Articolo pubblicato il 18 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Vincitore di diversi premi nel contesto del Festival del Cinema di Venezia 79, dove è stato presentato in anteprima, Siccità è un film di Paolo Virzi del 2022, che ha trionfato anche ai successivi David di Donatello, soprattutto per quanto riguarda la categoria di miglior attrice non protagonista dove, a vincere, è stata Emanuela Fanelli. Il film in questione presenta un approccio sicuramente molto interessante e distopico alla città di Roma raccontata da parte del regista, che è colta in un periodo di siccità che dura ormai da tre anni: le vicende di tutti i protagonisti, raccontati in un cast corale, si susseguono fino al finale. Ma come finisce Siccità? Di seguito, si offre di più a proposito della spiegazione del finale del film di Paolo Virzì.
Come finisce Siccità? La trama completa del film di Paolo Virzì
Come detto precedentemente, Siccità rappresenta un approccio sicuramente molto interessante al modo di raccontare la città di Roma, da parte di Paolo Virzì; per questo motivo, è certamente importante comprendere come finisce il film, considerando anche la trama completa del lungometraggio: il regista decide di condensare la narrazione di numerosi personaggi entro un cast corale, che agisce all’interno di una città colta dalla siccità ormai da tre anni. Nella città di Roma imperversano i problemi determinati dalla mancanza d’acqua: la sporcizia è sempre più elevata, si diffondono le blatte all’interno della città e anche una strana malattia del sonno, che porta numerosi cittadini a non riuscire più a dormire.
In questo contesto, si distinguono le diverse storie dei personaggi; tra questi c’è Antonio, interpretato da Silvio Orlando, il quale è detenuto nel carcere di Rebibbia in virtù dell’omicidio di sua moglie ma che riesce ad evadere in cerca di una riconciliazione con sua figlia Giulia. Intanto, la donna è fidanzata con Valerio, un agente di sicurezza che, per sopravvivere, si dà a piccoli furti e le case dei cittadini più abbienti della città. Valerio Mastandrea interpreta Loris, un tassista che, dopo aver perso il suo precedente lavoro, a causa del taglio delle auto blu ai politici, cerca di mandare avanti la sua vita nonostante i problemi di sonnolenza, tentando invano anche di ricucire il rapporto con la sua famiglia, mentre intanto è malato per un nuovo virus che si sviluppa a causa della persistente presenza delle blatte all’interno della città.
La spiegazione del finale di Siccità
In un film in cui le diverse situazioni si succedono fino a comprendere come finisce Siccità, è certamente importante procedere con la spiegazione del finale del lungometraggio, che permette di giungere a compimento rispetto a quella che era l’ideale volontà di rappresentazione del regista. Le diverse storie nel film sono numerose e sembrano giungere ad un punto di convergenza e scontro, con alcuni emblemi di quella contraddittorietà e incoerenza che caratterizzano la città. Ad esempio, il professor del Vecchio, mentre tenta di parlare delle cause della siccità a Roma e di analizzarne le circostanze per la risoluzione, si fa attrarre dal lusso e si abbandona ad una vasca idromassaggio, emblematica di quel senso di indifferenza nei confronti della popolazione che spesso appartiene alla classe politica rappresentata nel film. Proprio quando Antonio, conscio del fatto che evadere non gli ha portato nulla, sceglie di ritornare volontariamente in carcere dove almeno poteva sentirsi più al sicuro, nella città di Roma inizia un temporale e la siccità – così com’era arrivata – misteriosamente scompare, segnale che la città è pronta a vivere di nuovo dopo tre anni.