Biancaneve e i sette nani: l’importanza del contesto per evitare l’ostracismo

In occasione dell’arrivo del live action dedicato, un approfondimento su quanto e come valorizzare e considerare la sua controparte animata, ossia il primo Classico Disney della storia.
Analisi del primo classico Disney della storia, Biancaneve e i sette nani

Articolo pubblicato il 7 Marzo 2025 da Giovanni Urgnani

È ormai imminente l’arrivo nelle sale cinematografiche italiane del nuovo live action targato Disney, remake che questa volta vede coinvolto il primo storico Classico animato, con Rachel Zegler (Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente) nei panni della principessa Biancaneve e Gal Gadot (Wonder Woman) come interprete della regina cattiva Grimilde. Chiaramente sarà una trasposizione all’insegna di nuove soluzioni narrative rimanendo fedele all’originale dove potrà, ma è chiaro l’intento di dare modernità ad una favola secolare, aggiungendo elementi coerenti e riconoscibili per la società contemporanea. Ma la necessità di adattare le stesse storie in base al periodo corrisponde al far cadere nell’oblio il passato indistintamente? Di seguito i vari perché Biancaneve e i sette nani ancora oggi è pietra miliare del cinema mondiale e sotto quali punti di vista debba essere analizzato.

Biancaneve e i sette nani, la trama banale e prevedibile

Nel 2027 cadranno novant’anni esatti dall’uscita statunitense al cinema del film d’animazione, ed è esattamente la questione cronologica il primo punto imprescindibile da cui partire per comprendere il senso stesso della pellicola. Si sta parlando di un pubblico fino a quel momento estraneo alla realtà animata su grande schermo, quest’ultima inesistente (a livello di lungometraggio) fino a quel momento; perciò l’attrazione generata dalla tecnica tanto bastava per suscitare intrattenimento ed interesse. Tutte quelle sequenze colorate di figure in movimento dal ritmo dinamico muovevano l’interesse degli spettatori ben consci dell’esito narrativo, privo di qualsivoglia intreccio intricato, lasciandosi trasportare dallo spettacolo visivo, poiché ai loro occhi ogni cosa si presentava come novità assoluta.

Non va poi dimenticato quanto da poco tempo si era affermato il cinema sonoro, nell’arco di dieci anni si era quasi definitivamente imposto sul muto, ma si presentava ancora una rivoluzione giovane di cui bisognava abituarsi. Perciò, sempre tenendo la narrazione in secondo piano, lo spazio dedicato ai numeri musicali e alle canzoni è diventato enorme fin da subito, com’era prassi della produzione hollywoodiana dei tempi, in cui veniva inserita la musica anche in quei generi di base non avvezzi ad essa, come ad esempio il western. Per un’esperienza immersiva totale non vi sono infatti momenti di silenzio, ogni movimento, ogni azione sono coordinati e sincronizzati col timbro di uno strumento musicale, seguendo una partitura precisa.

Analisi del primo classico Disney della storia: Biancaneve e i sette nani, film del 1937

Biancaneve e i sette nani, i personaggi bidimensionali e manichei

Biancaneve e i sette nani è un prodotto della Hollywood classica, con tutto ciò che ne consegue e ne deriva: all’interno del sistema monopolizzato dagli studi di produzione, da qualche anno era stato messo in vigore il cosiddetto Codice Hays, un regolamento autocensorio voluto dalle grandi majors stesse in cui si fissano i contenuti che si possono, ma soprattutto non possono, essere trattati o messi in scena. Tra i molti paletti fissati, vi era quello di evitare qualsiasi tipo di tridimensionalità dei personaggi, il male e il bene dovevano distinguersi nettamente l’uno dall’altro, i buoni e i cattivi dovevano marcatamente separarsi senza ambiguità, quindi il manicheismo era d’obbligo, imprescindibile, poiché negli spettatori non avrebbe mai dovuto nascere il minimo dubbio o comunque non dovevano mai uscire “confusi”, data l’intenzione ideologica dell’industria cinematografica statunitense.

Questo sistema valeva per i film destinati per un pubblico adulto, figuriamoci quindi per quelli rivolti alle famiglie e ai bambini come questo, dallo scopo palesemente educativo e pedagogico. Si commetterebbe oggi dunque un grave errore di superficialità nel giudicare negativamente la sceneggiatura, accusandola di mancanza di caratterizzazione dei personaggi, non essendoci state alternative di sorta, ma soprattutto non avendo un canone alle spalle verso cui distaccarsi, non è possibile dunque tacciare di difetto quello che difetto non può considerarsi. La società del terzo millennio ha ben chiaro quali siano gli stilemi tipici della favola tradizionale e grazie a questo consolidamento che risulta possibile soverchiarli, dissacrarli e parodiarli, mentre con l’arrivo di Biancaneve e i sette nani tale canone inizia ad affermarsi anche nell’audiovisivo.

Analisi del primo classico Disney della storia: Biancaneve e i sette nani, film del 1937

Biancaneve e i sette nani, una stantia visione della donna

Nessuno deve nascondersi dietro ad un dito: l’idea ideale del femminile durante gli anni trenta del Novecento (ma anche prima e dopo) era ben precisa e chiara, ossia una donna nella sola doppia veste di moglie e madre; non concependo la possibilità di vivere per conto proprio o che abbia ambizioni diverse dall’innamorarsi. È perfettamente comprensibile il probabile distacco provato dalle nuove generazioni verso la rappresentazione di un personaggio simile, evitando di prenderlo come riferimento o modello da seguire, data forse l’inadeguatezza di rispondere alle esigenze attuali delle donne future, oggi bambine e ragazze.

Quale tipo di approccio ci potrebbe essere dunque con la Biancaneve del classico animato? Considerate tutte le circostanze ideologiche del caso, la principessa conserva in sé dei valori universali capaci di sopravvivere alla prova del tempo. Biancaneve rispecchia le virtù della purezza di spirito, dell’altruismo, della bontà e della fiducia nella vita, sentimenti forse fin troppo dimenticati e sottovalutati, di cui il mondo ha sempre un notevole bisogno. Stessa cosa dicasi per la libertà di sognare, soffocata dalla precarietà, dalla violenza generale e da qualsiasi tipologia di disuguaglianza, da mantenere viva invece, per far sì di poter avere un domani da costruire.

Trailer ufficiale di Biancaneve, diretto da Marc Webb