Articolo pubblicato il 5 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Il film Numero 24 ha fatto il suo esordio su Netflix a partire dal 1 gennaio 2025 e ha immediatamente fatto parlare tanto di sé, soprattutto per il racconto del personaggio rappresentato: Gunnar Sønsteby. Trattandosi di una storia vera, come viene raccontato all’interno del film e come il finale del lungometraggio lascia pensare, c’è grandissima attenzione, da parte degli spettatori, a proposito di chi era veramente Gunnar Sønsteby e di quale sia la storia vera del film Numero 24 presente su Netflix.
Chi era Gunnar Sønsteby? La storia vera del partigiano norvegese
Numero 24 racconta la storia vera di Gunnar Sønsteby, portato sullo schermo da due attori differenti, per la rappresentazione della sua giovane età e di quella più anziana, in cui si racconta all’interno di diverse conferenze di fronte agli studenti. Ma chi era Gunnar Sønsteby? Trattasi di un partigiano norvegese morto nel 2012 a Oslo, insignito di diversi titoli da parte del suo paese e unico cittadino norvegese ad aver ricevuto la decorazione militare più alta, la Croce di guerra con tre spade. Soprannominato con diversi titoli, tra cui soprattutto Numero 24, il numero che gli apparteneva nell’ambito della prima operazione di spionaggio a cui ha preso parte in Norvegia per contrastare i nazisti presenti nel paese, Gunnar Sønsteby è stato parte della Resistenza dal 1940 al 1945, negli anni dell’invasione tedesca e nazista del paese. La Norvegia fu conquistata dalla Germania di Hitler nel contesto della seconda guerra mondiale e, da quel momento in poi, venne annessa al Terzo Reich ma le operazioni militari di Gunnar Sønsteby portarono a rendere l’influenza della Germania sempre più debole all’interno della nazione.
A seguito della seconda guerra mondiale e del suo contributo, l’uomo si trasferì negli Stati Uniti, dove ebbe modo di studiare nel contesto della Harvard Business School. A seguito del suo pensionamento divenne relatore, partecipando a numerosi eventi e conferenze legate alla seconda guerra mondiale, al ruolo della resistenza norvegese e non solo: fu, inoltre, di supporto per tutti coloro che manifestavano traumi di guerra. Tra gli altri eventi che hanno interessato la parte finale della sua vita c’è il ricevimento che venne organizzato nella Fortezza di Akershus in occasione del suo 90º compleanno: in quel contesto, il Re e numerosi membri della famiglia reale norvegese presero parte all’evento. La sua morte, avvenuta il 10 maggio del 2012, fu ricordata con funerali di Stato tenuti il 25 maggio 2012 nella cattedrale di Oslo, con l’organizzazione di una guardia d’onore formata da 24 soldati alla presenza del Re.
La storia vera dietro al film Numero 24
Avendo sottolineato chi era Gunnar Sønsteby, raccontato dal film Numero 24, è possibile procedere anche con la storia vera dietro al film Netflix diretto da John Andreas Andersen. Per saperne di più, bisogna inevitabilmente chiamare in causa gli eventi della seconda guerra mondiale che hanno visto il partigiano protagonista: al tempo dell’invasione tedesca, Gunnar Sønsteby era uno studente che lavorava in officina. Il suo contributo nella resistenza partigiana ci fu a partire dal 1940, con un primo gruppo di resistenza contro l’occupazione nazista; il suo ruolo di agente numero 24 ci fu nel 1942, mentre nel 1943 prese parte anche al primo corso di spionaggio a Londra, mettendosi in contatto con tutti gli altri addetti ai lavori che avrebbero operato sul suolo norvegese. Tra le operazioni che sono state guidate da Gunnar Sønsteby ci sono quelle di contrabbando delle matrici per la stampa delle corone norvegesi, distruzione dell’edificio dove si realizzavano lavori forzati nel paese, furto di 75.000 libretti di razionamento, distruzione dell’impianto di produzione di acido solforico, distruzione di 40 aeroplani con relativo equipaggiamento, distruzione di una locomotiva, distruzione di diversi cannoni, di cui uno da campo e di altri macchinari.
Gunnar Sønsteby sì occupo personalmente anche dell’assassinio di numerosi informatori, atto di cui si è poi detto pentito nel corso della sua vita. In virtù delle sue azioni è stato uno degli uomini più ricercati della Gestapo in Norvegia, ma non fu mai trovato né arrestato, dal momento che i tedeschi furono in grado di scoprire il suo vero nome solo poco tempo prima della fine della guerra, senza tuttavia riuscire a catturare l’uomo.