sodalizio con Fedez nato con la co-conduzione di Muschio Selvaggio, altro podcast di successo che ha ospitato importanti figure parlando di arte, politica e sessualità. Dopo che le proprietà di Muschio Selvaggio sono passate a Luis Sal, il duo si è “trasferito” nel format Pulp Podcast. Essendo estremamente apprezzato per i suoi approfondimenti, Davide Marra ha raccolto una forte schiera di ammiratori anche nell’ambito cinefilo dove ha fornito spunti importanti sui parallelismi e sulle simbologie degli artisti.

L’ultimo membro ma non meno importante è Francesco Alò, soprattutto se si pensa che è stata sua l’idea di realizzare il progetto dei Criticoni. A differenza degli altri tre membri citati prima, Francesco Alò è l’unica figura nata come critico accademico tradizionale. Spesso definito uno dei più importanti ed influenti critici italiani contemporanei che ha scritto in vari giornali celebri, è conosciuto anche per essere uno dei provocatori per eccellenza, facendo dichiarazioni forti che divengono il centro di numerose discussioni su opere spesso giudicate indiscutibilmente belle o brutte. Con il passare degli anni, Francesco Alò è divenuto il critico che più di tutti ha cominciato ad esporre la propria persona attraverso una telecamera del web, cominciando ad eliminare anch’esso quella differenza sottile tra content creator e critico, proprio come Mattia Ferrari ma con un percorso inverso. Infatti alla fine anche lui ha aperto un recentissimo canale YouTube che attualmente ha raggiunto i 12.000 iscritti. L’apertura di Francesco Alò al web è fondamentale per capire il senso dei Criticoni stessi.

Perché i Criticoni sono importanti nella critica
Prima di parlare dell’innovazione dei Criticoni (che si spera non rimanga soltanto una parentesi), occorre capire la loro forza come gruppo in quanto tale. Al di là dell’idea vincente del crossover nel portare avanti una squadra di persone che si sono formate da sole ottenendo importanti traguardi (concetto che nel web è ripreso dal già citato Facce Di Nerd), è la scelta dei singoli individui che, mischiati, crea una formula esplosiva: da un lato abbiamo l’outsider che lotta per i registi ignorati e per l’importanza della politica nella semplicità (Federico Frusciante), da un altro abbiamo un critico che cerca la legittimità dello sguardo percettivo al di là di un soggetto che in apparenza sembra scontato (Francesco Alò), da un altro lato un conduttore che continua a far notare la situazione economica e sociale che attanaglia il cinema mondiale e soprattutto quello italiano (Davide Marra) ed infine un content creator veterano che inquadra l’importanza delle icone oggi (Mattia Ferrari). Tutte queste figure sono distinte tra loro ma allo stesso tempo si contaminano a vicenda ed è la varietà dei punti di vista, espressi senza filtri, a divertire e ad interessare.
Anche quando il gruppo sembra buttarla apparentemente in caciara soltanto per divertire presenta delle verità molto interessanti: quando Francesco Alò attacca Killers Of The Flower Moon il pubblico, abituato a vedere Martin Scorsese come un regista sacro, la prende come un meme per far arrabbiare Federico Frusciante, ma in realtà è una perseveranza da parte del critico di non concentrarsi soltanto su una tipologia di cinema specifico (per molti cinefili Scorsese è in cima ed il cinema dei blockbuster è di basso livello) e soprattutto è una presa di posizione per ribadire che niente è intoccabile perché tutto può essere discusso purché si argomenti. Allo stesso tempo nei Criticoni non c’è una chiusura mentale, perché da un lato si parla di cinema per il grande pubblico e si inseguono anche le tendenze che siano adatte al gruppo (gli UwUFUFU), ma dall’altro lato si creano interi dibattiti su realtà come il Festival di Cannes (spesso ignorato anche dal web se non dai pochi canali accademici), rendendo popolare (contestualizzando al pubblico cinefilo ovviamente) ciò che è trattato come una nicchia intellettuale.

