Il bambino con il pigiama a righe: come finisce? Storia vera, polemiche e spiegazione del finale

Film particolarmente discusso nel corso degli anni, Il bambino con il pigiama a righe vede un approccio al tema della seconda guerra mondiale: come finisce, qual è la sua spiegazione e la storia vera?
Il bambino con il pigiama a righe: come finisce? Storia vera, polemiche e spiegazione del finale

Articolo pubblicato il 18 Gennaio 2025 da Bruno Santini

Tra i film che generalmente vengono proposti nelle scuole, e non solo, in occasione della settimana della memoria, che culmina con la giornata del 26 gennaio, c’è sicuramente Il bambino con il pigiama a righe, film del 2008 che racconta gli orrori della seconda guerra mondiale e, in particolar modo, dell’Olocausto attraverso lo sguardo di due bambini, di cui uno tedesco e l’altro ebreo. Il film di Mark Herman adatta l’omonimo romanzo di John Boyne e, nel corso degli anni, è stato oggetto di numerose polemiche, soprattutto da parte della comunità ebraica e non solo. Ma come finisce il film? Nel tentare di tirare le somme e comprendere tutto ciò che c’è da sapere in merito, si prosegue con storia vera e spiegazione del finale del lungometraggio.

Come finisce Il bambino con il pigiama a righe? La spiegazione del finale del film

Un primo elemento che merita di essere considerato, relativamente a Il bambino con il pigiama a righe, interessa come finisce e qual è la spiegazione del finale del film, particolarmente discusso nel corso degli anni. L’ambientazione è stata già chiarita precedentemente: ci si trova nell’ambito della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto, con la trattazione del tema dei campi di concentramento che avviene per mezzo a te lo sguardo di due bambini, Bruno, figlio di un ufficiale nazista, e Shmuel, bambino ebreo presente all’interno del campo.i due sono separati dal solo filo spinato ma la curiosità, l’affetto e l’amicizia che si sviluppa tra i due porta a un legame incredibile, che dimostra come gli orrori della guerra possano essere superati da quell’ingenuità e quella bontà d’animo che i bambini possiedono.

Naturalmente, il contesto della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto imperversa sullo sfondo, con tutto ciò che si può ascoltare e vedere fino al tragico finale, che porta lo spettatore a commuoversi: ma come finisce Il bambino con il pigiama a righe? Alla fine del film, Bruno viene confuso da bambino ebreo, poiché si traveste con gli stessi abiti di Shmuel per entrare all’interno del campo, scavando una buca al di sotto del filo spinato. Quando viene effettuato un rastrellamento, allora, il figlio dell’ufficiale nazista viene condotto nella camera a gas, dove perde la vita. I genitori, infatti, pur rendendosi conto della scomparsa del figlio tentano di evitare a tutti costi la sua morte, non riuscendovi.

La storia vera di Il bambino con il pigiama a righe

Chi osserva per la prima volta Il bambino con il pigiama a righe potrebbe essere indotto a credere che quella raccontata sia una storia vera, per mezzo di uno sguardo sicuramente molto lusinghiero e anche indulgente sui due bambini. In realtà, per quanto il contesto dell’Olocausto, che aleggia sullo sfondo, sia comunque verosimile e adattato dagli eventi del tempo, la storia dei due bambini è inventata. Mark Herman adatta il romanzo omonimo di John Boyne, che racconta, per l’appunto, della conoscenza dei due bambini, di cui Bruno protagonista del romanzo, all’oscuro della realtà nazista, delle atrocità e degli orrori della seconda guerra mondiale, e Shmuel, bambino detenuto ad Auschwitz insieme a padre, nonno e fratello. Il film termina allo stesso modo del romanzo, con le differenze che risultano essere piuttosto blande in termini di adattamento: l’unico dettaglio che si aggiunge è relativo al padre di Bruno, Ralf, che alla fine del romanzo si lascia arrestare per il dolore subito dalla morte di suo figlio, evitando la fuga al termine della seconda guerra mondiale.

Le polemiche sul film e i casi mediatici generati dal lungometraggio

Come spesso avviene per film o racconti che interessano la seconda guerra mondiale e il tema dell’Olocausto, anche Il bambino con il pigiama a righe è stato oggetto di numerose polemiche, soprattutto in ambito mediatico. A fronte di un budget di 13 milioni di dollari, il film è riuscito a guadagnarne 44 in tutto il mondo, ottenendo un buon successo al box office e anche una valutazione critica piuttosto soddisfacente, da parte della maggior parte degli addetti ai lavori. Tuttavia, sono stati registrati anche dei casi mediatici molto polemizzati nel corso degli anni. Ad esempio, gli storici dimostrano come il film sia piuttosto falso nella sua rappresentazione degli eventi, oltre che oscurantista nel non volesse rappresentare la sorte delle vere vittime dell’Olocausto, più che dei carnefici. Il museo statale di Auschwitz, invece, ha dichiarato che sia il libro che il film dovrebbero essere evitati poiché propongono una narrazione che tende a empatizzare con il nazismo e con i suoi rappresentanti, dato il finale in cui, a morire, è proprio il figlio di un ufficiale.