Articolo pubblicato il 17 Giugno 2025 da Bruno Santini
Anche i capolavori del cinema, quelli entrati nell’immaginario collettivo per la loro perfezione stilistica, per le interpretazioni magistrali o per l’impatto culturale che hanno avuto, non sono immuni da sviste e piccoli errori che, seppur invisibili alla prima visione, diventano evidenti agli occhi più attenti o in un secondo rewatch. Dai classici storici ai kolossal contemporanei, passando per le saghe fantasy, i musical d’animazione e i drammi d’autore, ogni film porta con sé il peso della complessità produttiva, che spesso genera inconsistenze visive, oggetti fuori posto, riflessi indesiderati, tagli di montaggio incoerenti o cambi di costume inspiegabili. Ci sono, poi, casi di errori nei film che diventano così tanto marcati da costituire un elemento scelto dallo stesso regista, come il celebre taglio della mano di Leonardo DiCaprio in Django Unchained.
Insomma, in questo articolo vogliamo parlarvi di 10 errori celebri nei film che (forse) non avevi notato, non per ridicolizzarli o sminuirne il valore artistico, ma per mostrare come anche le produzioni più prestigiose siano, in fondo, frutto di lavoro umano e quindi imperfetto. Naturalmente, siamo consapevoli che alcuni errori siano di poco conto e che ce ne siano tanti altri di cui non parliamo, ma volevamo mettere in risalto soprattutto il contatto con produzioni mastodontiche e registi di altissimo livello. Ma quali sono gli errori più celebri dei film? Vediamone alcuni di seguito.
Il bicchiere che scompare in Titanic
Il primo tra gli errori nei film celebri di cui vogliamo parlare all’interno del nostro articolo interessa una scena di Titanic, film che ha fatto la storia soprattutto per i suoi prodigi tecnici. Nel corso di una delle scene più emozionali di Titanic, quella in cui Jack e Rose conversano sul ponte della nave, un dettaglio sfugge a molti spettatori alla prima visione, ma risulta evidente a un’osservazione più attenta: un bicchiere inizialmente posato sul tavolino accanto ai protagonisti cambia posizione in modo impercettibile tra un’inquadratura e l’altra, per poi scomparire del tutto.
Questo errore di continuità, seppur minimo, rivela quanto sia difficile mantenere una perfetta coerenza visiva anche in produzioni di altissimo livello, come quella diretta da James Cameron. Nonostante la portata colossale del progetto e l’attenzione ai dettagli per ricostruire fedelmente il transatlantico, anche una scena così iconica può contenere piccole sviste che tradiscono la complessità della macchina cinematografica.
La spada di Gandalf in Il Signore degli Anelli
Durante l’esplorazione delle Miniere di Moria in Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello, Gandalf affronta la tensione del luogo con la sua consueta compostezza, ma la sua spada scompare improvvisamente dalla mano per poi riapparire magicamente in una scena successiva. L’errore è noto tra i fan e rivela quanto sia complesso girare sequenze d’azione con effetti speciali, coreografie e montaggio serrato, in cui anche un dettaglio come un’arma di scena può passare inosservato al momento delle riprese. La scena resta indimenticabile, ma questo tipo di disattenzione mette in luce come, anche in produzioni da centinaia di milioni di dollari, la continuità oggettiva tra le riprese sia un’impresa tutt’altro che semplice.
Il maglione di Harry in Harry Potter e la Pietra Filosofale
Anche una delle saghe più celebri della storia del cinema non è esente da errori e, per questo motivo, tra gli errori più celebri dei film che forse non avevi mai notato ce n’è uno in Harry Potter e la Pietra Filosofale, il primo storico film del franchise. Nel primo capitolo della saga di Harry Potter, durante la scena natalizia nella Sala Comune, Harry riceve un maglione da parte della signora Weasley, che cambia colore e trama da un’inquadratura all’altra. Sebbene il cambio possa sembrare lieve, la differenza è sufficiente a generare confusione per lo spettatore più attento, rivelando un errore tipico delle riprese effettuate in giorni diversi o con costumi multipli. In un film in cui ogni elemento ha una funzione simbolica o narrativa, anche un dettaglio come il maglione natalizio diventa rilevante, soprattutto considerando l’importanza delle prime vere esperienze familiari di Harry: oltre tutto, sappiamo benissimo quanto le differenze tra la prima scena girata – l’ultima del film – e le altre siano marcate, specie per quanto riguarda i denti finti di Hermione e le lenti a contatto di Harry, ma questa è un’altra storia.
Il braccio guarito di Maximus in Il Gladiatore
Tra gli errori nei film più celebri, non possiamo fare a meno di citare un vero e proprio “maestro” di incongruenze storiche ed errori nei film, Ridley Scott, che spesso ha fatto molto parlare di sé per errori di posizionamento storico, come nel caso delle Piramidi bombardate di Napoleon e non solo. Ne Il Gladiatore, dopo la scena in cui Maximus viene ferito al braccio, si nota che in alcune riprese successive la ferita scompare del tutto o appare medicata in modo diverso. Questo tipo di errore, apparentemente marginale, può però compromettere la verosimiglianza del racconto, specie in un film che punta sul realismo e sull’intensità drammatica. La regia di Ridley Scott costruisce un mondo crudele e brutale, ma la discontinuità nella resa delle ferite smorza, seppur per pochi istanti, la sospensione dell’incredulità che il film tanto cerca di alimentare.
