Babygirl: il significato del latte nel film di Halina Reijn con Nicole Kidman

Uno dei momenti più importanti in Babygirl, film che vede Nicole Kidman protagonista, è sicuramente quello del latte: ma qual è il significato della scena del film?
Il significato della scena del latte in Babygirl con Nicole Kidman

Articolo pubblicato il 2 Febbraio 2025 da Bruno Santini

Fin dal momento in cui è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia 2024, Babygirl è stato uno dei film di rottura dell’edizione della manifestazione cinematografica. Da un lato la regia di Halina Reijn, non una sconosciuta nell’ambiente contemporaneo ma neanche una veterana della settima arte; dall’altro l’interpretazione da protagonista di Nicole Kidman, che ha catturato l’attenzione degli spettatori in virtù della chimica promessa con Harris Dickinson. Il tutto, in un film erotico che ha fatto tanto discutere e che porta a valutazioni di vario genere, con elementi spesso oggetto dell’attenzione dello spettatore: tra questi, non si può fare a meno di notare il ruolo del latte all’interno del film, con un accenno a questo in più scene (viene in mente quella del bicchiere, ma non manca anche quella della ciotola), che rendono la bevanda fortemente protagonista nel suo senso tematico e ideologico, all’interno del film. Ma qual è il significato del latte in Babygirl di Halina Reijn?

La spiegazione della scena del bicchiere di latte in Babygirl

Partiamo, nel prendere in considerazione quale sia il significato del latte in Babygirl, con una scena che sicuramente ha catturato l’attenzione dello spettatore e che ha fatto discutere tutti gli addetti ai lavori. Quando, tra Romi e Samuel (rispettivamente interpretati da Nicole Kidman e Harris Dickinson) il rapporto tra dominata-dominatore inizia a costituirsi, ci si ritrova di fronte ad un sentore di ambiguità all’interno del film, dettato più che altro dall’atteggiamento di lei. Nell’esteriorità, dunque nell’espressione sociale della sua persona, Romi deve rinnegare quello che è il suo vero io, intriso di desiderio.

La vita della donna è economicamente e socialmente appagante, ma non lo è di certo nella soddisfazione dei propri desideri, soprattutto in ambito sessuale. In fondo, Romi sa perfettamente di volere ciò che sta per accadere ed è disposta a tutto affinché quell’appartamento sia possibile, ma una parte di sé deve necessariamente deviare questa tendenza, seppur genuina. Il momento del bicchiere di latte che viene trangugiato è allora intriso di significato, e questa scena merita spiegazione: perché Samuel ordina proprio un bicchiere di latte per la donna e perché Romi lo beve tutto d’un fiato? Inutile dire che il riferimento più immediato (con annessa goccia che si ferma sul labbro dopo aver bevuto) sia quello dello sperma, di cui il latte richiama il colore. Ma questa scena ha anche un’altra spiegazione, con il latte che ha il preciso significato disagevole che viene comunicato allo spettatore: è una bevanda che generalmente non si associa al sesso ma alla familiarità, al focolare e all’infanzia, dunque rimaniamo stupiti (e anche molto scomposti) che questo venga trangugiato in una dinamica sessuale tra i due protagonisti del film. Scomporre lo spettatore, prima con la dissoluzione dei suoi ideali e poi con l’immagine del bondage vero e proprio, sembra allora essere la chiave di volta di Babygirl.

Il significato del latte in Babygirl e l’importanza di questa bevanda

La maggior parte degli spettatori che hanno avuto modo di osservare Babygirl ha immediatamente bollato questo film come misogino e antifemminista; in un certo senso, si comprende perché, non per una condivisione di ideale, quanto più per quei meccanismi che spesso ci si aspetta di ritrovare sullo schermo per determinate rappresentazioni: complice anche un cinema che ragiona per schemi fatti e finiti, l’impressione generale è che femminismo sia sinonimo (necessariamente) di rivalsa, ribellione o affermazione della donna in un dato ambito, là dove due dei lavori più importanti degli ultimi anni per il loro senso di femminismo – Povere Creature! e lo stesso Babygirl – conservano la propria forza nella forma di identità e di affermazione della stessa a tutti i costi, anche attraverso il sesso. E se il desiderio sessuale non viene trattato come tale, dunque come una forma pulsante e necessaria nella vita di ogni essere umano (anche donna), allora si fa fatica a comprendere che anche il bondage, il sadomasochismo, la dominazione sono tutte forme ed espressioni di quella medesima libertà, che attiene solo ed esclusivamente a chi la pratica e desidera.

Ecco allora che tornando al latte, e alla scena della ciotola che ha fatto ancora più discutere per quella associazione animale presente nel film, è importante chiedersi il perché di questa scelta e quale sia il significato della bevanda nel film. Probabilmente, benché ci si possa vedere altro, in quella scena è presente anche una dimensione di fortissima intimità, di rapporto quasi genuino che va oltre il sesso e che non si espleta nel sesso stesso: quasi una dimensione plurale, dove la donna si sente tutto ciò che può (e vuole) essere in un rapporto certo verticale – con Romi in ginocchio che lecca latte -, ma anche di forte integrità morale. Ancora una volta, il senso sta tutto nel disagio che percepiamo: ci si affretta a utilizzare il termine “cagna” nel definire il personaggio interpretato dall’attrice, ma a guardar bene si scorge un senso di enorme dignità in una scena dove il desiderio viene compreso ed espresso, senza più filtri morali che rappresenterebbero la vera castrazione. Il sesso, in fondo, è tutto lì.