Paint Drying: la storia del film di protesta che obbligò la BBFC a guardare 10 ore di vernice

Nato come progetto di protesta, Paint Drying è diventato un prodotto di grande culto tra gli appassionati: ma qual è la storia del film di 10 ore che mostra vernice che si asciuga su una parete?

Articolo pubblicato il 7 Febbraio 2025 da Bruno Santini

Il mondo del cinema è pregno di creazioni che, spesso, vanno oltre l’esigenza di comunicare un determinato messaggio o una specifica tipologia di narrazione. Talvolta, alcuni film vengono realizzati per protesta, per veicolare un contenuto politico o ideologico, o ancora per riuscire a convogliare un determinato messaggio sociale. A questo cinema appartiene sicuramente Paint Drying, un progetto sperimentale che ha visto la luce nel 2023 e che vede regia, produzione, montaggio e cura tecnica di Charlie Shackleton. Stiamo parlando di un film di 10 ore in cui non si vede altro che vernice bianca che si asciuga: ma perché questo film è molto importante e qual è la genesi di un progetto nato come protesta e diventato, nel corso dei mesi, un vero e proprio oggetto di culto?

La protesta di Charlie Shackleton contro la BBFC e la censura cinematografica britannica

Per riuscire a comprendere la storia e il perché di un film come Paint Drying, è importante comprendere quale sia stata la genesi del progetto in questione. Charlie Shackleton, che prima di assumere il cognome della madre era conosciuto anche come Charlie Line, è un giovanissimo regista che ha iniziato a lavorare a partire dal 2013, realizzando documentari e esordendo alla regia anche con il film Fear Itself, un documentario sul cinema horror che è stato rilasciato, con una durata di 88 minuti, il 18 ottobre del 2015. Il regista si è reso subito conto, lavorando direttamente sul suo cinema ma osservando anche altri grandi film di culto, di quanto stringente fosse la censura cinematografica in Gran Bretagna, soprattutto per quanto riguarda i requisiti di classificazione per età del British Board of Film Classification, che impongono una valutazione molto stringente sulle opere, spesso portatrice della cancellazione o della modifica di alcuni elementi di un film.

Un caso straordinario, per Charlie Shackleton, fu rappresentato da Fight Club, il celebre film di David Fincher con Brad Pitt, Edward Norton e Helena Bonham-Carter: il giovane regista, infatti, ha scoperto che il film è stato ridotto di qualche secondo dal BBFC, a causa di scene che sono state descritte come esageratamente violente e sadiche nella loro messa in scena. Apparentemente infastidito dal clima di estrema attenzione, nonché dai costi elevatissimi per la valutazione di un film da parte del British Board of Film Classification, Charlie Shackleton ha deciso di mettere in piedi una protesta singolare, attraverso un suo film.

Charlie Shackleton, regista e produttore del film di protesta Paint Drying
Charlie Shackleton, regista e produttore del film di protesta Paint Drying

La realizzazione di Paint Drying, il crowdfunding su Kickstarter e l’opera di 10 ore

Per questo motivo, a partire dal 2016 il regista si è impegnato nella realizzazione del film di protesta sperimentale, dal titolo Paint Drying. Il modus operandi del regista è stato molto semplice: il lavoro della BBFC ha un costo di circa 100 sterline per sottoporre l’opera alla valutazione, con aggiunti circa 7 sterline per ogni minuto del prodotto messo in scena: se per grandi produzioni ciò costituisce una cifra assolutamente irrilevante, per registi indipendenti potrebbe rappresentare uno dei motivi di difficoltà nel proporre il proprio film nelle sale cinematografiche. Per questo motivo, Charlie Shackleton decise di realizzare un crowdfunding, sulla piattaforma di Kickstarter; con una durata totale di 14 ore per le proprie riprese, il regista chiese ai propri fan una donazione, così da raggiungere la massima durata possibile per il progetto, che sarebbe stato sottoposto senza alcun taglio alla British Board of Film Classification: con 5936 sterile raccolte sulla base di 686 sostenitori, il film ha raggiunto la durata totale di 607 minuti, ovvero 10 ore e 7 minuti in cui si vede soltanto della vernice che si asciuga su una parete.

Naturalmente, stando ai criteri della BB FC egli addetti ai lavori per la valutazione del contenuto hanno dovuto osservare, anche se in due sessioni di cinque ore, l’intero film nella sua durata, per poi conferirgli una valutazione U, dunque Universale e senza alcuna restrizione per età. Charlie Shackleton ha successivamente presentato il film in una mostra della Queens Land Art Gallery Brisbane, in Australia, nell’ambito della mostra sul Cinema Obstructed, di cui è stato co-curatore. Nonostante la volontà di portarlo al cinema o di far esordire addirittura la director’s cut della durata di 14 ore, il film non è poi stato distribuito nei in sala e in streaming.

Il successo di Paint Drying su Letterboxd

Al giorno d’oggi, Paint Drying continua ad avere successo almeno come fenomeno popolare, dal momento che sulla nostra piattaforma di Letterboxd è presente tra i film che sono valutabili. Ovviamente, per quanto sia possibile esprimere un giudizio sull’opera e lasciare non soltanto stelle, ma anche recensioni o inclusioni all’interno di liste, il film non è stato visto da nessuno, dal momento che non è disponibile al cinema o in streaming. Naturalmente, è possibile comunque interagire con il prodotto sulla piattaforma e leggere di più a proposito della storia di Charlie Shackleton, allegata al film: il prodotto ha però ottenuto un grande successo dal momento che gli utenti di Letterboxd hanno deciso, gradualmente, di trasformare la pagina del film in una sorta di bacheca personale, dove esprimono i propri pensieri, si mettono in contatto con i lettori attraverso la funzione dei commenti e creano un vero e proprio spazio social che, di solito, sulla piattaforma è legato alla visione e al commento dei film. Insomma, una nuova vita per il progetto di protesta che è stato realizzato con il solo fine di evidenziare una condizione piuttosto disagevole per i giovani autori indipendenti, ma che oggi è diventato quasi un prodotto universale per ogni spettatore, nonostante nessuno l’abbia mai visto.