Articolo pubblicato il 10 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Il nuovo film dietro la macchina da presa di Robert Zemeckis è Here, che vede una reunion del suo cast e un modo di raccontare la storia che era stato tanto caro anche a Forrest Gump. Il film, con Tom Hanks all’interno del cast, presenta diversi elementi tecnici di grande valore, e tra questi non si può fare a meno di citare la colonna sonora curata da Alan Silvestri, impreziosendo il tutto con una scelta di regia certamente illuminante: un’unica inquadratura per tutto il film. Ma qual è il motivo di questa scelta e quale il significato?
Here ha una sola inquadratura in tutto il film?
Nel tentare di spiegare quale sia il significato tecnico, narrativo e addirittura filosofico di una scelta di questo genere, è molto interessante rispondere innanzitutto ad un interrogativo che in molti, tra gli spettatori che si confrontano per la prima volta con Here, si saranno posti: il film ha una sola inquadratura in tutto il film? Parlando in termini generali, la risposta è sì: l’esperimento di Robert Zemeckis, che nel corso della sua carriera ha sempre avuto modo di sperimentare molto e di trovare delle chiavi sempre differenti per raccontare una storia, come la motion capture per Polar Express e non solo o gli esperimenti di CGI presenti in Forrest Gump.
Tuttavia, il film è lontano dall’essere statico: nei suoi poco più di 100 minuti, Here presenta una grande abbondanza di dettagli che permettono di vedere la storia evolvere continuamente, con nuove narrazioni e con i diversi eventi storici raccontati che cambiano continuamente. Per arricchire l’inquadratura, che così non appare mai piatta e fine a se stessa, il film si avvale spesso degli split screen per mostrare più eventi contemporaneamente, che avvengono nella stessa stanza ma in momenti differenti.
Il significato dell’inquadratura unica di Here di Robert Zemeckis
È evidente che mostrare una sola stanza con un’inquadratura unica in tutto il film (fatto salvo il breve movimento di camera sul finale) sia un fattore che non può essere ascritto ad una sola componente estetica e tecnica, per quanto Robert Zemeckis abbia sempre tentato di alzare l’asticella del suo cinema non soffermandosi soltanto sul racconto, ma inserendo anche numerosi elementi tecnici e di cura estetica del prodotto. Ma allora qual è il significato dell’inquadratura unica di Here di Robert Zemeckis? Per comprenderlo, bisogna necessariamente prendere in esame quel senso di “esserci” che viene sottolineato dal titolo del film, il quale focalizza sempre l’attenzione sul presente raccontato, nonostante tutti i cambiamenti sociali, politici e ideologici all’interno del film.
La casa, anzi ancor meglio il terreno su cui è edificata, è allora il reale protagonista del lungometraggio, mentre tutti coloro che la abitano sono delle comparse, degli interpreti certo dinamici ma mai così importanti come il contenitore in cui agiscono. Non avrebbe senso, per questo motivo, seguire un personaggio con un movimento di camera o con il variare dell’inquadratura, con un lavoro che – diversamente da quanto si crede – diventa così estremamente complesso anche dal punto di vista della regia, portando Zemeckis (nonostante la sua età) a dimostrare delle capacità anche di interpretazione e comprensione del contemporaneo che sono pari a pochi altri nel suo campo.