Ed in tutto ciò l’innovazione dei Criticoni è molto semplice e diretta, perché consiste nella loro attività teatrale. Le persone sono abituate ad ascoltare i recensori attraverso lo schermo di un PC, di una televisione o di un telefono, ma con l’idea di convertire i video in spettacoli da palcoscenico, la bidimensionalità dello schermo diventa tridimensionalità a tutto tondo. Il pubblico accorre per sentire pareri che non è abituato ad ascoltare altrove ed allo stesso tempo si diverte. Per la prima volta la critica diventa totale intrattenimento e si trasforma in un evento. Ci si lamenta che le persone non vogliano più ascoltare i critici, eppure tanti giovani decidono di riempire le sale cinematografiche per ascoltare persone che parlano di cinema. In questo modo il dibattito critico si trasforma nel già citato evento cinematografico ed allo stesso tempo l’esperienza in sala aumenta di valore, tanto da trascendere la decisione stessa del film: se il lungometraggio è un’opera appena uscita molto famosa la gente va, ma si precipita anche se l’opera è sconosciuta oppure non particolarmente famosa perché ciò che interessa è il dibattito critico ed alla base si percepisce che si imparerà qualcosa di nuovo con l’intrattenimento.
L’evento dei Criticoni è talmente forte da far riempire quindi le sale anche con opere di nicchia. In questo modo il pubblico è contento e gli esercenti sono contenti, un’esperienza che prima era replicabile soltanto quando in sala era presente un attore, un’attrice o un/una regista che ha lavorato al film e mai si sarebbe pensato che potesse funzionare con i dibattiti critici al di fuori dei festival, cosa che invece è successa. Questo va al di là delle opinioni che si condivide o meno con il gruppo, perché il sottoscritto, per esempio, non è d’accordo con nessuno dei pareri esposti su Top Gun: Maverick o con nessuna delle aspre critiche rivolte agli Academy Awards, ma sarebbe follia non riconoscere l’importanza del portare il pubblico in sala soltanto perché si hanno pareri diversi, specialmente quando gli stessi membri del gruppo si dividono in visioni opposte e che discutono con rispetto.
I Criticoni e la critica del futuro
Quando Francesco Alò ha esordito sul palco del primo spettacolo dei Criticoni, ha dichiarato che il suo ambiente non gli piace, mentre con i suoi nuovi colleghi si trova bene. Come è stato prima dichiarato, Francesco Alò è conosciuto per essere un provocatore, quindi la prima cosa che viene da pensare è che molti critici abbiano sparlato di lui affermando probabilmente che il giornalista sappia poco di cinema o non sia capace di parlarne soltanto perché ha opinioni opposte. E se fosse vera la deduzione, non sorprenderebbe, perché anche nelle zone giornalistiche dei festival tira una brutta aria, con numerose persone che puntano il dito sulle altre, ritenendosi più bravi. La stessa cosa vale per i Criticoni, che spesso ricevono aspre critiche dai giornalisti accademici, i quali li accusano di non essere degni di meritare il pubblico che hanno. Questo veleno contro i Criticoni è solo la punta dell’iceberg di una situazione che va avanti da anni: i critici accademici non vogliono le persone che vengono dal web e spesso le persone che fanno contenuti sul web non invitano i critici accademici. Tuttavia i giovani creator non accademici che non invitano i critici lo fanno anche per involontaria mancanza di consapevolezza, poiché da tanti anni la critica si è chiusa in sé stessa e non trova modi per farsi conoscere dal pubblico, mentre molti critici accademici conoscono la nuova realtà del web, ma non la accettano chiudendo le porte a tutto. Per questo Francesco Alò è da lodare, perché è il primo giornalista che si è esposto con fermezza su tale lato.

Come si può pretendere che il web si apri alla critica se quest’ultima si chiude in un angolo puntando il dito contro chi fa contenuti accusando questi ultimi di rubar loro i lettori o gli spettatori? E che diritto avrebbero di farlo? La gente si è allontanata dai testi e non ascolta più la critica da anni perché quest’ultima non si reinventa e non prova ad abbracciare nessuna delle innovazioni proposte dal web. I Criticoni invece portano pubblico in sala e fanno interessare i giovani, li fanno divertire con la cultura. Ci si lamenta che la critica non è più capace di stimolare uno spettatore tanto da fargli scegliere cosa vedere in sala, mentre i Criticoni hanno resuscitato quel potere che sembrava perso, pur essendo ancora relegato ad una nicchia di fan dei creator, una nicchia che però sta crescendo. Non sarebbe dunque ora di cominciare a riconoscere l’importanza dei creator nella critica cinematografica e cominciarli a definirli critici anche al di fuori dell’accademia? La critica accademica non sopporta le opinioni cinefile diffuse da Mattia Ferrari, Davide Marra, Francesco Alò e Federico Frusciante? E allora si trovi una soluzione per diffondere altre idee e approfondimenti di studio con la stessa efficacia, ci si apra a nuovi orizzonti che internet permette, perché altrimenti si finisce come la televisione che ha disprezzato il web per anni, finendo per rimanere sola con sé stessa mentre il pubblico butta i telecomandi e preme invece sulle tastiere per cercare su YouTube. Magari un passo molto importante per creare nuove leve per la critica tradizionale sarebbe cominciare a pagare decentemente i giovani usciti dall’università (gli stipendi sono vergognosi), invece che sfruttarli facendo perdere loro la fiducia nel sistema che non permette più agli articolisti di vivere parlando di arte come si faceva un tempo. Sono da queste delusioni che si abbandona la voglia di lavorare non solo per la critica, ma anche per la letteratura stessa. Si protesti per i finanziamenti statali, si dia dignità ai lavoratori intellettuali e soprattutto ci si apra all’evoluzione comunicativa, perché continuare a sottovalutare i giovani ed il progresso è una cosa che l’Italia sta pagando a caro prezzo e non solo nel campo cinefilo. La critica rimane indietro mentre i Criticoni vanno avanti… e sarebbe ora di iniziare a seguirli.