Articolo pubblicato il 1 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Conosciuto con il titolo italiano di Togo – Una grande amicizia, il film Togo del 2019 e attualmente presente sul catalogo streaming di Disney Plus vede l’interpretazione da protagonista di Willem Dafoe e il lavoro, dietro la macchina da presa, di Ericson Core. Il film in questione racconta il fenomeno della Corsa al siero del 1925 avvenuto in Alaska, ed è sicuramente interessante per gli spettatori in virtù di una serie di aspetti che meritano di essere sottolineati e sui quali è possibile ragionare. Quali nello specifico? Per comprenderli, di seguito si considera come finisce il film, qual è la sua spiegazione del finale e quale la storia vera raccontata all’interno del lungometraggio.
Togo – Una grande amicizia: come finisce e qual è la spiegazione del finale? La trama completa del film con Willem Dafoe
Trattandosi di un film sicuramente molto stratificato e di cui è importante citare diversi passaggi, è importante partire innanzitutto dalla trama completa di Togo – Una grande amicizia; questa permette sia di comprendere come finisce il film con Willem Dafoe protagonista, sia quale sia la spiegazione del finale del lungometraggio in questione, che muove i suoi passi a partire dal 1913, quando Seppala e sua moglie adottano un husky appena nato: l’uomo vorrebbe liberarsene poiché è molto debole, mentre sua moglie decide di farlo crescere insieme agli altri. Alla fine, dopo aver provato a privarsi del cane per ben due volte, Seppala lo fa correre con gli altri e scopre della sua velocità, che gli permette di superare tutti gli altri cani: lo chiama allora Togo, in onore dell’ammiraglio Togo Heihachiro.
Quando scoppia un’epidemia di difterite, che colpisce soprattutto i bambini, il cane si rivelerà determinante: ma come finisce Togo – Una grande amicizia? Seppala si convince che l’husky possa permettergli di recuperare il siero affrontando un viaggio sicuramente molto complicato, con temperature bassissime e nonostante la sua età. A seguito delle numerose peripezie, il siero riesce a essere recupero e affidato a Gunnar Kaasen, che torna a Nome: tuttavia, a Togo non viene offerto alcun riconoscimento per la sua impresa, ma soltanto più tardi sarà l’intera città a riconoscere la sua grande importanza. Considerando la spiegazione del finale del film, allora, si giunge ai due anni successivi, in cui Togo genera dei cuccioli che diventeranno famosi, prima di morire nel 1929 mentre il suo padrone si occupa dell’addestramento di altri cani. Nell’explicit del film si racconta che Togo è stato definito come l’animale più eroico di tutti i tempi dal Time nel 2011.
La storia vera di Togo – Una grande amicizia
Come si può facilmente comprendere dagli eventi che vengono raccontati all’interno del film, quella di Togo – Una grande amicizia è una storia vera. Il film racconta, infatti, della Corsa del siero che si tenne nel 1925, salvando la cittadina di Nome e le comunità vicine dove si era sviluppata l’epidemia di difterite: l’evento in questione è stato conosciuto anche con l’espressione di Grande Corsa della Misericordia, e si basò su un trasporto massiccio di un antidoto, un’antitossina per la difterite, che avvenne in slitta; furono ben 150 i cani da slitta che vennero impiegati da 20 addestratori, con una distanza coperta di 1085 chilometri in ben 4 giorni di cammino.
Il cane che coprì la tratta più lunga fu proprio Togo, che agì per 420 chilometri a fronte dei 55 di Balto, che venne invece dipinto dagli onori della cronaca e divenne particolarmente celebre in ambito mediatico; l’epidemia scoppiò improvvisamente nel dicembre del 1924, quando alcuni bambini vennero curati per i sintomi di una tonsillite che si rivelò poi essere difterite. Il primo caso ufficiale si registrò in un bambino di 3 anni nel 1925, con la diffusione rapidissima dell’epidemia nella città che venne immediatamente messa in quarantena. In virtù delle difficilissime condizioni, anche e soprattutto climatiche, il mezzo di trasporto che venne ritenuto maggiormente affidabile per la tratta da coprire (per recuperare il farmaco) fu lo slittino, con la proposta di una staffetta di cani che avrebbe dovuto guidarlo.
Che cos’è la difterite, l’epidemia raccontata nel film Togo?
Il caso della città di Nome divenne ben presto molto celebre e trattato dalla cronaca, soprattutto per quanto riguarda quelle difficoltà che vennero osservate da parte degli abitanti. Il motivo dell’epidemia fu la difterite, che venne diagnosticata per la prima volta nel 1925: ma che cos’è? Trattasi di una malattia tossinfettiva acuta e contagiosa, causata da un batterio che infetta le aree superiori o addirittura la cute e che produce una tossina molto pericolosa, che causa non soltanto dei sintomi immediati come laringite e faringite, accanto a rinite o altre problematiche localizzate nella zona del volto, ma anche complicazioni molto più gravi: tra queste, problemi cardiaci come miocardite, tachicardia, ipotensione, fibrillazione ventricolare, e ancora problemi nervosi a livello di nervo glossofaringeo, paralisi del volopendulo o dei nervi ottici, vago e facciali. Tra le altre complicazioni possibili causate dal batterio ci sono anche quelle meno frequenti, tra cui le renali con insufficienza, ematuria, oliguria o anuria.
Le differenze tra la storia vera e il film con Willem Dafoe
Trattandosi di un racconto che interessa una storia vera, il film Togo – Una grande amicizia ha tantissimo da raccontare anche per quanto riguarda l’accuratezza storica e le differenze tra la storia vera e il lungometraggio. In linea di massima, il film è particolarmente fedele alla storia vera, fatti salvi alcuni dettagli che sono stati pensati per ragioni puramente narrative: ad esempio, non viene raccontato della malattia di Sigrid, che venne contagiata dalla difterite così come altri bambini. Un elemento che non viene trattato in Togo riguarda la reazione negativa che ebbe Seppala, infastidito e non poco dal mancato riconoscimento destinato al proprio cane, mentre Balto veniva invece incensato mediaticamente. Infine, un’altra grande differenza riguarda la fine della vita di Togo: nel film vive con Seppala fino alla fine dei suoi giorni, mentre nella realtà fu regalato a una musher di nome Elizabeth Ricker.
Chi era Leonhard Seppala?
Ovviamente, è molto importante sottolineare anche altri dettagli relativi a chi era Leonhard Seppala, per corroborare ancor più il senso della storia vera raccontata all’interno del film. Il norvegese naturalizzato statunitense era un musher, che si occupò prevalentemente dell’addestramento di cani da slitta nel corso della sua vita. Di sicuro, l’evento che l’ha reso celebre è quello legato alla Corsa del siero che si tenne nel 1925, ma Leonhard Seppala era già stato scelto anche per addestrare cani che avrebbero dovuto effettuare una spedizione al Polo Nord, poi mai più realizzata in virtù dell’inizio della prima guerra mondiale. Il suo nome è legato anche alla realizzazione dei III Giochi Olimpici Invernali del 1932, dove partecipò.