L’auto moderna visibile in Braveheart
In un film storico come Braveheart, ambientato nella Scozia del XIII secolo, ci si aspetterebbe un’attenzione maniacale alla ricostruzione scenica, ma in una sequenza all’aperto, durante una carica degli scozzesi, si intravede sullo sfondo un’automobile parcheggiata dietro una collina, elemento completamente anacronistico. Questo errore, probabilmente dovuto alla difficoltà di controllare ogni angolo delle riprese in esterni, rappresenta uno dei casi più clamorosi di infiltrazione moderna in contesti storici, e sebbene duri solo un attimo, è sufficiente a distrarre lo spettatore più attento e a spezzare la coerenza narrativa di una delle pellicole più epiche degli anni ’90. Nel già citato Gladiatore, non a caso, sullo sfondo si osserva la sagoma di un’aereo, a dimostrazione di una commistione tra fiction e realtà che nel cinema contemporaneo è sempre più oggetto di quotidianità.
La DeLorean che cambia modello in Ritorno al Futuro
Tra gli errori più celebri nei film che (forse) non hai mai notato ce n’è uno che interessa anche Ritorno al Futuro, a dimostrazione del fatto che neanche questa saga sfugge alla difficoltà produttiva che, spesso, porta con sé errori di ogni sorta. La celebre DeLorean, simbolo assoluto della trilogia Ritorno al Futuro, appare in alcune sequenze con dettagli visibili differenti, che variano tra interni, carrozzeria e componenti del reattore temporale, anche quando la trama non prevede modifiche. Questo è dovuto all’uso di più veicoli durante le riprese, ciascuno leggermente diverso per esigenze tecniche o logistiche. Nonostante l’affetto che il pubblico nutre per il design dell’auto del tempo, questi piccoli errori di coerenza tra i modelli rivelano una difficoltà oggettiva nel mantenere un’identità visiva univoca per un oggetto così centrale nella narrazione, specialmente in una saga dove ogni dettaglio ha rilevanza temporale.
Il microfono visibile in Pulp Fiction
Durante una scena chiave di Pulp Fiction, quando Vincent e Mia Wallace stanno dialogando nel famoso ristorante anni ’50, è possibile vedere, per un breve istante, la parte inferiore di un microfono boom entrare nell’inquadratura dall’alto. Questo tipo di errore tecnico è raro in film così curati a livello registico, ma proprio per questo risulta sorprendente. L’intrusione del microfono rompe momentaneamente la magia del dialogo e ricorda che, anche nei film considerati capolavori moderni, l’interferenza tra realtà produttiva e finzione può manifestarsi, sottolineando la presenza tangibile della troupe dietro ogni battuta: insomma, anche dietro un errore di tale portata si può trovare una possibile lettura post-moderna, a dimostrazione del fascino di una rilettura storica di celebri film che può essere effettuata in qualsiasi chiave reinterpretativa.
Lo Stormtrooper che sbatte la testa in Star Wars: Episodio IV
Le abbiamo citate praticamente tutte, e anche questa saga non potrebbe essere da meno: anche in Star Wars ci sono errori celebri nei film e, tra le gaffe più amate dai fan della saga di Star Wars, spicca quella dell’Stormtrooper che colpisce accidentalmente la testa contro un portellone, entrando in scena durante l’inseguimento alla Morte Nera. La scena, ormai leggendaria, è stata mantenuta nella versione definitiva del film e perfino celebrata nelle successive riedizioni, con effetti sonori aggiunti per evidenziare il momento. Nonostante sia un errore evidente, questa svista ha conquistato il pubblico e contribuito a umanizzare un universo altrimenti rigidamente codificato, trasformando un inciampo sul set in una sorta di marchio affettuoso della saga galattica.
Il taglio di capelli che cambia in Pretty Woman
Nel corso delle scene di Pretty Woman, il personaggio di Vivian – interpretato da Julia Roberts – mostra variazioni evidenti nella lunghezza e nella piega dei capelli, persino all’interno della stessa sequenza narrativa. Si passa da ciocche lisce e ordinate a boccoli più voluminosi senza una vera giustificazione narrativa o temporale, segno di riprese effettuate in giorni diversi o di modifiche intervenute tra una sessione e l’altra. Ciò sembra essere particolarmente paradossale, soprattutto se pensiamo ad un film che ruota attorno alla trasformazione estetica e al potere dell’apparenza, in cui questi errori di continuità visiva nel look della protagonista rischiano di distrarre chi guarda e rompere l’illusione di un’evoluzione coerente.
Il riflesso della troupe nello specchio in Matrix
Concludiamo il nostro articolo relativo agli errori più celebri nei film che (forse) non hai mai notato con un vero e proprio capostipite della tecnica e dell’impegno spasmodico per ogni elemento, nell’ambito della settima arte. In Matrix, noto per la sua estetica impeccabile e il lavoro sullo spazio visivo, c’è una scena ambientata in un corridoio specchiato in cui, per pochi fotogrammi, si può notare il riflesso di una telecamera e di alcuni membri della troupe. Questo errore, che passa inosservato alla prima visione ma diventa evidente in alta definizione, è emblematico delle difficoltà legate alle superfici riflettenti sul set, e che a dire il vero riflette il difficile lavoro che si realizza per mascherare la presenza della troupe in corrispondenza di specchi o altre superfici riflettenti. In un film che gioca proprio sulla percezione e sulla distorsione della realtà, il vedere apparire per un attimo l’apparato tecnico della produzione incrina leggermente la perfezione formale di un’opera altrimenti straordinariamente coesa e immersiva, ma il film – così come la sua esperienza – restano pur sempre immortali.