Perché per le canzoni di Emilia Pérez non c’è nessuna discussione agli Oscar 2025

Dopo i recenti risultati dei Golden Globes, nelle ultime ore sui social in molti hanno evidenziato un fastidio per la sconfitta dell’apparentemente più meritevole Wicked nella categoria per la miglior canzone. Uno spunto per spiegare come, invece, Emilia Pérez ha già il premio Oscar in tasca.
Perché Emilia Pérez vincerà il premio Oscar per la miglior canzone

Articolo pubblicato il 7 Gennaio 2025 da Gabriele Maccauro

Nei giorni scorsi si è tenuta la cerimonia di premiazione degli 82esimi Golden Globe Awards, riconoscimenti tra i più importanti e prestigiosi d’America che sanciscono il definitivo inizio della stagione dei premi che culminerà nella notte degli Oscar del prossimo 2 marzo. In questo senso, tra sorprese e delusioni, a lanciare un messaggio importante è stato Emilia Pérez: il film diretto da Jacques Audiard – di cui vi abbiamo parlato qui in anteprima mondiale dal Festival di Cannes – si è portato a casa 4 statuette, tra cui miglior film commedia o musical, miglior film internazionale, miglior attrice non protagonista con Zoe Saldaña e miglior canzone originale con “El Mal”. Proprio quest’ultimo premio è stato oggetto di grandi critiche sui social, con il film francese che è stato subissato di critiche e con la richiesta di giustizia, ai prossimi Academy Awards, nei confronti di Wicked, a detta di molti nettamente superiore da un punto di vista musicale. Prendiamo dunque spunto da questo punto – fondato su un errore grossolano da parte degli appassionati – per spiegare perché questa faida non ha senso di esistere e per quale motivo Emilia Pérez ha già in tasca il premio Oscar per la miglior canzone originale.

Emilia Pérez vs Wicked: di scontri impari e tifo da stadio

Se i social pullulano di estremismi e c’è una costante e forsennata ricerca del bello e del brutto, del giusto e dello sbagliato, la critica cinematografica non può e non deve sottostare a questi giochetti e dovrebbe superare questo ostacolo, ragionando sui film senza che ci sia alcuna gara e, soprattutto, tenendo in considerazione fattori che esulano dal mero ragionamento cinematografico e che vadano a riflettere sulla società, sul momento storico in cui un lungometraggio viene realizzato e sulle implicazioni dello stesso che, che piaccia o meno, si fa sempre portatore di un messaggio sociale e politico.

Wicked è la realizzazione di un sogno che viene da lontano, la speranza di milioni di appassionati il cui amore, dal romanzo di L. Frank Baum (Il Meraviglioso Mago di Oz, 1900) al film di Victor Fleming (Il Mago di Oz, 1939), passando per l’opera di Gregory Maguire (Strega – Cronache del Regno di Oz in Rivolta, 1995) e per il musical di Broadway con musiche e testi di Stephen Schwartz ed il libretto di Winnie Holzman (Wicked, 2003), ha attraversato più di un secolo e si è tradotto, pochi mesi fa, nel lungometraggio di Jon M. Chu che, ad oggi, ha incassato circa 576 milioni di dollari. Un successo straordinario per la prima parte del dittico, con i fan di tutto il mondo che, sin dalla sua uscita, si sono espressi a suo favore affinché venisse considerato dalle varie associazioni, gilde e sindacati statunitensi e potesse ottenere dei premi. Tra questi, Golden Globes ed Oscar restano i più importanti ed amati non solo negli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo. E se per gli Academy Awards bisognerà aspettare fino al 2 marzo, i Golden Globes sono invece stati assegnati pochi giorni fa, con il film con protagoniste Cynthia Erivo ed Ariana Grande che è rimasto a bocca asciutta (il nuovissimo riconoscimento per il miglior risultato al cinema e al box office ha ben poco senso prenderlo in considerazione).

Trattandosi di un musical che fa delle musiche e delle interpretazioni canore suo assoluto punto di forza, a lasciare perplessi i suoi sostenitori è stata certamente la mancata vittoria nella categoria per la miglior canzone originale. Purtroppo però, è mancata attenzione da parte degli stessi, perché le canzoni di Wicked sono tutt’altro che originali ed il film non era stato neanche candidato nella medesima categoria. Il vincitore assoluto e legittimo è stato invece Emilia Pérez che però, da tutta questa situazione, ne è uscito colpito dalla più classica delle shitstorm, con alcuni brani – non i due candidati, tra l’altro – derisi in primis per i propri testi. Mancanza d’attenzione e costante ricerca di un nemico: le discussioni sui social troppo spesso si riducono a questo che, di certo, fanno tutto tranne che il bene del cinema e dell’arte in generale, con un pensiero che, più che aprirsi, pare si stia sempre più chiudendo.

La rilevanza sociale ed artistica del nuovo film di Jacques Audiard

Non me ne vogliano poi i grandi amanti di Wicked, qui nessuno ne mette in discussione la qualità o il successo, ma all’interno di queste discussioni social – sempre troppo brevi, sterili, quasi volutamente superficiali – manca un fattore decisivo che porta un nome ed un cognome: Jacques Audiard. Il regista parigino è sempre troppo poco citato, nonostante i tanti riconoscimenti ottenuti – in primis al Festival di Cannes – ed in 30 anni di carriera non ha fatto altro che continuare costantemente a superarsi, raccontando storie perfettamente radicate nel loro tempo e contemporaneamente astratte, eventi che partono dal particolare per allargarsi all’universale: da Tutti i Battiti del mio Cuore a Il Profeta, da Un Sapore di Ruggine e Ossa alla Palma d’oro Deephan, i suoi film hanno sempre parlato degli ultimi e degli emarginati con una tale eleganza di pensiero, di scrittura e di regia da sorprendere ogni volta.

Emilia Pérez non è altro che il perfetto prosieguo della sua carriera, nonché la sua più grande scommessa vinta. Un progetto quasi impensabile, che rivoluziona l’idea di musical, sfrontato e coraggioso che, ancora una volta, mette perfettamente a fuoco l’oggi per 132 minuti di pura meraviglia. Dopo i riconoscimenti a Cannes77, le tante nomination su suolo americano non fanno che confermarne la grande portata e rilevanza e, per quanto i premi non determinino la qualità di un film, sono comunque indicativi. Agli Oscar 2025 Emilia Pérez si presenterà dunque, verosimilmente, con 6-7 candidature e con tre statuette che sembrano già assegnate: miglior attrice non protagonista con Zoe Saldaña, miglior film internazionale e, per l’appunto, miglior canzone originale con “El Mal”.